12mila 315 le domande di condono bocciate e mai notificate dal Comune di Roma, Legambiente: sosteniamo lavoro della Procura, necessario far entrare in azione le ruspe e che i responsabili paghino.
Legambiente Lazio – Comunicato stampa
Roma, 17 ottobre 2011
“La mancata notifica da parte del Comune di Roma delle pratiche di condono destinate alla bocciatura configura un atto gravissimo e per questo sosteniamo con decisione il lavoro investigativo della Procura di Roma. – questo il commento di Mauro Veronesi, responsabile territorio di Legambiente Lazio, a proposito dell’articolo apparso oggi sulle pagine di un noto quotidiano in cui si riferisce che sarebbero 12mila 315 le domande di condono bocciate perché illegali ma che il Campidoglio non ha mai notificato, con la conseguenza che non sono mai state avviate le pratiche per la demolizione e i responsabili degli illeciti sono rimasti impuniti.
“Si tratta di numeri noti da tempo a tutti e questa inerzia da parte del Comune è un atto gravemente contrario ai doveri di ufficio. – ha continuato Veronesi. – Non va poi dimenticato che la struttura comunale antiabusivismo (UCE) è stata poco a poco “demolita” e resa inefficace sul piano operativo con conseguenze lampanti sotto il profilo delle nuove cubature, spuntate come funghi qua e là. Legambiente ha denunciato questa situazione in diverse occasioni e con dettagliati dossier, anche perchè le mancate notifiche hanno rappresentato una corsia preferenziale per gli abusi soprattutto nelle aree protette, che costituiscono la metà dei casi di abusivismo edilizio romano. Alla luce di tutto questo, parlare di nuovi condoni è una vera follia e non a caso il Ministro uscente Galan ha impugnato il Piano Casa Regionale anche nella parte dei condoni edilizi, proprio perchè avrebbero rappresentato una supersanatoria per quei casi di cemento nei parchi.”
L’inadempienza della Giunta Alemanno nella lotta all’abusivismo si somma alla sciagurata delibera – varata con la complicità di un perverso e unanime trasversalismo politico – che aumenta gli indici edificatori sui cosiddetti “toponimi”, ossia le aree sanate dai tre condoni edilizi: 60mila metri cubi su 400 ettari.