Sfiorata la tragedia con due ascensori in caduta libera all’interno del teatro dell’opera milanese.
Sostaro, CUB: “Dopo gli scandali dell’amianto e dei servizi in zona palco intervenire subito sul problema della sicurezza di tutti i lavoratori”.
1 giugno 2010. Alla Scala due ascensori precipitano, è quello che potrebbe essere un gioco di parole ma che in realtà, grazie all’intervento “non immediato” dei freni di emergenza, si è trattato di una sfiorata tragedia.
Il primo episodio, che risale al 22 aprile scorso, ha visto un gruppo di tecnici a bordo dell’ascensore palcoscenico lato corte, con diversi tecnici, precipitare dal V al I piano B, con tanto di porte aperte, mentre il secondo episodio, del 15 maggio, ha coinvolto un gruppo di ballerine sull’ascensore n° 2 lato corte, infermeria.
“Come uno dei personaggi di Aldo, Giovanni & Giacomo, il commento per cui – qualcuno poteva rimanere offeso – è possibile oggi solo perché le conseguenze non sono state tragiche” è la considerazione di Pierluigi Sostaro, responsabile della sicurezza sul lavoro della CUB. “A maggior ragione nel primo caso, le cui porte aperte potevano garantire anche il cosiddetto effetto ghigliottina”.
Se da una parte, in maniera persino ovvia e per niente interventista, il rappresentante della sicurezza sul lavoro ha consigliato di non utilizzare i suddetti ascensori, momentaneamente già tre fuori uso, su un totale di 11, dall’altra il problema resta nella sua gravità, anche perché nel passato, come ricordano alcuni lavoratori, i fuori uso sono arrivati addirittura a essere sei.
“Ricordiamoci che stiamo parlando di un’istituzione considerata l’eccellenza, non soltanto artistica, dell’intera città, che, per rovescio della medaglia, per i lavoratori sembra essere l’esatto opposto” continua Sostaro “Partendo da una ristrutturazione, di meno di dieci anni fa, che ha mancato gravemente la messa in sicurezza di alcuni settori, si arriva alla vicenda della bonifica dell’amianto soltanto dopo un semestre dalla nostra segnalazione, poi, sempre a seguito sempre di una nostra lettera, la posa in opera dei servizi igienici nella zona del palco artisti, che non c’erano (fino al febbraio 2010)”.
“Considerato che anche l’area di lavoro situata sopra il lampadario storico dove sono posizionati i cosiddetti fari “occhio di bue” per l’illuminazione dei cantanti e ballerini è roba da albori dell’industria teatrale, ai limiti dell’impraticabilità, è finalmente giunto il momento di intervenire seriamente per tutelare la sicurezza di tutti, dal pubblico ai lavoratori” conclude Sostaro “a meno di non aspettare che una volta o l’altra scappi il morto”.
Confederazione Unitaria di Base