Legambiente lancia tre azioni concrete: la prima è l’imbustamento degli impianti abusivi in attesa della demolizione, avviata oggi dai volontari ambientalisti ma che può e deve essere applicata dal Campidoglio con un intervento rapido.
LEGAMBIENTE LAZIO
Comunicato stampa
AL VIA CAMPAGNA DI “IMBUSTAMENTO” DEI CARTELLONI ABUSIVI
LEGAMBIENTE INVIA DIFFIDE AI MARCHI CHE SI AFFIDANO AI FUORILEGGE
DOPO 30 GIORNI DALLA SANZIONE OSCURATO IMPIANTO IN PIAZZA VOLSINIO: 15MILA EURO IL GUADAGNO STIMATO. SORPRENDE L’USO DELL’IMPIANTO IRREGOLARE DA PARTE DEL MINISTERO DEI BENI CULTURALI
“È ora di passare all’azione per arginare lo sfregio alla città e ai romani costituito dallo scandalo dell’invasione dei cartelloni abusivi. A causa della ‘deregulation’ varata la scorsa estate dalla Giunta Alemanno, strade, piazze, marciapiedi, aiuole e parchi si stanno inzeppando senza soluzione di continuità di impianti pubblicitari di ogni genere e dimensione. Nei primi quattro mesi del 2010, secondo i dati del Campidoglio, sono stati elevati 1.153 verbali ed effettuate 600 rimozioni. Si tratta purtroppo di una goccia nel mare, visto che sarebbero decine di migliaia quelli abusivi e considerato che la stragrande maggioranza degli impianti sui quali pende la richiesta di demolizione restano impunemente al loro posto, garantendo così lauti guadagni ai fuorilegge che confidano proprio sull’assenza e sulla lentezza dell’azione repressiva”. È quanto ha affermato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, durante il blitz che questa mattina ha visto impegnati i volontari dell’associazione in una operazione di “oscuramento” dell’impianto collocato in piazza Volsinio, davanti l’ingresso della scuola “Mazzini”.
Legambiente lancia tre azioni concrete: la prima è l’imbustamento degli impianti abusivi in attesa della demolizione, avviata oggi dai volontari ambientalisti ma che può e deve essere applicata dal Campidoglio con un intervento rapido, efficace e poco costoso, già sperimentato nel viterbese e che garantisce l’inutilizzabilità della struttura. La campagna di imbustamento è partita dal cartellone in piazza Volsinio perché esattamente 30 giorni fa è stato colpito, invano, da una richiesta formale di rimozione immediata e in questo periodo avrebbe fruttato ben 15mila Euro alla ditta di affissione, secondo le stime di Legambiente. Ricordiamo che è stato installato grazie alla contemporanea scomparsa di alcuni parapedonali che garantivano la sicurezza degli alunni in uscita da scuola e che i vigili urbani lo hanno verbalizzato in violazione dell’articolo 79 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo Codice della Strada che punisce chi ostacola la corretta visibilità dei segnali.
“Sorprende che il cartellone di piazza Volsinio, diversi giorni dopo e nonostante la sanzione, ha incredibilmente iniziato a ospitare l’inserzione pubblicitaria di un autorevole committente pubblico: il MAXXI -ha proseguito Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-, ovvero il Museo nazionale delle arti del XXI secolo sostenuto dall’omonima fondazione costituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il ministro Bondi e il sottosegretario Giro lo sanno che stanno pagando con soldi pubblici affissioni su impianti sanzionati”?
Da qui parte la seconda proposta ovvero quella di chiamare in causa anche i committenti-inserzionisti degli impianti abusivi, per avvertirli nel caso migliore della loro imperdonabile ‘distrazione’ e in quello peggiore della loro esplicita complicità. L’art. 31 del Regolamento comunale per le affissioni già prevede che si proceda nei confronti del “proprietario del mezzo medesimo, l’utilizzatore dello stesso, nonché del soggetto richiedente la pubblicità e del soggetto che produce o vende il bene o servizio oggetto della pubblicità”. Legambiente invierà delle diffide, invitando i cittadini a fare altrettanto, ai referenti dei marchi che vengono pubblicizzati attraverso affissioni fuorilegge. Una messa in mora che arriveremo a rendere più stringente con una terza azione legale: per ogni cartello verbalizzato dai vigili urbani ai sensi del Codice della Strada, infatti, presenteremo un esposto alla Procura chiedendo di verificare se i fatti elencati e per i quali è stata elevata sanzione amministrativa non integrino una fattispecie penalmente rilevante ai sensi degli articoli 663 e 635 che puniscono i reati di affissione abusiva e danneggiamento.
In conclusione vogliamo segnalare la gestione creativa del comparto affissioni nella Capitale che negli ultimi tempi ha prodotto due esempi a dir poco paradossali, seppure autorizzati dal Campidoglio: il primo sul percorso della pista ciclabile di viale delle Milizie, dove un cartellone di grandi dimensioni era stato lasciato pericolosamente al centro delle due corsie (ora è stato rimosso ma ricollocato in zona); il secondo su via di Tor di Quinto, dove è possibile ammirare un cartellone tridimensionale. La domanda sorge spontanea: la ditta che ha installato e gestisce questo fantascientifico impianto paga la concessione come superficie o come volume?”.
Con l’occasione Legambiente ha lanciato un nuovo appello ai romani affinché firmino in massa la proposta di delibera di iniziativa popolare contro “cartellone selvaggio”, promossa da Cittadinanzattiva, dalla Rete di Mutuo Soccorso e da diversi altri comitati e associazioni romani. Una battaglia di civiltà e legalità prima ancora che una scelta necessaria per la tutela del decoro e delle bellezze paesaggistiche e artistiche della nostra splendida città.
Roma, 17 giugno 2010
Ufficio Stampa Legambiente Lazio