Borse lavoro per 9 detenuti, colonie agricole delle Case di Reclusione Sarde convertite al bio, trasformato in spazio verde biologico anche il terrazzo del Centro di Prima Accoglienza minorile di Roma.
L’agricoltura biologica per una “pena utile” a Convegno
Borse lavoro per 9 detenuti, colonie agricole delle Case di Reclusione Sarde convertite al bio, trasformato in spazio verde biologico anche il terrazzo del Centro di Prima Accoglienza minorile di Roma
Sono alcuni dei risultati tangibili dei progetti di agricoltura biosociale realizzati da AIAB
Le prime quattro borse lavoro per i nove detenuti della Casa circondariale di Bergamo, che hanno partecipato al corso di formazione in agricoltura biologica con il progetto di AIAB e dell’Associazione Amici di Areté, saranno attivate nel mese di aprile.
Il punto sul progetto, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dalla Cassa delle Ammende del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero della Giustizia, è stato fatto oggi a Roma in occasione del Convegno nazionale L’agricoltura biologica per una “pena utile”, cui hanno partecipato Francesco Riva, Ufficio Agricoltura Biologica (SAQ X), MIPAAF; Luigia Culla, Direttore Generale dell’Esecuzione Penale Esterna del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria; Carolina Lussana, Vice Presidente della Commissione Giustizia Camera dei Deputati; Antonino Porcino, Direttore della Casa Circondariale di Bergamo; Severina Panarello, Ufficio Esecuzione Penale Esterna Bergamo; Donatella Caponetti, Centro per la Giustizia Minorile del Lazio; Angiolo Marroni, Garante dei detenuti del Lazio; Gianpaolo Cassitta, PRAP (Provveditorato Regionale per l’Amministrazione Penitenziaria) Sardegna; oltre ad esperti e rappresentanti di aziende biologiche che operano con detenuti, dell’Amministrazione Penitenziaria centrale e regionale e del Ministero delle Politiche Agricole.
All’incontro è stato fatto il punto anche su altre iniziative finalizzate alla formazione e all’inserimento lavorativo di persone sottoposte a misure penali alle quali AIAB collabora. Tra queste particolarmente rilevante il Progetto C.O.L.O.N.I.A. del Provveditorato Regionale della Sardegna, per la conversione al bio delle attività delle colonie agricole delle Case di Reclusione di Is Arenas, Isili e Mamone. Il progetto, di durata triennale, ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale e lavorativa delle colonie agricole di Is Arenas, Isili, Mamone, attraverso la loro qualificazione produttiva con metodologie innovative mai utilizzate in nessun penitenziario Italiano. Secondo la convenzione stipulata con l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica – Sardegna, le colonie agricole entreranno nel sistema di certificazione del biologico, grazie anche un processo continuato di assistenza e formazione. I prodotti delle colonie sarde (formaggio, miele, mirto, polline, conserve, piante officinali) saranno in seguito immessi nel mercato. In fase di avvio, il primo corso di formazione del Progetto COLONIA partità ad aprile, dalla Case di Reclusione di Isili.
Al convegno sono state presentate anche le esperienze realizzate e in corso di svolgimento con il Centro per la giustizia Minorile del Lazio e in Lombardia. Se il progetto Aretè si segnala per l’alto numero di detenuti coinvolti e l’ampio coinvolgimento di diversi attori del territorio (privato, privato sociale, enti religiosi, organizzazioni imprenditoriali, enti pubblici e istituzioni), che rappresenta un presupposto fondamentale per l’attivazione di progetti di agricoltura sociale, il progetto Coltiviamo Valori si segnala per la sua forte valenza educativa.
Proprio grazie al progetto Coltiviamo Valori, il terrazzo, finora spoglio, del Centro di Prima Accoglienza di Roma del Dipartimento per la Giustizia Minorile, si è trasformato da qualche mese in uno spazio verde bio: una parte coltivato con piante ornamentali, l’altra ad orto pensile. Coltiviamo Valori è stato realizzato dall’ AIAB in collaborazione con il Centro per la Giustizia Minorile (CGM) del Lazio, in seguito ad un protocollo d’intesa sottoscritto con l’intento di promuovere iniziative di carattere educativo per i minori sottoposti a misure penali, attraverso la pratica di agricoltura biologica.
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