Gli attivisti di Greepeace hanno piantato migliaia di croci al circo Massimo, per ricordare le vittime del disastro nucleare di Cernobyl.
Duemila croci per ricordare Cernobyl
L’esplosione del reattore numero 4 della centrale di Cernobyl e l’incendio che ne seguì provocarono un’emissione di radiazioni nell’atmosfera di molte centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
La maggior parte delle radiazioni fu rilasciata nei primi dieci giorni. A causa di condizioni meteorologiche particolarmente variabili la contaminazione ambientale ricadde su ampie zone dell’Europa. La nube radioattiva raggiunse anche gran parte dell’Italia.
La contaminazione non scompare dall’oggi al domani: le conseguenze del disastro persistono ancora oggi. Lo scorso marzo una squadra di nostri esperti ha realizzato una serie di analisi nella regione circostante la centrale, riscontrando sia un rischio per la fragilità del sarcofago che attualmente copre il reattore, sia la presenza di alimenti contaminati nella zona.
A Cernobyl, esattamente 25 anni dopo l’esplosione – nello stesso giorno e alla stessa ora – gli attivisti hanno proiettato l’urlo nucleare sul sarcofago.
Dopo 25 anni l’incubo ritorna: Fukushima. Proprio come Cernobyl, l’incidente della centrale di Fukushima è stato classificato di settimo livello, il più alto, della scala INES della IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) che definisce il livello di gravità degli incidenti nucleari.
Fukushima rischia di essere addirittura peggio di Cernobyl, a causa della maggiore radioattività presente nel sito e della maggiore densità demografica delle aree limitrofe. Inoltre, diversamente da quanto accadde a Cernobyl, in Giappone grandi quantità di sostanze radioattive sono state rilasciate in mare, contaminando in questo modo anche le reti alimentari marine. In questo momento la nostra campaigner Mare, Giorgia, si trova sulla Rainbow Warrior, in navigazione verso Fukushima proprio per compiere un monitoraggio indipendente sulla contaminazione radioattiva in mare.
Intanto a Roma il Circo Massimo è stato trasformato dagli attivisti in un memoriale a cielo aperto in ricordo delle vittime di Cernobyl. Sulle croci c’è anche la data del 12-13 giugno 2011, quando dovrebbe tenersi il referendum sul nucleare che il governo italiano sta cercando di affossare. È paradossale che a meno di due mesi dal referendum ancora non sappiamo con sicurezza se verremo chiamati a decidere su un tema tanto importante come quello del nucleare.
L’energia nucleare è troppo pericolosa per avere un futuro. Il governo, invece di sabotare il referendum, deve dichiarare la fine del nucleare in Italia per sempre, prendendo impegni per promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.