Per essere arrestati in Turchia può essere sufficiente prendere parte a una manifestazione di protesta contro il governo, cantare slogan in lingua kurda o lanciare pietre contro le forze di polizia.
Per essere arrestati in Turchia può essere sufficiente prendere parte a una manifestazione di protesta contro il governo, cantare slogan in lingua kurda o lanciare pietre contro le forze di polizia. Sono diverse centinaia i bambini e gli adolescenti arrestati, processati e condannati negli ultimi quattro anni in virtù della “Legge anti-terrorismo” (Tmy) approvata dal parlamento di Ankara nel 2006. Per lo più si tratta di ragazzi kurdi (a volte di soli 12 anni), che vengono processati come “membri di un’organizzazione terroristica” e detenuti per lunghi periodi in strutture carcerarie dove le violenze fisiche e psicologiche sono all’ordine del giorno. Gli emendamenti alla legge – approvati a luglio dalla Turchia, in seguito alle forti pressioni interne e internazionali – sono serviti solo a mitigarne alcuni aspetti. A tutt’oggi, i minorenni incriminati in base alle vecchie norme e rimessi in libertà ammontano a poche decine.