Numerosissime sono state le adesioni all’appello lanciato dall’ANC per la liberazione di Joaquin Pérez Becerra, immediatamente dopo il suo arresto a Caracas.
Tale appello viene depositato presso le sedi delle rappresentanze diplomatiche venezuelane in italia, insieme al presente comunicato.
Per sottoscrivere questo comunicato inviare una mail a nuovacolombia@yahoo.it
COMUNICATO ALLE SEDI DIPLOMATICHE VENEZUELANE IN ITALIA
Il gigantesco fiume di proteste, giunte da ogni angolo del mondo in risposta alla consegna nelle mani dello Stato narco-paramilitare colombiano del giornalista svedese da parte delle autorità venezuelane, riflette, tra le altre cose, la profonda amarezza di tutti i settori che, in Venezuela come all’estero, più si sono spesi per la difesa della Rivoluzione Bolivariana.
Il sentimento diffuso e prevalente è la rabbia per ciò che appare un tradimento dei valori bolivariani, oltre che dei principi alla base della stessa Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Il messaggio che viene percepito guardando a questa vicenda è che tra l’oligarchia santanderista colombiana (nemico strategico del progetto bolivariano) e coloro che denunciano il terrorismo di Stato del regime di Bogotá, il governo venezuelano abbia scelto di stare con la prima in virtù di una serie di calcoli tattici ed opportunistici completamente sbagliati, rischiando un vero e proprio suicidio politico.
La fiducia che era stata riposta nel Venezuela si è rotta e difficilmente potrà essere ristabilita. La consegna del direttore di ANNCOL allo Stato terrorista colombiano ricorda nei contenuti e nelle forme l’Operazione Condor, che il governo colombiano sta riproponendo ovunque gli siano concessi degli spazi da parte di altri governi.
Il giornalista Joaquín Pérez è stato consegnato a Santos violando i suoi diritti più elementari, in fretta e furia e come una merce di scambio. Non solo non avrà un processo giusto in Colombia, ma subirà pure le angherie del paramilitarismo di Stato nelle carceri in cui è e sarà imprigionato.
Con questo gesto, oltre a colpire tutti coloro che hanno speso anni nella difesa e promozione della Rivoluzione Bolivariana, viene debilitata al contempo la figura del presidente Chávez, pregiudicando la possibilità di vincere le elezioni nel 2012. Davanti ad una destra oligarchica rinvigorita e che si riorganizza, il PSUV sta andando alla battaglia elettorale privo dei suoi migliori alleati, privo delle organizzazioni di massa che sempre lo hanno sostenuto, e privo della sua arma più importante: la fiducia del popolo nel governo venezuelano e nella figura del suo dirigente. La base del chavismo non sarà più quella che riportò Chávez al Palazzo di Miraflores nel 2002, e questo rischia di compromettere tutti gli sforzi ed i sacrifici che in tredici anni sono stati fatti. Ad un´oligarchia propaggine dell´imperialismo e quinta colonna del neo-col! onialismo nel continente, come quella colombiana, non si può e non si deve vendere l´anima.
Chiediamo al presidente Chávez in persona di avere il coraggio di riconoscere la responsabilità di questo gravissimo errore etico, politico e strategico, e d´invertire immediatamente la direzione di marcia che lo sta portando diritto nel baratro, insieme a gran parte del progetto bolivariano in Venezuela.
Associazione nazionale Nuova Colombia