‘La caduta del Muro simboleggio’ l’apertura delle frontiere, mentre
l’Europa che oggi risponde alle sfide delle migrazioni somiglia a una
fortezza. Persone in fuga dalla guerra, dalla violenza o dalla
persecuzione in altre parti del pianeta vengono letteralmente ricacciate
in mare’ – ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa
e Asia centrale di Amnesty International.
Nel maggio di quest’anno, la vita e l’incolumita’ di centinaia di migranti
e di richiedenti asilo a bordo di tre imbarcazioni nel Mediterraneo sono
state messe a rischio prima da una diatriba tra le autorita’ italiane e
maltesi sul loro obbligo di rispondere a una richiesta di soccorso
marittimo, poi dalla decisione del governo italiano di rinviarle in Libia,
senza valutare le loro necessita’ di protezione.
Secondo Amnesty International, i governi europei devono fare di piu’ anche
sul piano delle indagini sulle denunce di tortura, maltrattamenti e
detenzioni illegali nel contesto della guerra al terrore.
‘Nella nuova Europa post-caduta del Muro, i diritti umani sono ancora
sotto attacco dal momento che gli stati affermano che persino quelli piu’
fondamentali, come il diritto a essere liberi dalla tortura, devono essere
sacrificati in nome del contrasto alle minacce del terrorismo’ – ha
proseguito Duckworth.
All’indomani degli attacchi dell’11 settembre, l’Europa ha ospitato
prigioni segrete dirette dalla Cia, nelle quali i detenuti sono stati
vittime di sparizione forzata, hanno subito trattamenti equivalenti a
tortura e sono stati sottoposti a tecniche d’interrogatorio illegali.
Rivelazioni emerse ad agosto hanno dato nuovo impulso alle richieste ai
governi di Lituania e Polonia di indagare sulle denunce secondo cui, nel
loro territorio, detenuti ‘di alto profilo’ sarebbero stati trattenuti e
interrogati in segreto dalla Cia fino alla fine del 2005.
Ma, sottolinea Amnesty International, non tutte le attuali sfide ai
diritti umani rappresentano una novita’.
‘E’ una vergogna che i risultati di 20 anni di crescita economica e di
maggiore unita’ politica non siano stati equamente divisi. Il razzismo e
la discriminazione costituiscono fenomeni gravi e radicati nel cuore
dell’Europa moderna’– ha affermato Duckworth.
Una delle piu’ profonde dimostrazioni della sistematica discriminazione in
Europa e’ la situazione dei rom, che rimangono ampiamente lasciati fuori
dalla vita pubblica in tutti i paesi. Nell’Europa orientale, i rom sono
stati spesso i primi a essere esclusi dall’impiego in occasione della
privatizzazione delle imprese statali. Gli sgomberi forzati, a loro volta,
acuiscono e aggravano la loro condizione di poverta’.
In alcuni paesi, come Repubblica Ceca e Slovacchia, i bambini e le bambine
rom continuano a rappresentare la maggior parte della popolazione
scolastica delle classi riservate ad alunni con disabilita’ mentale cosi’
come a essere segregati in istituti per soli rom e in scuole che offrono
un livello piu’ basso d’istruzione. Le autorita’ non hanno preso
provvedimenti efficaci e coerenti per eliminare la segregazione razziale
nel campo dell’educazione.
A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, Amnesty International adotta
ancora come prigionieri di coscienza giornalisti e attivisti per i diritti
umani arrestati per aver cercato di esercitare i diritti fondamentali alla
liberta’ di espressione, di associazione e di religione in Azerbaigian,
Bielorussia, Moldova, Russia, Turkmenistan e Uzbekistan.
‘Oggi a Berlino sono rimasti pochi resti di quel muro che 20 anni fa era
un simbolo di divisione e di repressione. Tuttavia, rimangono in piedi
muri che rendono alcune persone piu’ uguali di altre sul piano del
godimento dei diritti umani. Nonostante le minacce, le intimidazioni e gli
arresti, i difensori dei diritti umani in ogni angolo d’Europa, stimolati
dall’energia sprigionata dal crollo del Muro, continuano a lottare per un
continente dove tutti i diritti umani siano rispettati, per tutti’ – ha
concluso Duckworth.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 6
novembre 2009