“Serve una reazione forte delle Istituzioni che devono sostenere la battaglia di legalità delle forze dell’ordine e della magistratura”.
“E’ estremamente allarmante la reazione della Direzione Investigativa Antimafia circa le infiltrazioni mafiose a Roma e nel Lazio, serve una reazione forte delle Istituzioni che devono sostenere la battaglia di legalità delle forze dell’ordine e della magistratura -così commenta Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, le anticipazioni del quotidiano “Il Messaggero” sulla relazione semestrale al Parlamento sulle attività della DIA-. Nelle prossime settimane approfondiremo le questioni, ma il quadro che emerge mette in relazione diverse indagine già note mentre in alcuni casi emergono fatti nuovi e inquietanti. Dagli interessi nei lavori per la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga nord a Civitavecchia, alle agromafie nel mercato ortofrutticolo di Fondi, alle attenzioni lungo il litorale laziale”.
Nella Relazione si legge testualmente “La discovery di rilevanti investigazioni ha confermato come le organizzazioni macrocriminali, oramai radicate nel Lazio, soprattutto nella Provincia di Latina, siano protese a stringere alleanze finalizzate ad aggredire, in maniera sempre più stringente strategie volte a imporre un vero e proprio monopolio in alcuni settori commerciali”.
“Molto spesso i settori di interesse riguardano proprio rifiuti e cemento -prosegue Parlati-. Nel 2009 sono state ben 288 le illegalità nel settore rifiuti secondo il Rapporto Ecomafie di Legambiente con 319 persone denunciate, 23 arresti e 180 sequestri, mentre non si ferma l’escalation delle illegalità legate al cemento con 881 infrazioni, delle quali 329 nella Provincia di Latina, 1.219 persone denunciate e 360 sequestri, che fanno piazzare il Lazio stabile al terzo posto, dopo Campania e Calabria, nella classifica per queste illegalità. Servono norme più severe, con l’inserimento di tutti i gravi reati ambientali nel Codice penale, ma allo stesso tempo la Regione deve fare nuove verifiche cogliendo l’occasione della discussione sul piano rifiuti regionale per dare impulso alle Amministrazioni locali per una nuova stagione di riduzione e raccolta differenziata dei rifiuti, settori a basso livello di illegalità e infiltrazione, facilitando sul fronte del cemento abusivo il riavvio delle ruspe per gli abbattimenti.”
Tutti i cittadini che vogliono fare segnalazioni su casi di illegalità ambientale possono rivolgersi al numero verde 800-911856 dell’Osservatorio Ambiente e Legalità, che Legambiente Lazio gestisce con l’Assessorato regionale all’Ambiente.
Ufficio stampa Legambiente Lazio
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