OGM, lancio rapporto curato da Vandana Shiva; AIAB e FIRAB: “Italia punti su modello agricoltura sostenibile, vari subito clausola di salvaguardia e più controlli su sementi importate”.
Roma, 18 ottobre 2011 Comunicato stampa
“Gli Ogm in agricoltura? Un fallimento totale.” Lo documenta il rapporto “THE GMO EMPEROR
HAS NO CLOTHES – Rapporto globale dei cittadini sugli OGM” curato da Vandana Shiva, che raccoglie evidenze planetarie di impatti e resistenze sociali. Un fallimento che intanto produce danni economici e ambientali su cui le istituzioni devono vigilare e legiferare per salvaguardare persone e territori. È questo il commento di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica), co-promotori del rapporto stesso, alla vigilia della sua presentazione in anteprima mondiale.
“L’Italia ha finora agito da argine al transgenico grazie alla massiccia, estesa e diffusa opposizione all’introduzione di colture OGM di agricoltori e consumatori, che è stata capace di imporre alle istituzioni centrali e territoriali una politica ispirata alla precauzione. Tuttavia questo non basta più e vanno predisposte con urgenza iniziative legislative e di sviluppo a tutela dell’agricoltura italiana, a partire da quella biologica”, afferma Andrea Ferrante, Presidente di AIAB.
Nonostante l’impegno delle organizzazioni sociali ed economiche e delle istituzioni, purtroppo sul piano giuridico agricoltori e consumatori italiani ancora non hanno certezze sugli OGM. Le priorità di intervento che rivendichiamo vanno dal varo urgente della clausola di salvaguardia, cosicché l’Italia si unisca ai numerosi Paesi europei che hanno vietato la coltivazione degli eventi transgenici, alla predisposizione di un piano mangimistico che faccia leva su risorse foraggere autoctone, sull’inclusione di piante proteiche nelle rotazioni previste dal greening della PAC e sull’importazione della quota mancante con soia non-GM; a un piano sementiero lungimirante per le piante oleaginose integrato da più efficaci controlli sulle sementi importate; alla definizione di dispositivi normativi sulla responsabilità penale e civile dell’industria sementiera biotech all’origine dei problemi di contaminazione.
“La Sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone l’obbligo di etichettatura come OGM di miele e prodotti apiferi contaminati dal transgenico, l’abbandono di coltivazioni di mais biologico in Spagna per l’ingestibilità della coesistenza con il mais Bt, i campi di mais laziali risultati positivi ai controlli effettuati dagli organi di vigilanza dell’ARSIAL e le sanzioni che gravano su coltivatori di sementi acquistate come convenzionali, testimoniano le incompatibilità agronomiche, ambientali, economiche e normative che circondano la vicenda OGM, rendendola insostenibile”, aggiungono Maria Grazia Mammuccini e Luca Colombo di FIRAB, coautori del capitolo italiano del rapporto.
Dal lancio del rapporto di Vandana Shiva l’Italia può trarre nuova linfa per chiudere definitivamente l’infelice parentesi transgenica puntando con decisione ed efficacia alla promozione di un modello di sviluppo agroalimentare sostenibile, di qualità e biodiverso.
Ufficio Stampa AIAB