Poiane, civette e volpi rinchiuse in piccole gabbie ricoperte di escrementi. Rischiano l’abbattimento.
Il caso – Il legale del medico indagato per maltrattamento di animali nega le accuse: «Le gabbie erano pulite e gli uccelli stavano per essere portati in un terreno acquistato da poco»
Il capo della polizia provinciale: «Stiamo cercando informazioni per risalire alla provenienza»
Il blitz che ha portato alla scoperta, in un garage di Lipomo, di un vero e proprio “lager” nel quale erano imprigionati 32 animali selvatici ha suscitato scalpore. E mentre per alcuni dei rapaci liberati sembra essere inevitabile l’abbattimento a causa delle pessime condizioni in cui sono stati ritrovati, proseguono serrate le indagini. «Attualmente stiamo cercando di scoprire da dove siano potuti arrivare questi animali – dice il comandante della polizia della Provincia di Como, Claudio Comolli – È una fase molto delicata. Stiamo cercando informazioni anche da alcuni bracconieri in passato coinvolti nel traffico di esemplari simili per capire quali strade seguire». Gli animali liberati grazie all’intervento delle guardie venatorie e agli uomini del servizio veterinario dell’Asl sono: 3 cornacchie grigie, un corvo imperiale, 4 gazze, un crociere, 6 gheppi, 2 civette, una ghiandaia, 2 allocchi, 2 gufi comuni, 2 sparvieri, 5 poiane, un nibbio bruno, ma anche una volpe e un coniglio selvatico.
«Si tratta di esemplari che possono arrivare a costare anche mille euro ciascuno – dice Claudio Comolli – Molto probabilmente, sono stati catturati direttamente all’interno dei nidi e poi allevati». Molto spesso «i bracconieri utilizzano mezzi brutali per intrappolarli. Oltre alle classiche trappole – spiega sempre Comolli – spesso stendono una sostanza adesiva nei punti dove vanno a posarsi gli uccelli, così da bloccarli. Usano un vischio molto resistente che fa subito presa sulle zampe degli animali i quali molto spesso, essendo leggeri, non hanno la forza sufficiente per liberarsi».
L’anomalia è che «in passato è già accaduto di scoprire animali custoditi illegalmente – dice Comolli – Ma di solito, chi li detiene irregolarmente, li tratta bene. Ne ha cura. Qui invece ci ha sorpreso lo stato di maltrattamento in cui vivevano». Una situazione decisamente particolare. «Il nostro veterinario, entrato nel garage, ha riscontrato lesioni di ogni tipo sui rapaci. Ferite cutanee, penne della coda spezzate, cornee con delle congiuntiviti gravi – dice il responsabile del dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asl di Como, Giulio Gridavilla – Ha scattato alcune foto che mostrano lo stato di maltrattamento». Intanto l’avvocato Pier Paolo Livio, che segue il medico radiologo dell’ospedale di Menaggio, Enrico Casartelli, denunciato dopo il ritrovamento nel suo garage dei rapaci, ieri è nuovamente intervenuto. «Chiederò al magistrato, non appena sarà possibile, di interrogare il mio assistito – spiega l’avvocato Livio – Non ha nulla da nascondere. Le gabbie non erano piccole ma adeguate e pulite con ammoniaca. E i rapaci “irregolari” erano 4, e non una trentina, donati per riconoscenza da un paziente del mio assistito che, tra l’altro, aveva appena acquistato un terreno dove trasferirli».
Il blitz che ha portato alla scoperta, in un garage di Lipomo, di un vero e proprio “lager” nel quale erano imprigionati 32 animali selvatici ha suscitato scalpore. E mentre per alcuni dei rapaci liberati sembra essere inevitabile l’abbattimento a causa delle pessime condizioni in cui sono stati ritrovati, proseguono serrate le indagini. «Attualmente stiamo cercando di scoprire da dove siano potuti arrivare questi animali – dice il comandante della polizia della Provincia di Como, Claudio Comolli – È una fase molto delicata. Stiamo cercando informazioni anche da alcuni bracconieri in passato coinvolti nel traffico di esemplari simili per capire quali strade seguire». Gli animali liberati grazie all’intervento delle guardie venatorie e agli uomini del servizio veterinario dell’Asl sono: 3 cornacchie grigie, un corvo imperiale, 4 gazze, un crociere, 6 gheppi, 2 civette, una ghiandaia, 2 allocchi, 2 gufi comuni, 2 sparvieri, 5 poiane, un nibbio bruno, ma anche una volpe e un coniglio selvatico.
«Si tratta di esemplari che possono arrivare a costare anche mille euro ciascuno – dice Claudio Comolli – Molto probabilmente, sono stati catturati direttamente all’interno dei nidi e poi allevati». Molto spesso «i bracconieri utilizzano mezzi brutali per intrappolarli. Oltre alle classiche trappole – spiega sempre Comolli – spesso stendono una sostanza adesiva nei punti dove vanno a posarsi gli uccelli, così da bloccarli. Usano un vischio molto resistente che fa subito presa sulle zampe degli animali i quali molto spesso, essendo leggeri, non hanno la forza sufficiente per liberarsi».
L’anomalia è che «in passato è già accaduto di scoprire animali custoditi illegalmente – dice Comolli – Ma di solito, chi li detiene irregolarmente, li tratta bene. Ne ha cura. Qui invece ci ha sorpreso lo stato di maltrattamento in cui vivevano». Una situazione decisamente particolare. «Il nostro veterinario, entrato nel garage, ha riscontrato lesioni di ogni tipo sui rapaci. Ferite cutanee, penne della coda spezzate, cornee con delle congiuntiviti gravi – dice il responsabile del dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asl di Como, Giulio Gridavilla – Ha scattato alcune foto che mostrano lo stato di maltrattamento». Intanto l’avvocato Pier Paolo Livio, che segue il medico radiologo dell’ospedale di Menaggio, Enrico Casartelli, denunciato dopo il ritrovamento nel suo garage dei rapaci, ieri è nuovamente intervenuto. «Chiederò al magistrato, non appena sarà possibile, di interrogare il mio assistito – spiega l’avvocato Livio – Non ha nulla da nascondere. Le gabbie non erano piccole ma adeguate e pulite con ammoniaca. E i rapaci “irregolari” erano 4, e non una trentina, donati per riconoscenza da un paziente del mio assistito che, tra l’altro, aveva appena acquistato un terreno dove trasferirli».
Fabrizio Barabesi
Nella foto:
Uno dei molti rapaci notturni trovati rinchiusi nel garage di Lipomo
Scoperto a Lipomo un “lager” di animali: medico nei guai (www.corrieredicomo.it)