Si procede con il terzo atto di questa farsa: la totale chiusura con il mondo del volontariato e l’affido dei canili comunali ai servizi veterinari pubblici ed alle aziende private.
Comunicato stampa LAV – Sede Territoriale Provinciale di Roma
COMUNE DI ROMA E UFFICIO DIRITTI ANIMALI: CON IL RIBALTONE DELL’ASSESSORE FABIO DE LILLO, LA CULTURA ANIMALISTA CAPITOLINA TORNA INDIETRO DI 15 ANNI
LA LAV: DA DUE ANNI, OGNI SETTIMANA, PROTESTIAMO E DENUNCIAMO PUBBLICAMENTE LA SCELLERATA GESTIONE DELL’UFFICIO DIRITTI ANIMALI
Dopo la chiusura della sede storica dell’ufficio diritti animali e la chiusura delle aree tecniche con conseguente allontanamento dei dirigenti più esperti, si procede con il terzo atto di questa farsa: la totale chiusura con il mondo del volontariato e l’affido dei canili comunali ai servizi veterinari pubblici ed alle aziende private. Chiusi tutti i servizi di repressione dei maltrattamenti e prevenzione del randagismo, la Capitale d’Italia torna indietro di 15 anni.
Questi i risultati emersi dalla conferenza stampa, indetta dalle associazioni animaliste più attive e radicate sul territorio romano, lo scorso venerdì 17 dicembre presso la Valle dei Cuccioli di Roma, in seguito alla notizia, confermata da alcuni dirigenti del servizio veterinario RMD, secondo cui il Comune di Roma, carente di fondi, avrebbe deciso di affidare la gestione dei canili comunali in parte ai servizi veterinari pubblici e in parte a aziende con fini di lucro.
“Se i cittadini romani sono così sensibili nei confronti degli animali è proprio perché hanno ancora negli occhi le condizioni psicofisiche degli animali ricoverati nel famoso canile di Portaportese, gestito fino al 2000 proprio dai servizi veterinari pubblici”, commenta la LAV Roma.
“Ci chiediamo se sia davvero la crisi economica a spingere il Comune di Roma a dichiarare sin d’ora fallimentare la gestione dell’UDA operata dai propri amministratori e a chiedere l’aiuto degli amministratori delle aziende ASL, ma soprattutto perché si eviti di indire un regolare bando di gara per l’affidamento della gestione”, aggiunge la LAV Roma.
L’Assessore Fabio De Lillo, dopo aver sottoscritto il programma animalista della LAV durante la campagna elettorale, ha fatto esattamente il contrario di quello per cui si era impegnato con i propri elettori, nel tentativo di gestire il cospicuo bilancio dell’Ufficio Diritti Animali senza il controllo e la verifica della associazioni animaliste, tentando con ogni mezzo di limitare l’azione del mondo del volontariato, allontanandolo dal Comune di Roma, con determine scorrette nel metodo e nel merito, chiudendo servizi, omettendo pagamenti dovuti, scoraggiando e spesso esautorando gli operatori del settore.
“Battaglie che l’Assessore ha sempre perso, nel confronto con il mondo dell’associazionismo – prosegue la LAV Roma – e ora l’ultimo estremo tentativo di escludere le associazioni no profit, giustificando con l’inflazionata scusa della carenza di fondi un illegale affido diretto delle strutture comunali ai servizi veterinari pubblici ed alle imprese con fini di lucro”.
L’Assessore De Lillo sembra dimenticare che i documenti comunali sono atti pubblici e che la politica di affamamento e scoraggiamento operata dall’Assessorato nello scorso anno ha determinato un eccedenza di fondi non spesi nel 2010, per gli animali, di circa 2 milioni di Euro, reimpiegabili nel 2011.
Così, mentre si smantella l’indotto faticosamente creato intorno all’Ufficio Diritti Animali e i cittadini romani assistono all’impietoso silenzio del Sindaco di Roma e del suo consulente per gli animali, il Dott. Federico Coccìa, le associazioni animaliste romane, con atto di responsabilità, lavorano sodo per sopperire alle volute carenze della politica, organizzano manifestazioni di protesta e preparano per la stampa dossier schioccanti su questi due ultimi anni di gestione dell’Assessorato all’Ambiente, affinché i cittadini romani possano avere memoria storica di chi non mantiene gli impegni elettorali assunti.
20.12.2010
Ufficio stampa LAV