Il presidente di Anci Toscana è intervenuto a Firenze al X Meeting sulla Finanziaria, a cui ha preso parte anche il segretario generale ANCI Angelo Rughetti.
COMUNICATO STAMPA
Cosimi: “Si toglie ai Comuni capacità di investimento e la manovra diventa solo recessiva”
Firenze, 26 settembre 2011. “Come comuni non siamo in una fase ‘movimentista’, stiamo proponendo soluzioni concrete, correttivi che possano consentire ai comuni di spendere i soldi che hanno a bilancio e di investire sul territorio”. Ad affermarlo è il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno, che ha preso parte oggi a Firenze alla X edizione del Meeting sulla Finanziaria promosso da Anci Toscana in collaborazione con ANCI, iniziativa che ha visto la partecipazione di oltre 200 persone tra amministratori ed esperti. “Come Comuni dobbiamo chiedere più responsabilità – ha affermato Cosimi nel suo intervento – Abbiamo bisogno di un grado di libertà ulteriore rispetto a oggi”. Il presidente di Anci Toscana è tornato a ribadire i tre punti su cui occorre intervenire con più urgenza: la revisione del Patto di stabilità, il rapporto tra interessi a mutuo e spesa corrente, lo sblocco dei residui passivi. “Il combinato disposto di questi elementi – ha aggiunto – toglie ai Comuni capacità di investimento e in questo modo la manovra diventa recessiva, perchè resta in piedi solo la questione dei tagli. Bisogna ‘liberare’ i Comuni che hanno risorse da spendere”.
All’iniziativa è intervenuto anche il segretario generale ANCI Angelo Rughetti: “Abbiamo assistito a tre manovre in poco più di 13 mesi. Nella situazione in cui ci troviamo oggi, il processo del federalismo fiscale è morto, adesso dobbiamo concentrarci su come si fanno i bilanci 2012”, ha affermato Rughetti.
Come fare? “L’anticipo dell’Imu al 2012 potrebbe anche avere effetti positivi sui bilanci, a condizione che l’aliquota base venga alzata e che la compartecipazione Iva si trasformi in compartecipazione Irpef, si sta valutando la possibilità di riportare la prima casa dentro la fiscalità locale attraverso un restyling della Tarsu – ha aggiunto Rughetti –, stiamo ragionando per impugnare gli articoli 4 e 16 della manovra presso la Corte costituzionale, ci sono grosse incertezze rispetto alla norma sui comuni virtuosi”. Infine la questione della revisione del Patto di stabilità: “Occorre trovare il modo di spendere e di investire senza andare a incidere sui vincoli del Patto e dobbiamo ragionare su una nuova versione del Patto di stabilità, su un nuovo asse tra Regione e Comuni perchè non ha più senso che questi due soggetti abbiamo regole di Patto diverse. Bisogna anche trovare nuove forme di valorizzazione del patrimonio immobiliare dei Comuni”.
Nel corso del meeting ha preso la parola anche il direttore scientifico Ifel Silvia Scozzese, che ha ricordato l’ammontare del contributo finanziario al risanamento richiesto ai comuni con la manovra 2011: 7 miliardi nel 2013 (2 dei quali da attribuire alla manovra 2011), di cui 2,5 derivanti da tagli di trasferimenti e 4,5 da obiettivi imposti dal Patto di stabilità. “Restiamo in attesa – ha affermato Scozzese – del decreto che regoli l’utilizzo dei proventi derivanti dalla Robin tax ai fini della diminuzione degli obiettivi imposti dal Patto”. Altri punti su cui permangono elementi di incertezza, secondo Scozzese, sono la distinzione tra Comuni virtuosi e non virtuosi rispetto alla partecipazione al risanamento imposto dalla manovra, e la possibile applicazione del Patto di stabilità anche ai Comuni tra 1000 e 5000 abitanti. Scozzese è intervenuta poi sul tema dell’addizionale Irpef: “E’ ipotizzabile un appiattimento dell’aliquota verso l’alto da parte della stragrande maggioranza (95,5%) degli enti, con un ricorso alla leva fiscale finalizzato alla chiusura dei bilanci. L’incremento dell’aliquota andrebbe cioè a compensazione del contributo finanziario 2012 richiesto ai comuni e non sarebbe finalizzato all’aumento di servizi o a progetti di spesa pubblica, ferme restando le incognite rispetto a come questo si concilia con le regole del Patto di stabilità”.
Ufficio stampa Anci Toscana