Siamo felici della decisione di Nestlé di concedere finalmente un break agli oranghi e alle foreste. Dobbiamo questa vittoria alle decine di migliaia di persone che in Italia ci hanno aiutato, con messaggi e altre forme di attivismo sul web, a raggiungere questo importante obiettivo.
Adesso, è necessario che l’esempio di Nestlè venga seguito anche dalle altre aziende europee, come Carrefour, che continuano a rifornirsi di olio di palma e carta proveniente da aziende che distruggono le foreste in Indonesia.
Nestlé si è impegnata a identificare, e a escludere dalla sua filiera, quei fornitori che sono proprietari o gestiscono “piantagioni ad alto rischio o legati alla deforestazione”. Questa esclusione si applica in particolare ad aziende come Sinar Mas, il più noto produttore di olio di palma e carta dell’Indonesia e ha implicazioni anche per quei commercianti di olio di palma, come Cargill, che continuano a comprare da Sinar Mas.
La decisione di Nestlé è un chiaro messaggio al campione della deforestazione Sinar Mas e a tutto il comparto delle industrie dell’olio di palma e della carta: la distruzione delle ultime foreste tropicali non può essere accettata dal mercato globale.
La domanda globale di olio di palma e carta indonesiane è in aumento e questo spinge compagnie come Sinar Mas a espandersi fino a distruggere le foreste torbiere dell’Indonesia che ha uno dei tassi di deforestazione più alti al mondo ed è il terzo Paese per emissioni di gas serra, dopo Cina e Usa.
L’olio di palma è usato per la produzione di alimenti (come la cioccolata) ma anche per cosmetici e come biocarburante. Riguardo alla carta, proprio la scorsa settimana al Salone di Torino, abbiamo presentato la classifica “Salvaforeste” che dimostra il ruolo rilevante dell’editoria italiana nella distruzione della foresta indonesiana.