Giovedì 9 giugno, alle ore 10, presidio di CUB-Sanità presso la sede Inail in corso di Porta Nuova, 19, a Milano.
Patologie del sistema neurologico periferico e muscolo-scheletrico che troppo spesso l’Inail rifiuta di riconoscere agli operatori del socio-assistenziale-sanitario addetti all’assistenza di soggetti anziani e disabili. CUB-Sanità chiede il riconoscimento delle origini professionali delle malattie da sforzo, l’intensificazione dei controlli ispettivi, l’adozione da parte degli amministratori degli istituti di misure preventive, possibilità di accedere agli ausili e la revisione del minutaggio minimo essenziale da parte della Regione.
7 giugno 2011. Giovedì 9 giugno, alle ore 10, presidio di CUB-Sanità presso la sede Inail in corso di Porta Nuova, 19, a Milano.
“Mentre si allunga la prospettiva di vita delle persone, va morendo quel modello sociale che permetteva alle famiglie di occuparsi in prima persona di anziani e disabili” informa Walter Gelli, segretario generale di CUB-Sanità “costringendole a ricorrere sempre di più a centri diurni o residenziali protetti”.
Va da sé che la diffusione di queste realtà ha comportato l’aumento di personale assistenziale chiamato a volgere mansioni non soltanto delicate, ma allo stesso tempo anche faticose.
“Per chiarirci meglio, ogni lavoratore sulla carta dovrebbe avere il tempo necessario per accudire (il cosiddetto minutaggio) condizioni organizzative adeguate, e gli strumenti per poter muovere letteralmente i pazienti” prosegue Gelli “in realtà il tempo a loro disposizione è insufficiente, l’organizzazione il più delle volte è inadeguata, anche a causa del sottodimensionamento del personale in turno, e le emergenze vanificano il ricorso agli ausili meccanici”.
La conseguenza è l’ormai chiara, ed epidemica, insorgenza di patologie professionali, che incidono sul sistema nervoso e sull’apparato muscolo-scheletrico, riconosciute non a caso anche nelle ultime edizioni delle Tabelle Ministeriali.
“Alla base della nostra rivendicazione, in avvio di un percorso di lotta, ci sono rivendicazioni quali il riconoscimento delle origini professionali delle malattie da sforzo, l’intensificazione dei controlli ispettivi, l’adozione da parte degli amministratori e dei padroni degli istituti di misure preventive, oltre all’assetto di organici e organizzazioni di lavoro adeguate, con la concreta possibilità di accedere agli ausili” spiega il leader di CUB-Sanità “e, a condire il tutto, l’impegno da parte della Regione Lombardia di rivedere il criterio del cosiddetto minutaggio minimo essenziale; mentre l’Inail sembra non interessarsi minimamente al problema, che, non solo non riconosce, ma troppe volte né sottovaluta anche la gravità dei postumi permanenti”.
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Confederazione Unitaria di Base