Comunicato n° 2 – 18/1/2011 – Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio

Richiesta di ritirare l’azione legale intentata nei confronti di Gino Scarsi in merito alla vicenda relativa al progetto di un impianto a biomasse a Canale. Petizione on line.

 

 

 

 

Comunicato n° 2 – 18/1/2011 – Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio
1.
Su “La Repubblica” del 18 Gennaio Carlin Petrini lancia un forte “anatema” allo scriteriato consumo di terreni liberi e propone una Moratoria. L’articolo (riproposto anche sul nostro sito nazionale) può essere commentato on line su http://www.repubblica.it/ambiente/2011/01/18/news/cemento_distruttivo-11348928/?ref=HRER1-1 . Anzi: chiediamo a tutti Voi di “riempirlo” con urgenza di nostri commenti !!!
2.
Maurizio Bongioanni e Fabio Valle, dopo aver realizzato il video di presentazione del nostro Movimento nazionale, stanno iniziando a prepararne un secondo maggiormente divulgativo sul tema del consumo di territorio/suolo (cioè rivolto ad una cittadinanza meno addentro all’argomento). Ci chiedono un aiuto a reperire immagini di panorami/paesaggi (in tutta Italia) del genere “com’erano prima e come sono ora”. In pratica, immagini di luoghi prima e dopo l’intervento dell’uomo e la vittoria del cemento (o asfalto) … Qualcuno può aiutarli ? Potete inviare direttamente le vostre immagini a: m.bongioanni@gmail.com .
3.
Chiediamo a tutti (e in tutta Italia) di sottoscrivere questo appello (inviate una mail a info@stopalconsumoditerritorio.it indicando: Cognome, Nome, indirizzo, comune, provincia) a sostegno della vicenda del nostro Gino Scarsi. Come ricorderete, Gino ha ricevuto una citazione con richiesta di risarcimento danni morali (50 mila euro …) per alcune affermazioni pronunciate e scritte in merito alla questione dell’impianto a biomasse di Canale (tutte le informazioni su http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=366&Itemid=56 ). A fine Marzo si terrà la prima udienza, ma noi crediamo che questo dibattito in tribunale sia una pessima idea perché dividerà pericolosamente i cittadini di Canale e dintorni in due “fazioni”: i sostenitori di Gino e i sostenitori dell’azienda Vigolungo. Abbiamo quindi pensato che “il buon senso” dovrebbe e potrebbe portare a far sì che l’azienda ritiri la sua azione legale e per questo motivo abbiamo preparato un documento da trasmettere a breve all’azienda stessa, che dobbiamo ora siglare in tanti: lo trovate al fondo di questo messaggio.

Segreteria Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio

Spett.le
Vigolungo SpA
Canale (Cuneo)

Stim.mo Signor
Pietro Vigolungo
Canale (Cuneo)

e, per conoscenza:

Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio
Cassinetta di Lugagnano (Milano)

Gino Scarsi
Canale (Cuneo)

Oggetto: Richiesta di ritiro di azione legale nei confronti del signor Gino Scarsi da parte dell’azienda Vigolungo SpA e del signor Pietro Vigolungo.
I sottoscritti cittadini desiderano formalmente rivolgere al signor Pietro Vigolungo ed all’azienda Vigolungo SpA la richiesta di ritirare l’azione legale da essi intentata nei confronti di Gino Scarsi (primo firmatario del manifesto nazionale del Movimento Stop al Consumo di Territorio), in merito alla vicenda relativa al progetto di un impianto a biomasse a Canale. 
La nostra richiesta intende semplicemente invitare alla cancellazione di un iter giudiziario che riteniamo utile (per tutte le parti in causa) evitare, per una serie di motivazioni che sinteticamente proviamo a riassumere:
1.
Gino Scarsi è persona nota da decenni per il suo altruismo e per il suo “credo” sociale ed ambientalista. Difficile davvero poter supporre che dietro alle sue prese di posizione possano celarsi interessi personali o ambizioni.
2.
Nella vicenda dell’impianto di Canale, Gino Scarsi non ha rivestito alcun ruolo di leadership ma si è sempre espresso pubblicamente – tanto a voce quanto per iscritto – come semplice cittadino. A nostro parere ed a giudizio dei nostri legali, le affermazioni a lui contestate attraverso l’atto di citazione non contengono ingiurie, offese, falsità ma semplici deduzioni di carattere generale e particolare che riteniamo non possano essere giudicate come atti “dolosi” quanto come la libera espressione di una cittadinanza che ritiene essenziale il ruolo della ricerca di dialogo in ogni aspetto del nostro vivere quotidiano.
3.
La reazione critica dei cittadini di Canale e dintorni alla notizia del progetto di impianto a biomasse, ha ricevuto un’adesione numericamente così ampia che se davvero ciò fosse il “prodotto” delle parole di Gino Scarsi ci troveremmo dinanzi ad una situazione di proselitismo di massa al limite del fanatismo. Cosa decisamente poco credibile … Ricordiamo, inoltre, che il problema della centrale a biomasse ha visto un dibattito civile ed esemplare, con la partecipazione attenta di cittadini di ogni età e ceto, un dibattito pragmatico senza ideologismi preconcetti e senza violenze di alcun genere, basato su dati tecnici e su considerazioni conseguenti.
4.
L’autorizzazione alla costruzione dell’impianto a biomasse è stata negata dalla Conferenza dei Servizi indetta dall’Amministrazione Provinciale di Cuneo e non da Gino Scarsi o da qualche “terrorista ecologico” (definizione – assolutamente spiacevole e che rigettiamo con fermezza – utilizzata nell’atto di citazione dai Legali Vigolungo).
5.
Dopo l’autonoma decisione della Conferenza dei Servizi, l’atto di citazione suona come il desiderio di voler tacitare a tutti i costi le voci libere e le menti pensanti della Società Civile. Ciò è grave e desideriamo invitarVi a ragionare attentamente sulla situazione che si rischia di creare. Ovvero una divisione che non gioverà a nessuno e, per di più, all’interno di un piccolo paese. Nel più puro stile dell’agire NonViolento (che caratterizza sia il nostro modello e sia quello dell’amico Gino Scarsi) non siamo interessati ad attizzare ulteriormente il fuoco di una polemica inutile, ma non siamo disponibili ad accettare che uno di noi possa essere “vestito” dei panni del capro espiatorio. Per tale motivo auspichiamo che l’azione legale da Voi intentata possa essere da Voi stessi ritirata nell’immediato e che, pertanto, si possa chiudere la vicenda senza né vinti né vincitori, “accontentandoci” reciprocamente che abbia prevalso l’interesse generale …

 

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