Gli ostelli in Kenya opera di volontari

Sono rientrati dal Keya i 4 volontari dell’Associazione Umanista Atlantide ONLUS dove hanno verificato la costruzione e il pieno funzionamento dei due ostelli finanziati finora.

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Associazione Umanista Atlantide ONLUS

via Todini 109b Setteville di Guidonia- Roma

http://www.umatlantide.it

Appena rientrati i 4 volontari dell’Associazione Umanista Atlantide ONLUS che sono stati 2 settimane a Kisumu, in Kenya, per verificare la costruzione e il pieno funzionamento dei due ostelli finanziati finora, e per visionare i progetti dei prossimi 2 per il progetto Tutti Sotto Un Tetto. Per tre di loro è stata la prima volta, appena usciti dal corso per volontari svolto all’inizio dell’anno nei locali dell’Associazione. E’ stata anche l’occasione per portare il contributo economico ai 61 bamni adottati a distanza e prenderne le foto e le letterine in prossima distribuzione durante la festra dell’adottatore in programma per DOMENICA 27 Novembre alle ore 17 a Setteville.

Ecco l’emozionante resoconto di Andrea, che potete trovare anche in home page del nostro sito www.umatlantide.it

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Un viaggio davvero incredibile, negli stessi posti, con le stesse persone, ma mai con le stesse emozioni. Ogni volta l’Africa ti da qualcosa ed è sempre più ciò che prendi che ciò che dai.Bambini davanti l'ostello     completato
Il viaggio fatto dai nostri volontari e conclusosi lo scorso 6 novembre è stato davvero significativo sotto mille aspetti anche aldilà di quello emotivo che, come sempre rimane il più travolgente di tutti, per gli elementi messi in gioco, per le costruzioni personali messe in discussione, per l’empatia straripante, perché si imparano sempre lezioni nuove, sulla vita e sul senso che ad essa si da.
Detto questo rimane l’enorme bilancio positivo che si è potuto mettere a segno con il viaggio di Andrea, Danilo, Laura e Silvia.

 

Primo fra tutti perché è stato il primo viaggio dopo il seminario di volontariato per l’Africa e ha visto, appunto, come protagonisti tre partecipanti che, lo scorso febbraio, avevano deciso di seguire quest’avventura e che, con Andrea, lo scorso 28 ottobre, hanno deciso di mettersi in discussione davvero, andando incontro ad un viaggio geografico, emotivo e personale. Poi perché si è visto come i frutti della campagna “Tutti sotto un Tetto” siano stati maturi e meravigliosi oltre ogni aspettativa. I due ostelli, infatti, a Lower Nyakatch e a Bridgeview-Kendu Bay, sono stati ultimati, rifiniti e arredati per poter ospitare i bambini orfani o socialmente più deboli per cui sono stati destinati. Un’emozione unica nel vedere gli sforzi di tanta gente, in Italia e in Kenya, sintetizzati, uniti e cementati in due costruzione che rappresentano qualcosa di più di un semplice ostello. E’ sempre vero, infatti, che alcune cose, si nutrono del credere e dell’amare delle persone che contribuiscono alla loro realizzazione. Gli ostelli, così sono diventati un simbolo molteplice. Fronte dell'Ostello di     Bridgeview

Della cooperazione, costruiti come sono stati, sullo stesso piano e con una divisione perfetta da italiani e kenyani, a testimonianza dell’autosviluppo su cui si fonda tutta la nostra attività da oltre dieci anni nella provincia del Nyanza ed oltre, un’attività che vede nessuno in posizione dominante, nessuno che concede qualcosa a qualcun altro, ma uomini liberi che camminano insieme non l’uno per l’altro, ma l’uno con l’altro. Dell’amore, costruiti con gli sforzi di tanti amici italiani che hanno contribuito con le loro quote dal nostro Paese e con gli sforzi di tanti kenyani che si sono adoperati per comprare il materiale, metterlo insieme e cementare così non solo mattoni e calce, ma l’amore e la volontà di tanti esseri umani. Del tempo, infine, perché gli ostelli, costruiti con l’Arancione di Atlantide, nei posti in cui le nostre attività sono più presenti, con il sudore dei volontari che operano da anni per essere riferimenti per sè stessi e per il proprio popolo, diventano un simbolo del passato, del presente e del futuro. Del passato perché sono la sintesi visiva e costruttiva di quanto fatto fino ad oggi, del presente perché testimoniano con la loro presenza le nostre attività oggi, del futuro perché le nuove generazioni potranno studiare, mangiare, crescere lì e costruire, a loro volta, una nuova società.

Il viaggio poi, sempre per rimanere nel tema ostello, ha presentato l’occasione per dare l’ultima visione al luogo in cui sorgerà il nuovo ostello che, proprio in questi giorni, sta muovendo i primi passi ad Orongo, struttura centrale di Florence, una dei nostri più cari e storici volontari, che da anni lavora con le vedove e i bambini più disagiati in assoluto, riuscendo ad far nascere, sul territorio altri 40 punti costruiti da volontari e la prima ONG umanista in Kenya.L'ostello in pieno utilizzo

Durante questi giorni poi, i nostri volontari hanno potuto riscoprire alcuni dei progetti in atto e altri nuovi che sono stati finanziati, ultimamente, con l’attività del microcredito che, proprio in Kenya, attraverso la nostra rete, sta dando risultati incredibili. Uno degli esempi migliori tra tutti è dato dalla coltura del Passion Fruit che è stata realizzata dalla nostra Irene a Kapsabet, sugli altopiani dei Kalenji. Un’attività dall’importanza fondamentale per vari aspetti. Primo fra tutti per l’efficacia che il microcredito ha dimostrato di avere e per la dimostrazione delle possibilità di attuazione; secondo per il coinvolgimenti di persone che ha prodotto, con decine e decine di volontari che hanno contribuito alla realizzazione della coltura, che ci lavorano e che partecipano, collettivamente ai frutti che da: terzo per il valore intertribale che il progetto ha assunto in una terra che circa tre anni fa bruciava nell’odio etnico. La piantagione infatti si trova sugli altopiani, tra le terre dei Kalenji, fino all’ultimo ciclo di produzione, quello dei frutti veri e propri che, per motivi climatici, vengono mandati a valle, verso il Lago Vittoria, nella regione dei Luo, creando un asse che è una speranza, una testimonianza ed un riferimento per tutto il Kenya.

Così come il progetto sostenuto da tanti amici ed in particolare dai conoscenti e colleghi di Luciano Elmi a Guidonia e dagli amici dell’Oratorio di San Paolo a Roma che con il loro materiale sportivo hanno contribuito ai progetti di molti bambini ed in particolare a quello che vede il recupero degli street children, i bambini che ai bordi delle strade sniffano colla e si lasciano andare alla delinquenza o, peggio, vengono arruolati come bambini soldati, e che da anni stanno vedendo un programma, assolutamente volontario, portato avanti proprio da un ex street children Duncaan Omundi.Bambini volontari
Tanti progetti poi hanno visto un’incentivo e una riflessione maggiore, diventando ora portanti e pronti a partire con nuove iniziative, dalla scuola di Musica che ha già prodotto un cd, alla rete di distribuzione delle risorse, alla macchina per la macina dell’olio di semi di girasole. Tutti progetti che si fondano, da sempre, sul valore collettivo e non individuale. Progetti di un’intera comunità che ci lavora, diffonde e cresce.

Ed infine, il tesoro più grande che è stato riportato in Italia, ovvero la lezione della Cooperazione. In un momento storico molto drammatico e pesante per il mondo occidentale, sempre più al capolinea nella forma a noi conosciuta, un paese come l’Italia deve apprendere una lezione dimenticata che il Kenya oggi testimonia con una potenza dall’impatto straordinario. Ovvero imparare a fare le cose insieme, non individualmente, non singolarmente, non ognuno per sè, non uno per l’altro in ipocrite concessioni, ma INSIEME, collaborando, cooperando, camminando assieme.

Consegna materiale sportivo

Barche delle cooperative di     pescatori

 

Un momento di una riunione

Un orto realizzato da una     cooperativa agricola

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