“Ecco come ENI potrebbe far sparire una montagna di arsenico”

Venezia Porto Marghera Area Montefibre. Dove ora sono seppellite tonnellate di velENI sarà costruito il più grande terminal contenitori dell’Adriatico.

ENI Marghera: ecco come potrebbero far sparire una montagna di arsENIco

Il Canale che va dalla Bocca di Malamocco al Canale Industriale Ovest, dai terrENI alla laguna è pieno zeppo di velENI micidiali. Tutte porcherie accumulate lì in decenni di produzioni dalle virtuose società del Gruppo Eni: Enichem, Montedipe, Montefibre, Syndial.

Stiamo parlando di migliaia di tonnellate di ArsENIco, Cadmio, Mercurio, Piombo, Zinco, idrocarburi, diossine, benzene etc etc. Nella falda del sito di Montefibre inoltre, sono state riscontrate paurose concentrazioni di ArsENIco, Piombo, organo-alogenati, Dicloroetano, Tricloroetano, Tetracloroetano. Ne sanno qualcosa gli operai del Petrolchimico di Porto Marghera che son schiattati in questi anni e tutti coloro che, ancor oggi, ne portano sulla propria pelle le conseguenze in termini di malattie gravi. Né sono una dimostrazione anche i vari procedimenti – tutt’ora pendenti – intentati contro l’ENI, non solo per gravi reati contro l’ecosistema e disastro ambientale ma anche per omicidio colposo plurimo. Quì consentiteci una mesta parentesi. In questa repubblica delle banane (dove i tribunali non riescono a garantire in egual misura a tutti la giustizia a cui avrebbero diritto) il sistema giudiziario è stato talmente clemente con l’ENI che gli ha garantito la totale immunità da tutti i reati più gravi (grazie a cavilli e lungaggini son andate prescritte le imputazioni di omicidio colposo). Considerato che la prescrizione non inficia ancora la possibilità d’ottenere il risarcimento dei danni patiti (amara consolazione) c’è uno sparuto gruppetto di sfegatati utopisti che spera ancora d’ottenere giustizia. Sti eroici masochisti hanno formulato contro l’ENI richieste risarcitorie per milioni di euro (vedi doc. all. pdf e qui riprodotto della III Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Venezia).

Ecco i nomi dei Don Chisciotte veneti antagonisti dell’ENI: Associazione Salvaguardia Malcontenta, Associazione Lavoratrici Lavoratori Chimici Affini, Cooperativa Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute, Confederazione Unitaria di Base C.U.B. Nazionale. Tutti questi hanno chiamato a rispondere i top manager di Syndial Attività Diversificate Spa e dell’ENI (nonché del Gruppo EDISON Spa) che si sono succeduti negli anni alla guida delle aziende killer del Petrolchimico di Marghera. Sul banco degli imputati: Franco SMAI, Lucio PISANI, Federico ZERBO, Cirillo PRESOTTO, Domenico PALMIERI, Alberto BURRAI, Giovanni PARILLO, Luigi PATRON, Emilio BARTALINI, Renato CALVI, Alberto GRANDI, Pier Giorgio GATTI, Giovanni D’ARMINIO MONFORTE, Paolo MORRONE, Giancarlo REICHENBACH, Gaetano FABBRI, Giorgio PORTA e Italo TRAPASSO.

Comunque non fatevi illusioni. Sta benemerita azione legale non solo non impensierisce per nulla l’ENI ma è pure destinata all’oblio. Tra non molto il Governo darà il via al più imponente colpo di spugna della storia del nostro paese cancellando tutti i reati ambientali cagionati dall’ENI, passati, presenti, e chi lo sa, magari anche futuri.

Come sopra accennato parlavamo d’un progetto di Terminal Container nelle aree più inquinate di Venezia. Un grande Terminale portuale dedicato al traffico containerizzato. Sapete com’è, conoscendo il vizietto che c’hanno taluni d’interrare i propri velENI qualche preoccupazione è più che giustificata. (a volte la storia si ripete). Quì nell’Area Montefibre, verrà messa in campo un’infrastruttura davvero gigantesca, un Distriparck con i contro cazzi in grado di competere con i Porti di Gioia Tauro e VTE-Voltri Terminal Europe (Genova). Per aver un’idea orientativa delle dimensioni del progetto immaginatevi 876.500 mq coperti interamente da milioni di tonnellate di cemento armato, calcestruzzo ed asfalto (pensate a tutto il ben di dio che può essere occultato lì sotto). Ecco, questo sarà il Nuovo Terminal Contenitori di Venezia. Il progetto – di cui trovate un estratto pdf qui allegato e riprodotto – è stato pensato, elaborato e messo in campo proprio dai geniali uomini dell’ENI (ecco perché nutriamo qualche più che legittimo sospetto) e sarà gestito i prima persona dalla società Venice Newport Container and Logistic Spa. E’ previsto che a regime in quest’area transiteranno non meno di 5 milioni di container l’anno. Ovviamente andrà all’uopo predisposta l’intera area. Attualmente son in corso i lavori di dragaggio dei fondali (non avete manco la più pallida idea delle schifezze che si stanno portando in superficie) per permettere l’accosto di navi con pescaggio fino a 12 metri di tipo Panamax (per intenderci quelle navi che hanno una portata di 5000 container). Tra prima e dopo verranno dragati e riesumati qualcosa come 4 milioni di metri cubi di melme arsenicali e fanghi clorurati (e dove buttiamo tutto sto ben di dio?). I lavori son inziati nel giugno 2011 e secondo i progettisti dovrebbero concludersi entro l’agosto del 2012.

Riflessione dell’uomo della strada (dell’uomo della strada in quanto tale).

Sapete no, che i bravi cagnetti hanno la simpatica abitudine di andare a sotterrare l’osso perché nessuno lo trovi. Ecco. State all’occhio perché c’è un altro cagnetto (birichino) che c’ha la poco simpatica abitudine di andare a sotterrare i suoi velENI. Perché nessuno li trovi più.

Ed è un cagnetto a sei zampe.

Doc.pdf. all.: “Eni_Matt_Marghera_Terminal_Container_Project”
http://piemonte.indymedia.org/attachments/oct2011/eni_matt_marghera_terminal__container_project.pdf

Doc.pdf. all.: “ENI_Causa_Lavoratori_Porto_Marghera”
http://piemonte.indymedia.org/attachments/oct2011/eni_causa_lavoratori_porto_marghera.pdf

 

Dal portale Indymedia
http://piemonte.indymedia.org/article/13491
 

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