“Gli inquilini vittime sacrificali della macelleria del Governo”. Le conseguenze saranno catastrofiche e porteranno ad una ulteriore lievitazione degli affitti e a un ulteriore aumento della piaga degli sfratti per morosità.
ROMA 4 AGOSTO 2010
“La realtà a volte supera la fantasia. Le anticipazioni sui contenuti del decreto attuativo sul federalismo fiscale, che oggi il Consiglio dei Ministri si appresterebbe a varare, preparano una carneficina sociale: si tratterebbe di introdurre una tassa unica sugli affitti percepiti del 25 % su ogni tipologia di affitto libero e una tassa del 20% sui soli contratti a canone concordato.
Le conseguenze saranno catastrofiche e porteranno ad una ulteriore lievitazione degli affitti e a un ulteriore aumento della piaga degli sfratti per morosità.
Le cose sono infatti semplicissime.
Oggi un proprietario che affitta casa ha due possibilità di scelta: il canale libero (e paga l’aliquota relativa alla sua fascia di reddito sull’85% dell’affitto percepito) o il canale concordato, con un affitto più basso (in questo caso paga l’aliquota relativa alla sua fascia di reddito sul 59,5% dell’affitto percepito).
La ratio della legge 431/98 oggi in vigore è abbastanza logica: accetti un canone inferiore al mercato, hai una compensazione in termini fiscali.
Con la misura odierna, il governo fa il contrario di quanto sarebbe stato necessario: invece di allargare la forbice tra canone libero e canone concordato per favorire un abbassamento degli affitti e una diminuzione degli sfratti, la riduce, fino ad azzerarla.
Un esempio concreto. Con una aliquota del 33%, chi prende 10000 euro all’anno di affitto a canone libero, oggi ci paga 2805 euro di tasse. Con la nuova disposizione del governo, ci pagherà 2500 euro. Sempre con la medesima aliquota del 33%, se il medesimo appartamento veniva affittato a 8000 euro l’anno a canone concordato, oggi ci paga 1570 euro l’anno di tasse, con la nuova tassazione ci pagherà 1600 euro. Chi affitta a canone libero ci guadagnerà 305 euro, chi affitta a canone concordato, ci rimetterà 30 euro.
L’odio di classe di questo governo non ha limiti: più un proprietario è ricco e più immobili possiede, più ci guadagnerà. Se un proprietario ha un reddito basso, invece, rischia di pagare di più. Se poi ha un comportamento più equo, cioè affitta a canone concordato, vedrà il suo vantaggio fiscale ridursi, fino a scomparire, nei confronti di chi affitta secondo la logica del massimo profitto possibile.
Ma le vere vittime saranno gli affittuari.
Con questa misura si decreta in concreto la fine del canale concordato e il dominio incontrastato del libero mercato speculativo. Nella drammatica crisi economica che attraversa il Paese, le milioni di famiglie oggi in difficoltà per pagare l’affitto e su cui incombe l’incubo dello sfratto per morosità, non avranno scampo.
Questo governo è una minaccia per la coesione sociale del Paese.”
Unione Inquilini
(Aderente alla Confederazione Unitaria di Base (CUB)
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