Dopo le stragi di Lupi, incendiato un capanno di avvistamento nell’Oasi Lago Salso con i soliti metodi mafiosi e così, all’indomani della chiusura della stagione venatoria.
L’atto è avvenuto poco dopo la firma della convenzione con il WWF Italia per l’affiliazione alle sue Oasi della stupenda area naturale del Lago Salso tra le più importanti del Mediterraneo, viene incendiato un capanno di avvistamento costruito per bambini delle scuole e accessibile anche ai diversamente abili.
Evidentemente a qualcuno la protezione della natura e quindi dell’interesse collettivo, procura molto fastidio, tanto da indurlo ad incendiare e distruggere completamente una delle strutture più importanti dell’Oasi il Centro Fauna come a mettere in discussione che scolaresche e abili, ricercatori e appassionati possano continuare a vivere in pace la natura ed i suoi beni incommensurabili.
Solo grazie al tempestivo intervento di un operatore si è evitato il propagarsi delle fiamme alla vicina voliera che ha subito danni di minore entità, ma attualmente non è utilizzabile per gli scopi legati alla reintroduzione delle specie allevate nel Oasi.
Da pochi giorni questo gioiello della natura grazie all’azione sinergica del CSN e del WWF Puglia è entrato a far parte del sistema delle Oasi WWF in base ad una Convenzione sottoscritta, in occasione della Fiera “Mediterre” a Bari, tra il WWF Italia e la Società di gestione Oasi Lago Salso S.r.l., costituita dal Comune di Manfredonia, dall’Ente Parco Nazionale del Gargano e dal Centro Studi Naturalistici Onlus- Pro Natura Capitanata.
“È chiaro – ha dichiarato Vincenzo Rizzi Presidente del C.S.N – Pro Natura Capitanata. – che questa azione intimidatoria e premeditata è collegata alla costituzione della nuova oasi WWF e alla chiusura della caccia avvenuta domenica scorsa. È evidente che i bracconieri interessati alla zona sono irritati per questa scelta strategica di conservazione della natura, d’altro canto non possiamo dimenticare che uno dei volontari del CSN che opera presso L’Oasi lago Salso ha subito per molti mesi minacce telefoniche, per non parlare dei precedenti atti intimidatori rivolti alle strutture e agli animali presenti nell’Oasi.
“Non è il primo attacco – ha dichiarato Fulco Pratesi presidente onorario WWF Italia- che i bracconieri sferrano contro le Oasi del WWF, ottenendo però l’unico risultato di far accrescere il malanimo della popolazione contro questa piccola ma arrogante minoranza.”
Per il C.S.N – Pro Natura Capitanata, l’attentato non servirà a far desistere i volontari e i ricercatori nel far crescere questa importane Oasi con l’ambizione di farla diventare un centro di eccellenza della conservazione della natura in Italia.
Per realizzare questo importante sogno è necessario che le Istituzioni sostengano con forza l’azione del C.S.N – Pro Natura Capitanata e del WWF, anche a partire della istituzione di un Comando del Corpo Forestale dello Stato, che svolgerebbe azione di vigilanza anche per la vicina Palude Frattarolo e di un potenziamento dell’azione di sorveglianza su tutte le zone umide della Capitanata.
L’attentato incendiario del Lago Salso, evidenzia il WWF, finisce anche con l’inserirsi nella preoccupante situazione di estrema aggressività venatoria che si riscontra in concomitanza dell’approvazione al Senato dell’articolo 38 della cosiddetta Legge Comunitaria che cancella i limiti della stagione venatoria, attualmente compresi tra il 1° settembre ed il 31 gennaio, e che aprirebbe, se approvata anche alla Camera, una stagione di caccia selvaggia per tutto l’anno.
Infine– ha dichiarato Vincenzo Rizzi del C.S.N. Onlus –Pro Natura Capitanata – che questo atto di chiaro stampo camorristico/mafioso, dimostra pienamente l’arroganza e la tracotanza con cui il bracconaggio negli ultimi anni si sta diffondendo sul territorio della Capitanata, dall’uccisone e crocifissione dei lupi a Rocchetta Sant’Antonio, agli innumerevoli atti di bracconaggio nelle zone umide (ricordiamo i cosiddetti “cacciatori” all’inseguimento con motobarche degli acquatici stremati nella Laguna di Lesina, etc.) tali illegali mattanze sono ancora più gravi quando si verificano in aree tutelate come la Riserva Naturale dello Stato, all’interno del Parco Nazionale del Gargano o in aree della Rete Natura 2000 quasi a sfidare le istituzioni preposte a proteggerle.
E’ ora di dire basta, si palesa la estrema necessità da parte delle Istituzioni, a partire dal Prefetto, di riconoscere la gravità di quello che avviene nella nostra terra e istituire un tavolo per definire le azioni immediate da intraprendere come risposta a queste continue intimidazioni, come la necessità che le autorità territoriali si costituissero parte Civile nei processi relativi agli atti di bracconaggio.
PS: sul sito www.centrostudinatura.it abbiamo inserito una galleria di foto di bracconieri che cacciano in pieno giorno nella riserva Statale di popolamento animale di Lesina