“L’iperattività nei bambini non è malattia di origine genetica”

Nuovo studio svedese su un data-base di oltre 1 milione di bambini: la nascita pretermine è associata al rischio di iperattività nei bambini.

COMUNICATO STAMPA DEL 04/06/2011

Poma (Giù le Mani dai Bambini): “L’ennesima prova che l’iperattività non è una malattia di origine genetica, ma il sintomo di problematiche diverse. Ci si chiede allora perchè utilizzare psicofarmaci su bambini, invece che ricercare i veri motivi del disagio”

Un recente studio condotto in Svezia dal Karolinska Institutet, pubblicato sulla rivista scientifica “Pediatrics”, rivela che i bambini che nascono prematuri hanno maggiori possibilità che nel corso del tempo si manifesti la Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività (bambini troppo agitati e distratti), curata spesso con potenti metanfetamine. I ricercatori hanno scoperto che tale rischio è “consistente anche nei bambini nati solo tre settimane prima del termine naturale della gravidanza”.

Lo studio, condotto da Karolina Lindström, ha analizzato un database svedese di ben 1.242.459 bambini dai 6 ai 19 anni. Gli studiosi hanno rilevato che i nati tra la 23° e 28° settimana rischiavano 2 volte e mezzo di più la probabilità di vedersi diagnosticare l’ADHD. Anche per una lieve prematurità, essendo nati tra la 37° o 38° settimana, il rischio raggiungeva comunque il 20%. E’ evidente che il nascere prematuri non è l’unico fattore che influisce sul rischio di una successiva diagnosi di disturbo da deficit di attenzione, e che i fattori socio-economici in cui cresce il bambino giocano sicuramente un ruolo, ma questo fattore non può e non deve essere trascurato.

Claudio Ajmone (psicoterapeuta ed esperto italiano di ADHD) ha dichiarato “Questo esperimento è l’ultimo di una lunga serie di analoghi esperimenti e dimostra in modo magistrale come lo ADHD sia generato da nascite pretermine, anche moderate, oltre ogni ragionevole dubbio, avendo utilizzato un campione ampiamente rappresentativo e controllate variabili confondenti quali quelle genetiche, perinatali e socioeconomiche. A sua volta questo filone è solo uno dei tanti che riguardano le patologie e condizioni che ‘mimano’ l’ADHD, che sono non meno di 267. Un numero così elevato di patologie che presentano l’iperattività tra i propri sintomi nasconde una semplice verità: l’ADHD deriva direttamente da altre realtà cliniche, e non è una realtà clinica indipendente. Solo accettando questa realtà si può coerentemente dare ai bambini la giusta diagnosi e cura di cui hanno diritto e bisogno.”

Luca Poma, giornalista e Portavoce nazionale di “Giù le ManidaiBambini” – il più rappresentativo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org) – ha commentato così lo studio: “Questo studio è ennesima prova che l’iperattività non è una malattia di origine genetica, ma il sintomo di problematiche diverse. Ci si chiede allora perchè utilizzare psicofarmaci su bambini, invece che ricercare i veri motivi del disagio. Il punto è che ne il Ministro Fazio, su cui ricade la responsabilità politica della salute dei nostri bambini, ne l’Istituto Superiore di Sanità, sui cui ricade la responsabilità tecnica, paiono minimamente interrogarsi su queste novità: evidentemente, nella pratica, la salute dei nostri bambini interessa poco a questi interlocutori istituzionali”.

La notizia disponibile in inglese al link: http://pediatrics.aappublications.org/cgi/content/abstract/peds.2010-1279v1

Campagna Nazionale “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI”
Non ETICHETTARE tuo figlio, ASCOLTALO!
www.giulemanidaibambini.org www.donttouchthechildren.org

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *