Gli esperti dell’Oms sarebbero sul libro paga delle industrie farmaceutiche. Giace inutilizzata la maggior parte dei vaccini acquistati.
[ZEUS News – www.zeusnews.com – 07-06-2010]
Vaccino influenza suina H1N1 pandemia
Un anno fa la grande minaccia della cosiddetta “influenza suina” aveva creato una situazione di ansia globale: dai supercomputer attrezzati per prevedere la diffusione del virus H1N1 all’uso dei social network con lo stesso scopo fino all’ipotesi di chi vedeve il Web schiantarsi sotto i milioni di connessioni dei malati costretti a casa, tutti pareva aspettarsi un disastro su scala planetaria.
Nulla di tutto questo è successo. Mentre i governi spendevano soldi a palate per accaparrarsi i vaccini, la pandemia latitava. Mentre Topo Gigio invitava a lavarsi le mani, il famigerato H1N1 si comportava come i tanti colleghi che l’avevano preceduto, provocando anche vittime ma in misura ben lontana dalle proporzioni annuciate.
La stridente discrepanza tra le forze massicce messe in campo per la difesa e l’esiguità della minaccia ha destato i sospetti del British Medical Journal e dell’Agenzia di Giornalismo Investigativo britannica, le cui scoperte hanno permesse di scoprire come stanno veramente le cose.
Due degli esperti dell’Oms che a suo tempo prepararono le linee guida per difendersi dal virus non erano immacolati: invece risultavano connessi a GlaxoSmithKline e Roche, due aziende farmaceutiche ben attive nella produzione dei vaccini contro i virus influenzali.
A questa scoperta si aggiunge il rapporto della Commissione Sanità all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che denuncia la scarsissima trasparenza da parte dell’Oms e delle strutture pubbliche nella gestione dell’emergenza, un’emergenza che forse nemmeno c’era.
L’inchiesta giornalistica ha svelato come sin dal 1999 gli esperti incaricati di redigere le linee guida fossero legati a doppio filo con le cause farmaceutiche; e quando poi si presentò l’occasione, il Gruppo di lavoro sull’influenza suina fu interamente finanziato da Roche e da altri produttori di vaccini.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbe le proprie colpe: la composizione del comitato d’urgenza che dichiarò la pandemia è tuttora segreta – una misura che il portavoce dell’Oms attribuisce alla necessità di evitare ai componenti del comitato pressioni esterne – mentre il rapporto della Commissione Sanità esplicitamente afferma che la mancanza di trasparenza di cui l’Organizzazione dà prova è “la prova schiacciante del fatto che la gravità della pandemia è stata largamente sovrastimata dall’Oms”.
In particolare sono suonati in maniera sospetti il cambio apportato alla definizione dei livelli di pandemia – apportato poco prima dell’annuncio di quella relativa all’influenza suina – e il passaggio al livello 6 della pandemia stessa quando i sintomi erano ancora relativamente modesti.
C’è insomma qualcosa di poco chiaro nel modo in cui l’allarme è stato gestito o, peggio, in cui è stato creato ad arte per vendere ai governi vaccini per lo più inutili.
E un’ulteriore prova di tutto ciò sta nel fatto che, delle scorte acquistate dai vari Paesi, solo il 20% è stato utilizzato. Il resto è stato pagato e giace inerte in molti magazzini, con un giro d’affari intorno all’influenza suina valutato da Jp Morgan in 10 miliardi di euro.
Ma la conseguenza peggiore è che, d’ora in avanti, non tutti si fideranno degli allarmi emessi dall’Oms.
tratto da: http://www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&cod=12526