Il fenomeno non è purtroppo nuovo, si conosce dagli anni Ottanta: era il 1978, quando il soprintendente archeologico di Roma denunciò le drammatiche condizioni dei monumenti romani corrosi dall’inquinamento. E il passare del tempo non fa che peggiorare la situazione, visto l’avanzare inesorabile del processo. Era il 2000, quando Legambiente con la campagna Salvalarte monitorò la situazione dell’inquinamento dell’Anfiteatro Flavio, con risultati molto preoccupanti. Già allora oltre a detenere il primato del monumento italiano più visitato (nel 1998 i visitatori erano oltre 2,3 milioni, alla fine del 2009 sono stati quasi 5 milioni), il Colosseo aveva anche quello dello spartitraffico più prestigioso, con le polveri che facevano registrare picchi di 170 microgrammi per metro cubo, il biossido di azoto che più volte superava i 100 microgrammi per metro cubo e il biossido di zolfo oltre 10 microgrammi per metro cubo.
A Roma d’altronde un giorno su cinque l’aria è fuorilegge per le micidiali polveri sottili che contiene, con 151 occasioni di superamento dei limiti normativi dall’inizio del nuovo anno contro i 169 dello stesso periodo del 2009. In sostanza la situazione è la stessa dello scorso anno, per fortuna a causa soprattutto della continua pioggia, diminuiscono i picchi più elevati ma lo smog rimane sempre elevato. Sono 25 i superamenti registrati nella centralina della rete ARPA a Cinecittà, 22 a Corso Francia e Preneste, 20 Tiburtina e Fermi, 14 a Cirpo e 12 a Magna Grecia. La centralina di fondo urbano (Villa Ada) ha infatti in pratica gli stessi superamenti, mentre salgono i numeri nelle centraline di Cipro, Preneste e Cinecittà.
“Il Colosseo è in pericolo, lo smog lo sta divorando lentamente ma inesorabilmente, non è il momento di discutere, ma di cacciare subito via le automobili dai Fori Imperiali -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. La situazione è ancora peggiore di quanto sapevamo, lo smog assale il Colosseo e i monumenti producendo una reazione chimica a catena che ne sbriciola parti importanti, ormai i tecnici parlano di ‘cancro della pietra’ e di ‘metastasi’, sono parole che pesano come macigni su chiunque ha a cuore la nostra meravigliosa città. Da trent’anni si discute della pedonalizzazione, dal progetto di parco archeologico di Benevolo del 1988 al progetto Fori di Cederna. L’impegno di Argan prima e Petroselli poi portò all’eliminazione della via del Foro Romano, che divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano e l’unione del Colosseo all’Arco di Costantino, realizzando la continuità dell’area archeologica. E’ il momento di ridare fiato a quelle meravigliose idee, Roma se lo merita.”
Furono quelli gli anni nei quali nacquero le prime chiusure domenicali della via dei Fori Imperiali, con decine di migliaia di cittadini che parteciparono in massa a quelle straordinarie occasioni e alle visite guidate ai monumenti archeologici. Il “progetto Fori” prevedeva il ripristino del tessuto sottostante la via dei Fori. Un appello preparato da Cederna e dall’archeologo Coarelli fu sottoscritto da 240 studiosi italiani e stranieri: con la chiusura al traffico e con il recupero del grande complesso archeologico, si otterrebbe “un parco archeologico senza pari al mondo, comprendente i Fori Imperiali, il Foro Romano, e il Colosseo, e quindi uno straordinario spazio per la ricreazione e la cultura, tale da permettere un rapporto vitale e non retorico con il nostro passato”.
“Serve una risposta immediata, l’allarme è troppo serio, nel cuore dell’area archeologica del centro di Roma la manutenzione ed il restauro non basteranno alla valorizzazione delle antichità, è necessario intervenire in modo profondo e definitivo, a partire da una scelta di pedonalizzazione dei Fori. Mentre si pensa agli inutili parchi a tema, il vero patrimonio artistico e turistico della città si sta sbriciolando -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Le risposte ci sono, vanno attuate subito: metropolitane, nuovi tram e nuovi treni, car sharing e bike sharing, elettrificazione del servizio di trasporto pubblico nel centro storico. I fatti di questi giorni confermano anche che è del tutto inutile il commissariamento dell’area archeologica romana: dopo un anno e mezzo permane evidentemente il rischio di crolli, con bilanci ridicoli per il patrimonio da tutelare, che addirittura per il Colosseo sarebbero di soli 800.000 euro per il 2010, in attesa di sponsor privati. Piuttosto che limitare l’azione avviata dalle Soprintendenze bisognerebbe risolvere le annose pastoie che la rallentano, anche aprendo ai privati su alcune specifiche cose, ma preservando innanzitutto il ruolo pubblico che non è solo legato alla fruizione quanto piuttosto alla tutela.
Giulio Carlo Argan, Sindaco di Roma trent’anni fa, coniò nel 1978 lo slogan “O i monumenti o le automobili”. E nel marzo 1981, il Sindaco Luigi Petroselli concluse la seconda conferenza urbanistica comunale dicendo “Io credo che non giovi ad alcuno (…) volare basso su Via dei Fori Imperiali, anche perché si rischia di restare inquinati”. E’ il momento di raccogliere questo appello.
Roma, 11 Maggio 2010
L’Ufficio Stampa
Aggiornamento
“E’ assordante il silenzio del Sindaco Alemanno sul Colosseo. Dopo il crollo di domenica scorsa, i cittadini di Roma e di tutto il mondo aspettano risposte definitive, il monumento più importante del pianeta, patrimonio dell’umanità, non può rimanere un minuto di più uno spartitraffico, con il rischio di essere lentamente sbriciolato dallo smog. Dopo l’impegno del Sindaco per trovare i fondi per il restauro ora servono scelte radicali -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. L’unica ricetta possibile è la pedonalizzazione dell’intera area, non c’è tempo da perdere per salvare l’area archeologica dei Fori, quei monumenti sono patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco, è talmente chiaro che lo smog delle automobili rappresenta il problema. Il Colosseo è uno dei monumenti più popolari del mondo, scelto anche tra le sette nuove meraviglie del mondo nel 2008 tra centinaia di siti da ben 90 milioni di cittadini del pianeta. Ora questo gigante tra i monumenti è in serio pericolo, servono risposte immediate, piuttosto che pensare nuovi inutili parchi a tema bisogna dare nuova vita al progetto di pedonalizzazione dei Fori Imperiali, prima che i gas di scarico delle automobili sbriciolino il nostro patrimonio più importante.” Roma, 12 Maggio 2010 L’Ufficio Stampa