Radio Vaticana, Comitato: “Mancato riscatto e silenzio Istituzioni”

E’ stato dimostrato e confermato che l’emittente della Santa Sede ha violato la legge italiana. Ma da parte delle Istituzioni e dall’emittente pontificia solo silenzio.

 

 

COMUNICATO STAMPA del 5 MARZO 2011
RADIO VATICANA. MANCATO RISCATTO, EFFETTI COLLATERALI E SILENZIO TOTALE DELLE ISTITUZIONI.

A seguito della sentenza della Corte di Cassazione di giovedì 24 febbraio 2011, dal massimo responsabile della Radio Vaticana, il direttore generale, padre Federico Lombardi, portavoce di Papa Benedetto XVI, ci saremmo aspettati dei buoni propositi per un riscatto morale ed una presa di coscienza del fatto che, nei tre gradi di giudizio, su cui si basa l’iter processuale del sistema giudiziario della Repubblica italiana, è stato dimostrato e confermato che l’emittente della Santa Sede ha violato la legge italiana.
Al contrario, padre Lombardi, il giorno dopo, si è rammaricato per la sentenza della Cassazione e ha messo in evidenza il fatto che anche la Procura Generale della suprema Corte aveva ritenuto infondati alcuni motivi del ricorso.
Ma padre Lombardi ha nascosto il fatto che il Procuratore Generale della Cassazione, nella sua arringa, abbia ribadito l’esistenza del reato penale e la reità dell’unico responsabile superstite, il cardinale Tucci, ed abbia soltanto richiesto l’annullamento, con il conseguente rinvio ai giudici di secondo grado, della parte della sentenza della Corte d’Appello relativa alla rifusione dei danni alle parti civili e al pagamento delle spese processuali. 
Il direttore generale della Radio Vaticana ha ritenuto poi ingiuste le accuse nei confronti dell’emittente pontificia, continuando a definire presunti, nonostante la sentenza definitiva, sia il superamento del limite di legge e sia i disturbi alla popolazione, adducendo a propria giustificazione il fatto che l’emittente si sarebbe sempre attenuta alle norme internazionali prima della introduzione della normativa italiana e si attiene a questa norma dopo il suo avvento.
Ma il gesuita ha sorvolato sul fatto che la sentenza di primo grado emessa il 9 maggio 2005 dal Tribunale di Roma, confermata dalla Corte d’Appello il 12 ottobre 2009 e dalla Cassazione il 24 febbraio scorso, aveva accertato che il reato, per i fatti denunciati a quel tempo alla Procura della Repubblica dagli Enti istituzionali preposti ai controlli (l’attuale ARPA-Lazio e la Polizia Postale), si era protratto fino al 31/12/2000, cioè oltre due anni dopo l’instaurazione della normativa italiana attraverso il decreto interministeriale n. 381 del 10 settembre del 1998, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana n. 257 del 3 novembre 1998 e che, in ogni caso, nella Regione Lazio, prima di novembre 1998, era in vigore la legge regionale n. 56 del 11/9/1989.
Infine, padre Lombardi ha tentato ancora una volta di rassicurare la popolazione affermando che, essendo la normativa italiana molto restrittiva, non vi può essere nella popolazione stessa alcun motivo di preoccupazione, facendo riferimento ad un desiderio sempre esistito di collaborazione.
Al contrario, fin dall’inizio di questa lunghissima vicenda la Radio Vaticana ha sempre rifiutato ogni colloquio sia con i Cittadini, sia con le istituzioni locali. Non possiamo dimenticare il fatto che al tempo della prima campagna di misurazioni istituzionali, eseguite nel 1999 sotto l’egida della Regione Lazio, la Radio Vaticana rifiutò qualunque dialogo con la popolazione e con la Regione dichiarando che l’unico suo interlocutore poteva essere soltanto il Ministero degli Esteri.
I Cittadini di Roma Nord ritengono che tutte queste argomentazioni del Vaticano siano soltanto un tentativo mal riuscito di cercare di sottrarsi alle proprie responsabilità, confondere l’opinione pubblica e poter così continuare ad operare come sempre ha fatto, noncurante della legge italiana e della vita dei Cittadini. I problemi causati ai Cittadini che vivono entro un raggio di 12 km sono soltanto EFFETTI COLLATERALI, che possono essere sopportati dalla comunità dei residenti nell’interesse del servizio ecumenico che l’emittente della Santa Sede deve svolgere.
Tutto questo è inaccettabile perché è pagato, sulla base dei risultati dell’indagine epidemiologica svolta su mandato del Tribunale di Roma nell’ambito del procedimento giudiziario per omicidio plurimo colposo e lesioni multiple colpose, con tre nuovi morti all’anno di leucemia ed un nuovo caso di leucemia infantile ogni anno.
Tutto questo avviene nel silenzio totale delle autorità locali e centrali: il presidente del XX Municipio, il sindaco, il presidente della Provincia, la presidente della Regione, il ministro della Salute, dell’Ambiente e degli Affari Esteri Frattini, il presidente del Consiglio.

Coordinamento dei Comitati di Roma Nord

cittadiniattivi@libero.it

 

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