Gli ordini del giorno relativi agli sfratti per morosità che i gruppi PD e MPA hanno presentato accogliendo la proposta di Unione Inquilini.
“E’ il frutto della nostra iniziativa, portata avanti da soli, che si è articolata da una parte nei picchetti antisfratto che effettuiamo in tutta italia e dall’altra nella iniziativa di pressione esercitata sui gruppi della camera dei deputati che consente di fare entrare nella discussione del decreto milleproroghe la questione sfratti per morosità. Gli ordini del giorno erano l’unica possibilità vista la fiducia imposta dal governo che ha fatto decadere tutti gli emendamenti”.
segreteria nazionale
unione inquilini
Ordini del giorno relativi agli sfratti per morosità e presentati dai deputati Braga ( Pd), Pompili e Morassut (Pd) e Lombardo ed altri (MpA)
La Camera,
premesso che:
l’articolo 2, comma 12- sexies, del provvedimento all’esame proroga gli sfratti per famiglie in disagio abitativo composte da anziani ultrasessantacinquenni o portatori di handicap gravi o minori con reddito complessivo famigliare inferiore a 27.000 euro che abbiano in esecuzione uno sfratto per finita locazione;
in Italia nel 2009 (ultimi dati ufficiali dell’Osservatorio del Ministero dell’interno) vi sono state oltre 60.000 nuove sentenze di sfratto (20 per cento in più del 2008), di cui oltre 50.000 per morosità dell’inquilino. Ormai ogni 6 sfratti emessi, 5 sono per morosità e 1 per altra causa. Quindici anni fa era esattamente il contrario, ogni 6 sfratti emessi, solo 1 era per morosità dell’inquilino;
questi dati, come nel caso dell’usura, rappresentano la punta dell’iceberg di una sofferenza molto più estesa e che coinvolge, specialmente oggi a causa della crisi, centinaia di migliaia di famiglie che vivono un disagio abitativo molto acuto, in particolare nello zone svantaggiate del Paese;
negli ultimi due anni, in particolare, in coincidenza con l’esplodere della crisi economica, le sentenze emesse per la morosità hanno subito una pericolosa impennata;
il taglio drastico intervenuto ai danni del fondo nazionale per il sostegno all’affitto per i nuclei bisognosi, con l’approvazione della recente legge di stabilità, produrrà un ulteriore aggravamento della situazione;
con l’attuale andamento, il gap tra sfratti per morosità emessi, in vertiginoso aumento, ed esecuzione degli sfratti attraverso la forza pubblica (un dato stabile negli ultimi anni, intorno a 25.000 esecuzioni forzate ogni anno) è destinato a crescere ulteriormente;
le conseguenze negative di tale situazione si riversano non solo in termini sociali sugli inquilini in difficoltà, ma provoca, altresì, gravi danni economici sui proprietari, che non ricevono il canone pattuito e ai danni di Stato, regioni e comuni, a causa delle minori entrate fiscali;
a causa dell’eccezionale crisi economica che ha investito il Paese si è intervenuti ai fini di agevolare il pagamento dei mutui per l’acquisto della prima casa a favore dei nuclei in difficoltà, anche sospendendo il pagamento delle rate e consentendo una rinegoziazione e rimodulazione dei mutui medesimi. Occorre, pertanto, agire in maniera analoga anche per la morosità incolpevole, riguardante coloro che sono stati colpiti da eventi quali disoccupazione o cassa integrazione ovvero i nuclei che hanno i requisiti per accedere ai benefici previsti dalle attuali normative in materia di contributo all’affitto ovvero sono collocati utilmente in graduatoria per ottenere l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica;
senza un intervento sulla materia degli sfratti per morosità e in assenza di sostegno ai comuni e alle regioni, con particolare attenzione alle aree del mezzogiorno dove la crisi economica è ancora più accentuata e dove la morosità semmai rappresenta l’ulteriore aggravamento di una situazione drammatica di famiglie in povertà, stante l’assenza di un Piano casa nazionale efficace e concreto, si lasciano i comuni e le regioni da soli ad affrontare tale grave problema;
in alcuni importanti comuni italiani sono stati stipulati accordi tra le parti, agevolati dall’intervento delle istituzioni locali e dalle prefetture, che, pur in assenza di una normativa nazionale, hanno cominciato ad affrontare questo grave problema sociale. In alcuni casi, per esempio, è stata prevista la possibilità di rinegoziare sfratti per morosità in nuovi contratti di locazione, attraverso agevolazioni fiscali ai proprietari, contributi per gli inquilini, riduzione degli affitti praticati, in cambio di fideiussioni attivate presso istituti bancari che garantiscono il pagamento del canone anche in caso di successiva morosità dell’inquilino;
diventa improcrastinabile l’adozione di una normativa nazionale di riferimento che possa agevolare, con il concorso di regioni ed enti locali, l’adozione di misure idonee a ridurre questa acuta emergenza sociale ed economica,
Impegna il Governo
a valutare la possibilità di assumere iniziative, anche di carattere di normativo, come l’attivazione di un fondo nazionale di rotazione da istituire con il concorso di regioni ed enti locali, al fine di permettere la trasformazione degli sfratti per morosità in nuovi contratti di locazione, possibilmente con l’individuazione di contributi e agevolazioni;
a convocare, a tale scopo, un tavolo di concertazione con tutte le parti interessate dei sindacati degli inquilini, dei rappresentanti della proprietà, le regioni e gli enti locali.
9/4086/40 Lombardo, Lo Monte, Commercio, Latteri. (Gruppo Mpa)
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La Camera, premesso che:
in Italia nel 2009 (ultimi dati ufficiali dell’Osservatorio del Ministero dell’interno) vi sono state oltre 60.000 nuove sentenze di sfratto (20 per cento in più del 2008), di cui oltre 50.000 per morosità dell’inquilino. Ormai ogni 6 sfratti emessi, 5 sono per morosità e 1 per altra causa. Quindici anni fa era esattamente il contrario, ogni 6 sfratti emessi, solo 1 era per morosità dell’inquilino. Questi dati, come nel caso dell’usura, rappresentano solo la punta dell’iceberg di una sofferenza molto più estesa e che coinvolge, specialmente oggi a causa della crisi, centinaia di migliaia di famiglie che vivono un disagio abitativo molto acuto: negli ultimi 5 anni sono state emesse 246.000 sentenze, di cui 194.000 morosità, mentre 121.000 sfratti sono stati eseguiti con la forza pubblica. Negli ultimi due anni, in particolare, in coincidenza con l’esplodere della crisi economica, le sentenze emesse per la morosità hanno subito una pericolosa impennata. Con la tendenza attuale, si può ritenere che nei prossimi tre anni possano essere emesse tra 150.000 e 200.000 nuove sentenze di sfratto per morosità. Il taglio drastico intervenuto ai danni del fondo nazionale per il sostegno all’affitto per i nuclei bisognosi, intervenuto nella recente legge di stabilità, produrrà un ulteriore aggravamento della situazione suddetta;
con l’attuale andamento, il gap tra sfratti per morosità emessi, in vertiginoso aumento, ed esecuzione degli sfratti attraverso la forza pubblica (un dato stabile negli ultimi anni, intorno a 25.000 esecuzioni forzate ogni anno) è destinato a crescere ulteriormente;
le conseguenze negative di tale situazione si riversano non solo in termini sociali sugli inquilini in difficoltà, ma provoca, altresì, gravi danni economici sui proprietari, che non ricevono il canone pattuito e ai danni di Stato, regioni e comuni, a causa di minori entrate fiscali;
a causa dell’eccezionale crisi economica che ha investito il Paese si è intervenuti ai fini di agevolare il pagamento dei mutui per l’acquisto della prima casa a favore dei nuclei in difficoltà, anche sospendendo il pagamento delle rate e consentendo una rinegoziazione e rimodulazione dei mutui medesimi. Occorre, pertanto, agire in maniera analoga anche per la morosità incolpevole, riguardante coloro che sono stati colpiti da eventi quali disoccupazione o cassa integrazione ovvero i nuclei che hanno i requisiti per accedere ai benefici previsti dalle attuali normative in materia di contributo all’affitto ovvero sono collocati utilmente in graduatoria per ottenere l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica;
in alcuni importanti comuni italiani sono stati stipulati accordi tra le parti, agevolati dall’intervento delle istituzioni locali e dalle prefetture, che, pur in assenza di una normativa nazionale, hanno cominciato ad affrontare questo grave problema sociale. In alcuni casi, per esempio, è stata prevista la possibilità di rinegoziare sfratti per morosità in nuovi contratti di locazione, attraverso agevolazioni fiscali ai proprietari, contributi per gli inquilini, riduzione degli affitti praticati, in cambio di fideiussioni attivate presso istituti bancari che garantiscono il pagamento del canone anche in caso di successiva morosità dell’inquilino;
diventa urgente l’adozione di una normativa nazionale di riferimento che possa agevolare, con il concorso di regioni ed enti locali, l’adozione di misure idonee a ridurre questa acuta emergenza sociale ed economica,
Impegna il Governo
a valutare la possibilità di assumere una iniziativa, anche con l’attivazione di un fondo nazionale di rotazione da attivare con il concorso di regioni ed enti locali, al fine di permettere la trasformazione degli sfratti per morosità in nuovi contratti di locazione, anche con l’individuazione di contributi e agevolazioni;
a convocare, a tale scopo, un tavolo di concertazione con tutte le parti interessate dei sindacati degli inquilini, dei rappresentanti della proprietà, le regioni e gli enti locali.
9/4086/43 Pompili, Morassut. (PD)
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La Camera, premesso che:
la strategia del Governo in materia di politiche abitative appare del tutto inadeguata e insufficiente; in particolare, si registra l’assenza di qualsiasi iniziativa per fronteggiare l’emergenza abitativa, fatta salva la proroga al 31 dicembre 2011, disposta con il comma 12-sexies del presente provvedimento;
al di là della scelta presso ché obbligata della proroga, manca una politica strutturale di intervento sulle politiche abitative e, al contrario, il Governo ha sensibilmente ridotto le risorse a favore di enti locali e territoriali per la realizzazione delle iniziative a sostegno dei soggetti disagiati;
in particolare si segnala, nel bilancio per l’anno finanziario 2011, una decurtazione di quasi il 34 per cento dei capitoli di riferimento;
la manovra 2011, inoltre, opera un drastico e insostenibile taglio sul Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione: il cosiddetto «fondo affitti» di cui all’articolo 431 del 1998, avrà risorse del tutto insufficienti 11, comma 1, della legge n. al fabbisogno per tutto il prossimo triennio: la «previsione» è di 33,55 milioni di euro per il 2011, 33,9 milioni di euro per il 2012 e 14,3 milioni di euro per il 2013; il netto taglio del Fondo affitti evidenziato, in particolare, nel Bilancio di previsione è l’effetto della riduzione operata sulle risorse delle 78 del 2010 approvato regioni a statuto ordinario dal citato decreto-legge n. l’estate scorsa e che ha «anticipato» la manovra 2011;
il Fondo affitti è, tuttora, il principale sostegno alla locazione dei soggetti a medio- basso reddito; il Fondo eroga contributi ai conduttori – privati – a basso reddito per il pagamento dei canoni di locazione, mentre le regioni ed i comuni – che hanno 78 del subito, pressoché integralmente, la manovra del citato decreto-legge n. 2010 – dovrebbero integrare con propri fondi tali esigue risorse;
il taglio, rispetto alle disponibilità degli anni precedenti, è ingente ed insostenibile: lo stesso Fondo aveva una «dotazione» di oltre 335 milioni nel 2001 che, dieci anni dopo, a fronte di bisogni ben superiori, risulta ridotta al 10 per cento dello stanziamento 2001 e che consentirebbe di soddisfare solo il 15 per cento delle domande previste;
a fronte di tale indebolimento delle politiche abitative si assiste ad un incremento esponenziale del numero di sfratti per morosità che hanno raggiunto il 90 per cento dei provvedimenti di sfratto emessi, le conseguenze negative di tale situazione si riversano non solo in termini sociali sugli inquilini in difficoltà, ma provoca, altresì, gravi danni economici sui proprietari, che non ricevono il canone pattuito e ai danni di Stato, Regioni e Comuni, a causa di minori entrate fiscali;
a causa dell’eccezionale crisi economica che ha investito il Paese si è intervenuti ai fini di agevolare il pagamento dei mutui per l’acquisto della prima casa a favore dei nuclei in difficoltà, anche sospendendo il pagamento delle rate e consentendo una rinegoziazione e rimodulazione dei mutui medesimi. Occorre, pertanto, agire in maniera analoga anche per la morosità incolpevole, riguardante coloro che sono stati colpiti da eventi quali disoccupazione o cassa integrazione ovvero i nuclei che hanno i requisiti per accedere ai benefici previsti dalle attuali normative in materia di contributo all’affitto ovvero sono collocati utilmente in graduatoria per ottenere l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica;
in alcuni importanti comuni italiani sono stati stipulati accordi tra le parti, agevolati dall’intervento delle istituzioni locali e dalle Prefetture, che, pur in assenza di una normativa nazionale, hanno cominciato ad affrontare questo grave problema sociale. In alcuni casi, per esempio, è stata prevista la possibilità di rinegoziare sfratti per morosità in nuovi contratti di locazione, attraverso agevolazioni fiscali ai proprietari, contributi per gli inquilini, riduzione degli affitti praticati, in cambio di fideiussioni attivate presso istituti bancari che garantiscono il pagamento del canone anche in caso di successiva morosità dell’inquilino;
diventa urgente l’adozione di una normativa nazionale di riferimento che possa agevolare, con il concorso di regioni ed enti locali, l’adozione di misure idonee a ridurre questa acuta emergenza sociale ed economica,
Impegna il Governo:
ad adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte a: finanziare con fondi certi, costanti nel tempo, e commisurati al fabbisogno, in particolare dei comuni ad alta tensione abitativa, le politiche abitative e gli investimenti negli alloggi sociali;
reintegrare il Fondo affitti con risorse adeguate a soddisfare le richieste di contributi;
valutare l’opportunità di incentivare le iniziative degli enti locali che adottano misure di sostegno ai cittadini che si trovano in condizioni di morosità incolpevole, contribuendo concretamente al mantenimento degli alloggi, coinvolgendo in un tavolo di concertazione tutte le parti interessate dei sindacati degli inquilini, dei rappresentanti della proprietà, le regioni e gli enti locali.
9/4086/162Braga, Mariani, Realacci, Benamati, Bocci, . Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Viola. (PD)
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L’ordine del giorno presentato, sempre al decreto Milleproroghe, dal PD su proposta e predisposizione da parte dell’Unione Inquilini di una bozza, in merito agli enti previdenziali pubblici cartolarizzati e occupanti senza titolo.
La Camera, premesso che:
l’alienazione degli alloggi degli enti previdenziali pubblici è ormai avvenuta per la maggior parte del patrimonio (circa 100.000 alloggi) attraverso il cosiddetto processo di “cartolarizzazione»;
la parte restante, valutata ad oggi in circa 9000 alloggi, in gran parte localizzati nella Capitale, non è priva di problemi seri ed irrisolti;
la cartolarizzazione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici è stata decisa dal Parlamento italiano su richiesta del Governo;
con il decreto-legge 25 settembre 2001, n. 410, il suddetto percorso di modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. «cartolarizzazione» è stato avviato cedendo gli immobili ad una società, la SCIP, che ha condotto la rivendita agli inquilini secondo procedure ben definite: prezzo di vendita individuato sulla base delle valutazioni correnti di mercato diminuito del 30 per cento ed ulteriore abbattimento del prezzo per l’acquisto secondo la procedura del mandato collettivo, almeno l’80 per cento delle unità immobiliari complessive di ciascun immobile, al netto di quelle libere;
la legge stabiliva inoltre che le unità immobiliari definitivamente offerte in opzione entro il 26 settembre 2001 venissero vendute anche successivamente al prezzo e alle condizioni indicati nell’offerta, che anche in caso di mancanza di tale offerta, ai conduttori che avessero manifestato la volontà di acquistare entro il 31 ottobre del 2001, fossero vendute al prezzo ed alle condizioni in vigore alla medesima data;
agli inquilini con livelli di redditi medio bassi, 19 mila euro annui, veniva garantito il rinnovo del contratto di locazione per 9 anni, a decorrere dalla prima scadenza del contratto successiva al trasferimento delle unità immobiliari alla SCIP e agli anziani ultrasessantacinquenni era consentita l’alienazione della sola nuda proprietà, nel caso di esercizio del diritto di opzione con riferimento al solo diritto di usufrutto;
fu stabilita una sanatoria per gli occupanti senza titolo, limitatamente alle occupazioni che non comportavano reato diverso dalla semplice occupazione abusiva, fino al settembre 2001;
207, convertito, con con il decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 14, si è proceduto alla modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. liquidazione della Società di cartolarizzazione degli immobili pubblici (SCIP), i beni immobili non ancora alienati venivano restituiti al soggetti originariamente proprietari, gli enti previdenziali pubblici, e si stabiliva che i medesimi procedessero alla vendita diretta degli immobili con le medesime disposizioni vigenti per le operazioni di cartolarizzazione;
era in ultimo previsto che si potessero, al fine di favorire la tutela del diritto di abitazione, promuovere azioni per la definizione del contenzioso privilegiando soluzioni transattive e di bonario componimento;
a distanza di oltre due anni dalla liquidazione della SCIP gli enti previdenziali pubblici tornati in possesso degli alloggi, in particolare l’INPS, non hanno dato ancora corso alle procedure di vendita degli alloggi secondo quanto stabilito dalle leggi in materia precedentemente richiamate;
migliaia di famiglie si trovano oggi nella preoccupante condizione di aver avviato mutui per acquistare l’alloggio, congelato risparmi consistenti gravando sui propri bilanci, assunto impegni che rischiano di restare senza esito e di assistere nel pieno della crisi nel frattempo sopraggiunta all’erosione delle risorse accantonate per acquistare l’alloggio;
i conduttori con bassi redditi che non sono stati in grado di comperare l’alloggio rischiano di restare senza casa e di essere sfrattati essendo nel frattempo scaduti i termini della proroga della locazione;
resta irrisolto il problema degli occupanti senza titolo che tuttavia hanno pagato regolare affitto agli enti previdenziali pubblici e che rischiano di ampliare le fila del disagio abitativo se non considerati come parte di una soluzione complessiva e concertata,
Impegna il Governo
ad operare, nel più breve tempo possibile, per venire incontro alle richieste delle famiglie che intendono acquistare l’alloggio agli stessi patti e condizioni di quanti hanno già completato l’acquisto negli anni precedenti lo scioglimento di SCIP;
a sollecitare rapidamente l’INPS affinché vengano celermente riattivate le procedure di alienazione degli immobili alle stesse condizioni e modalità previste dalla legislazione vigente in materia richiamata nelle premesse con l’obbiettivo di concludere il processo di cartolarizzazione, stabilizzare la situazione di migliaia di famiglie che vivono in una situazione di incertezza e di recuperare risorse consistenti alla amministrazioni pubbliche in un momento di crisi economica e finanziaria;
ad ottemperare alla richiesta delle famiglie di aprire sotto il coordinamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali un tavolo di confronto tra le rappresentanze degli inquilini e l’INPS finalizzato ad individuare una soluzione positiva per i conduttori che non sono stati in grado di comperare l’alloggio e che sono oggi privi di ogni garanzia e copertura di fronte al rischio di sfratto e di risoluzione del contratto di locazione;
ad affrontare e risolvere in un quadro di garanzie sociali il problema degli occupanti senza titolo che benché privi di contratto pagano regolarmente l’affitto all’INPS e che rappresentano una fascia non trascurabile di famiglie che rischiano di accrescere la crescente condizione di precarietà abitativa che interessa milioni di famiglie italiane.
9/4086/44 Morassut, Pompili. (PD)