Acqua ACEA privata: attenzione Sindaco, l’acqua è un bene indispensabile e non può essere privatizza

LEGAMBIENTE LAZIO

Comunicato Stampa

ACQUA ACEA PRIVATA: ATTENZIONE SINDACO, L’ACQUA È UN BENE INDISPENSABILE E NON PUÒ ESSERE PRIVATIZZATO

“Attenzione Sindaco Alemanno, gestire l’acqua non è come gestire un servizio pubblico qualsiasi, l’acqua è un bene indispensabile, senza di essa si muore, la gestione privata non garantisce affatto su questo fronte -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio, in merito alle affermazioni del Sindaco di Roma sulla privatizzazione della gestione dell’acqua-. ACEA dà da bere ai romani oltre 309 milioni di metri cubi di acqua potabile ogni anno, un patrimonio immenso, un valore che non si può e non si deve perdere. Bisogna riconoscere con fatti concreti che l’acqua è un bene comune che appartiene a tutti, il problema è quello dell’accesso al bene, un diritto fondamentale e inalienabile, che va garantito sempre e comunque. La dotazione minima di acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno, a Roma ne consumiamo mediamente 233, mentre un africano fortunato di una regione subsahariana ne consuma meno di 20. Nel mondo più di 1 miliardo di persone, oggi, non ha accesso all’acqua e 2,6 miliardi mancano di servizi sanitari. Siamo anche in un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno già riducendo le riserve di acqua potabile, mentre anche la diminuzione della portata dei fiumi e delle precipitazioni nell’area mediterranea, favorisce i processi di desertificazione, assottigliando le riserve di acqua potabile. Già oggi la gestione privata dell’acqua, anche dell’ACEA, ha fallito come dimostra il fatto che nel mondo la qualità della risorsa è peggiorata, il consumo è aumentato e le riserve procapite sono diminuite di un terzo, anche la tariffa è aumentata nel tempo. A questo si aggiunge che investimenti sbagliati hanno gravi conseguenze sul cittadino che ne paga i costi, come è già successo ad ACEA con il tentativo sbagliato sulla telefonia, che ha provocato bilanci passivi. Di fatto in questo modo si privatizzano gli utili e si socializzano gli oneri, con la manutenzione delle reti e la perdita che rimangono a carico del pubblico, in un contesto in cui il controllo pubblico non è in grado di garantire i cittadini.”

Roma, 19 Novembre 2009

Ufficio Stampa

Legambiente Lazio ONLUS

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