Futuro incerto per il Parco dello Stelvio

E’ cominciata così la “rottamazione” del Parco dello Stelvio, denunciata da decine di associazioni ambientaliste che si sono spinte fino a chiedere al Presidente Napolitano di non firmare il decreto del Governo.

 

 

PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO DECAPITATO
Un altro passo verso la rottamazione.

Decaduto oggi il consiglio direttivo del parco non verrà rinnovato

Solo incertezze per il futuro della (ex) area protetta più grande delle Alpi

Lo scorso dicembre il Governo ha fatto il “notaio” dell’Autonomia Sudtirolese, trasformando in Decreto i desideri del Presidente Luis Durnwalder, per sancire la divisione del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio tra le due Province autonome e la Regione Lombardia, avendo ottenuto in cambio l’astensione dei parlamentari SVP al voto di fiducia del 14 dicembre.
E’ cominciata così la “rottamazione” del Parco dello Stelvio, denunciata da decine di associazioni ambientaliste che si sono spinte fino a chiedere al Presidente Napolitano di non firmare il decreto del Governo.
Ora è una scadenza formale a segnare una nuova puntata di quello che appare l’inesorabile declino che rischia di portare alla definitiva estinzione dell’ente che gestisce il Parco Nazionale dello Stelvio. Oggi infatti si è riunita per la sua ultima seduta il Consiglio Direttivo del consorzio parco: la scadenza è un ordinario fine mandato, ma la notizia è che non verranno nominati nuovi organi. L’ente decapitato infatti si estinguerà nei sei mesi che seguiranno la pubblicazione del decreto approvato il 22 dicembre dal Consiglio dei Ministri, che al momento è alla firma del Presidente della Repubblica, e spetterà alla Regione Lombardia e alle Province di Trento e di Bolzano decidere le sorti di un Parco che quest’anno avrebbe dovuto festeggiare il 76mo anniversario della sua istituzione.
“Siamo fortemente preoccupati perché, al momento, sembra chiaro che il Parco Nazionale non sopravvivrà a questo crescendo di smottamenti – dichiara il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – la perdita di un’area protetta di rilevanza internazionale è un pugno allo stomaco per la credibilità delle politiche di conservazione e il prestigio del nostro Paese, svenduti per una manciata di voti di fiducia”.

L’ufficio stampa Legambiente

 

http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=3&contenuti_id=2268

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