La botta c’è ed è forte. Qualcuno evoca già il double dip (doppia recessione). Si va giù di brutto, si risale un po’ e poi si riscende di nuovo.
Appuntamenti d’autunno. Editoriale di Contropiano
La botta c’è ed è forte. Qualcuno evoca già il double dip (doppia recessione). Si va giù di brutto, si risale un po’ e poi si riscende di nuovo. A questa crisi non pare esserci una o più soluzioni canoniche sul piano dell’economia politica, anzi nonostante tutte le soluzioni avanzate seguendo le strade di sempre – da quella di Obama a quella dell’Unione Europea – il risultato è che la speculazione finanziaria, dimensione ormai prevalente del capitalismo, continua a cercare e sentire l’odore del sangue alimentata proprio da quella liquidità finanziaria che gli Stati continuano a immettere sottraendo risorse alla spesa pubblica e sociale.
I governi in pratica versano acqua preziosa per lavoratori, disoccupati, malati, pensionati, alunni e studenti, e la gettano continuamente in un secchio bucato. Così è chiaro che non può continuare, da qualche parte, in qualche modo e con tutti i mezzi necessari occorre fermarli…
A livello europeo si sta cercando di coordinare l’azione dei movimenti sociali e sindacali per mettere di traverso alle manovre lacrime e sangue una opposizione e una alternativa frontale.
Nel nostro paese vengono indicati i primi appuntamenti per prepararsi alla mobilitazione d’Autunno consapevoli che stavolta niente potrà avere il carattere della convenzionalità o della liturgia. Il gioco si sta facendo duro.
Il 10 settembre i movimenti sociali e il sindacalismo conflittuale si sono dati un primo appuntamento nazionale a Roma convocato da una esperienza dinamica e orizzontale come Roma Bene Comune per “ricomporre dal basso, inventare un nuovo processo di reciproco riconoscimento, ricostruire nella piazza, dentro le lotte, nella chiarezza dell’indipendenza, l’immaginario e lo spazio del conflitto, la possibilità della trasformazione radicale dell’esistente”. E’ scritto nell’appellodi convocazione che “senza chiusure e senza ideologismi, vogliamo condividere con le altre lotte, con gli altri movimenti, le reti indipendenti e il sindacalismo conflittuale l’idea di percorrere insieme il prossimo autunno dando voce e forza alle tante esperienze indipendenti ed autorganizzate”.
Per il 1 ottobre è stato poi convocato un ulteriore appuntamento nazionale sulla base di un appello sottoscritto da Giorgio Cremaschi e da altri compagni – tra i quali anche noi – che intende discutere la messa in campo di cinque punti per un programma di affrontamento diretto contro il “governo unico asservito alle banche”. E’ un primo tentativo di costruire politicamente, oltre socialmente, una alternativa fondata sulla indipendenza al quadro esistente. E’ ormai chiaro che Berlusconi non è l’unico problema da liquidare, oltre Berlusconi si staglia ormai un nuovo blocco politico completamente appiattito sui diktat dell’Unione Europea e dei mercati finanziari, e in questo caso la partita si farà più rognosa perché in questo blocco la cooptazione dei sindacati e dell’opposizione antiberlusconiana è costituente. Molti compagni di strada di ieri e di oggi saranno quelli che ci chiederanno ancora una volta la “riduzione del danno” come avvenuto in passato. E’ per questo motivo che da tempo insistiamo su una opzione politicamente indipendente che non strumentalizzi più i movimenti sociali e i sindacati per sacrificarli poi sul piano della governabilità.
I due appelli per gli appuntamenti nazionali del 10 settembre e del 1 ottobre:
> INDIPENDENZA E CONFLITTO SOCIALE
> Dobbiamo fermarli! 5 proposte per un fronte comune contro il governo unico delle banche