L’inquinamento atmosferico prodotto dalla centrale a carbone impatterebbe su un’area di centinaia di chilometri, rendendo l’aria della “Padania” ancor più irrespirabile.
Luca Zaia, il governatore leghista della Regione Veneto, vuole fare un regalo a Enel: cambiare la legge di un parco già fragilissimo – quello del Delta del Po – per consentire la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle. C’è poco tempo per fermarlo: in Consiglio regionale stanno discutendo la legge proprio in queste ore.
L’inquinamento atmosferico prodotto dalla centrale a carbone impatterebbe su un’area di centinaia di chilometri, rendendo l’aria della “Padania” ancor più irrespirabile.
Questa centrale produrrebbe:
- Più di 10 milioni di tonnellate l’anno di CO2: oltre 4 volte le emissioni annuali di una città come Milano
- Circa 2.800 tonnellate l’anno di ossidi di azoto, equivalenti alle emissioni di 3,5 milioni di auto
- Circa 3.700 tonnellate di ossidi di zolfo, cioè più del doppio delle emissioni dell’intero settore trasporti in Italia
Il progetto di riconversione a carbone è già stato bocciato dal Consiglio di Stato: vogliono cambiare la legge per aggirare la sentenza e favorire Enel.
L’occupazione e lo sviluppo industriale non c’entrano nulla. Davanti alla vecchia centrale c’è il terminal gasifero offshore più grande del mondo: convertire la centrale a gas costerebbe la metà, occuperebbe poco meno e inquinerebbe molto meno. Se poi Enel spendesse quei soldi in energia pulita, occuperebbe fino a 17 volte di più.