Il Lazio al sesto posto nella classifica del “mare illegale” in Italia; quinto posto invece nella graduatoria che considera le infrazioni per km di costa.
LEGAMBIENTE LAZIO
Comunicato stampa (in allegato il dossier completo)
MARE MONSTRUM 2010
IL LAZIO SALE AL SESTO POSTO NELLA CLASSIFICA ITALIANA
DEL “MARE ILLEGALE”: TROPPI ABUSI E POCA DEPURAZIONE
Con 636 infrazioni accertate, 998 persone denunciate e arrestate, oltre a 486 sequestri il Lazio si piazza al sesto posto (salendo di una posizione) nella classifica del “mare illegale” in Italia; lo troviamo invece al quinto posto (in crescita di due posizioni) nella graduatoria che considera le infrazioni per km di costa: che nel Lazio sono 1,8. La nostra regione si conferma al sesto posto nella classifica dell’abusivismo edilizio sul demanio con 275 infrazioni accertate, 356 persone denunciate e arrestate, oltre a 142 sequestri. Va appena meglio la situazione nel settore scarichi illegali, dove il Lazio si piazza al settimo posto (scendendo di una posizione) con 131 infrazioni accertate, 212 persone denunciate e arrestate, oltre a 106 sequestri. Ma basta consultare la stima degli abitanti non serviti dal servizio di depurazione, per vedere schizzare la regione al terzo posto con una copertura della depurazione pari al 74,1% (copertura fognature all’85,3%) e quasi un milione e mezzo di persone (1.471.604 per la precisione) con scarichi che vanno direttamente nei fiumi o nel mare. Un dato “trainato” dalla situazione romana che vede 81.563 abitanti ancora non allacciati al servizio di depurazione (che ha un’efficienza del 97 per cento). Infine un accenno alla pesca di frodo: nel corso del 2009 nel Lazio sono stati sequestrati 2.108 kg di pesce, 45 kg di novellame e 13 di molluschi. I sequestri di attrezzi da pesca sono stati invece 63.
È il quadro che emerge dal dossier “Mare Monstrum 2010”, il rapporto annuale con i numeri e le storie di illegalità ai danni del mare e della costa diffuso da Legambiente durante la presentazione della XXV edizione della campagna di monitoraggio e sensibilizzazione di Goletta Verde.
“La situazione dei 361,5 km delle coste laziali resta preoccupante, in particolare per quanto riguarda l’abusivismo edilizio -spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- basta ricordare i tanti casi di illegalità che hanno colpito il Sud Pontino, da Sabaudia alla lottizzazione nella piana di Sant’Agostino a Gaeta. Ma il tratto romano non se la passa meglio, con il silos ecomostro che da 30 anni svetta sulla spiaggia di Lavinio, mentre su Fiumicino aleggia lo spettro della realizzazione del più grande porto d’Europa: un gigante di cemento nel pieno della foce del Tevere. Quanto ad Ostia, permane la vergognosa condizione di ‘mare proibito’ con muri, cancelli, recinzioni e tornelli che impediscono di fatto il libero e gratuito accesso alla battigia e persino la vista della spiaggia. Ultimo grave episodio è stato l’allontanamento di una bambina down ‘colpevole’ di calpestare suolo pubblico senza aver pagato. Su questo episodio Legambiente ha aperto una vertenza, chiedendo al Comune di verificare i fatti ed eventualmente disporre la revoca della concessione allo stabilimento”.
“Restano molto preoccupanti anche i dati sulla depurazione -prosegue Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio- che indicano come vi sia ancora tanto lavoro da fare, soprattutto nell’area romana, per collegare tutti i cittadini alla rete fognaria. Quanto alle notizie positive, si segnala l’avvio finalmente di un’opera di demolizione degli abusi edilizi nel Comune di Ardea. Siamo invece costretti a denunciare con forza lo stallo che grava sull’ecomostro sconfitto della lottizzazione abusiva dell’Isola dei Ciurli. I 38 mila metri cubi dei 21 scheletri di villette sono stati abbattuti nel dicembre del 2007, una grande vittoria della nostra associazione e di tutti coloro che a partire dal 1968 si erano mobilitati per il rispetto della legalità. Ma ad oggi quello spazio non è stato ancora restituito ai cittadini: uno scandalo, per questo torniamo a chiedere a gran voce un impegno in tal senso anche alla Regione, visto che nel frattempo il sito è diventato area protetta, grazie all’istituzione del Monumento naturale del lago di Fondi e del parco regionale dei Monti Ausoni”.
Roma, 26 giugno 2010
Ufficio Stampa Legambiente Lazio