Violenza sessuale e sgombero dell’ex ambasciata somala: la punizione collettiva non è una soluzione.
Comunicato stampa
Roma, 27 febbraio 2011
Violenza sessuale e sgombero dell’ex ambasciata somala: la punizione collettiva non è una soluzione
Medici per i Diritti Umani (MEDU) manifesta vicinanza e solidarietà alla ragazza vittima del grave atto di violenza sessuale occorso la sera di venerdì scorso presso l’ex-ambasciata somala di Via dei Villini e auspica che i responsabili vengano individuati al più presto. Allo stesso tempo MEDU esprime viva preoccupazione per le dichiarazioni del Sindaco Alemanno che chiede l’espulsione collettiva per tutti i rifugiati che si trovavano all’interno dell’ex ambasciata somala.
Fatta salva l’impraticabilità giuridica di una tale soluzione, è indispensabile distinguere le responsabilità individuali di chi si è reso autore di un odioso crimine, dalla condizione di profonda emarginazione che vivono oltre cento profughi somali, tutti in possesso di un regolare permesso di soggiorno per protezione internazionale. Già oltre due mesi fa, MEDU, insieme a molte altre associazioni, aveva rivolto un appello alle istituzioni (vedi comunicato del 21 dicembre 2010) – rimasto del tutto inascoltato – affinché si individuassero con urgenza soluzioni di accoglienza dignitose e percorsi di integrazione per i rifugiati somali (vedi testimonianze) costretti a vivere da anni in condizioni disumane presso il fatiscente edificio dell’ex-ambasciata di Via dei Villini. Nell’appello si denunciava “l’invivibilità” e le drammatiche condizioni alloggiative ed igienico-sanitarie (vedi foto parte1 e parte2) all’interno della struttura con evidenti rischi sia per la salute individuale e collettiva sia per la sicurezza. Oltre l’inaccettabile episodio di cronaca, è dunque indispensabile un’analisi più articolata sulla vicenda del degrado dell’ex-ambasciata di Via dei Villini e un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni sulle gravi carenze del sistema di accoglienza e integrazione per i rifugiati. E’ del resto evidente che in questa situazione, come in molte altre presenti a Roma, l’attuazione di reali politiche di accoglienza e di integrazione sarebbe anche il migliore strumento per prevenire la violenza e garantire sicurezza ai cittadini.
Sono inoltre sconcertanti le modalità con cui è avvenuto lo sgombero dell’edificio di Via dei Villini, la notte di sabato 26 febbraio, prodotto da un’imponente spiegamento di forze di polizia. Agli oltre cento cittadini somali che trovavano rifugio presso l’ex ambasciata è stato concesso di ritirare i pochi effetti personali, prima di essere allontanati non solo dall’edificio ma anche dall’area limitrofa a Via dei Villini. I rifugiati sono stati abbandonati a se stessi in mezzo alla strada, braccati dalle forze di polizia che non permettevano loro di stazionare in nessuna area, senza che venisse predisposto dal Comune e dalla altre istituzioni, un minimo piano di accoglienza in qualche struttura. Considerate tra l’altro, le rigide temperature di quella notte, tutto ciò non può non sembrare una sorta di punizione collettiva per delle colpe, se pur gravi, commesse solo da alcune persone, probabilmente già identificate e detenute presso la Questura di Roma. In mezzo alla strada – e privati, nel corso dello sgombero, dei farmaci essenziali per la terapia – si sono trovati anche pazienti affetti da serie patologie croniche (ipertensione, diabete) utenti dell’unita mobile di assistenza di MEDU presente settimanalmente in Via dei Villini dal dicembre scorso. Solo a notte inoltrata, e dopo ripetute segnalazioni alla Sala Operativa Sociale , quattro di questi pazienti hanno trovato una sistemazione e sono stati accompagnati dagli operatori di MEDU presso una struttura di accoglienza.
Nell’immediato Medici per i Diritti Umani chiede che siano assicurate minime condizioni di accoglienza per i rifugiati sgomberati dall’ex-ambasciata somala. MEDU torna inoltre a chiedere che ai titolari di protezione internazionale somali venga assicurata una reale opportunità di integrazione.
Medici per i diritti umani, organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale, ha fornito dal 2004 assistenza e orientamento socio-sanitario a oltre 7000 persone senza dimora di Roma nell’ambito del progetto Un Camper per i Diritti. Da dicembre 2010, l’unita mobile di MEDU presta settimanalmente assistenza socio-sanitaria ai rifugiati dell’ex ambasciata somala di Via dei Villini.