“Fondazioni lirico-sinfoniche? Alla faccia della riforma!”

Il decreto Bondi smantella le fondazioni liriche-sinfoniche. Trifiletti, CUB: “Chiediamo l’azzeramento del decreto e le dimissioni del Cda della Scala”.

3 maggio 2010. “Il decreto Bondi vuole smantellare le fondazioni liriche-sinfoniche” è il giudizio di Guido Trifiletti della CUB “forse perché la cultura fa paura”.

“In questo contesto il Sovrintendente Lissner si muove in sintonia con il “poeta ministro” Sandro Bondi, per il distacco della Scala dalle altre Fondazioni” aggiunge Trifiletti “perché dietro al concetto venduto come “autonomia” si nasconde in realtà un progetto per indebolire i lavoratori nelle trattative sia per i rinnovi del contratto collettivo nazionale che dell’integrativo, impoverito per non dire derubato e messo in discussione nella normativa”.

A titolo di esempio, il corpo di ballo, a cui verrà anticipata la possibilità di andare in pensione a 45 anni, otterrà nei fatti solo una miserabile pensione sociale, e inoltre vengono decurtate le diarie delle tournèe, e bisogna parlare di vendetta vera e propria invece quando questi “riformatori” vanno a colpire i professori d’orchestra.

Invece di titoli nella realtà vuoti, per valorizzare l’eccellenza della Scala servono riconoscimenti sostanziali, ossia risorse economiche e non trasformazioni epocali a danno dei lavoratori che esprimono le intenzioni del governo di dismettere la lirica il teatro e la cultura dagli interessi di Stato.

Il Governo invece di coltivare il sogno che il teatro rappresenta per la vita di un paese civile, si accanisce contro i lavoratori in particolare quelli precari, con l’azzeramento graduatorie di anzianità e stop del turn-over, e verso coloro tra questi ovvero tutti i lavoratori “scaligeri” che intendono ricorrere alla giustizia per ottenere il legittimo riconoscimento del rapporto a tempo indeterminato.

Di questa morsa a danno dei lavoratori, il Cda della Scala diventa co-regista dell’operato del governo e viene fuori la volontà, nemmeno troppo nascosta, di privatizzare la Scala, con un consiglio di amministrazione formato in gran parte da quegli stessi banchieri che il governo ha riempito di miliardi per coprire i buchi delle loro speculazioni finanziarie, ma che nulla ha mai detto, o fatto, contro i tagli al FUS, Fondo Unico per lo Spettacolo.

“Oltre all’azzeramento di questo decreto legge chiediamo le dimissioni del Cda scaligero perché palesemente in contrasto con gli interessi del Teatro più importante del mondo” conclude Trifiletti.
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Confederazione Unitaria di Base

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