Tassare le case sfitte, tracciabilità dell’affitto pagato a 500 euro, utilizzare le caparre come un fondo di rotazione per la politica sociale per la casa.
Comunicato Stampa
MANOVRA ECONOMICA: “ INIQUA CHE PESA DI PIU’ SUI CETI DEBOLI, NON COMBATTE L’EVASIONE FISCALE E PENALIZZA ANCORA DI PIU’ IL DIRITTO ALLA CASA.
TRE CONTROPROPOSTE DELL’UNIONE INQUILINI.
Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini
“Non è equa una manovra economica che pesa sulle fasce deboli e che fa cassa sulla prima casa, con una imposta fissa che incide, quindi, assai differentemente a seconda del reddito.
Non è equa una manovra che non incide sul fenomeno dell’evasione fiscale e non tocca i privilegi della rendita immobiliare.
E’ possibile percorrere altre strade per coniugare lotta all’evasione e intervento sociale.
Avanziamo tre proposte:
– In Italia risultano almeno 5 milioni di alloggi sfitti. Non si potrebbe dire una cosa semplicissima: o questi vengono immessi sul mercato dell’affitto a canone concordato oppure si interviene con una pesantissima imposta. Assumerebbe l’aspetto di una tassa di scopo ai fini dell’emersione dell’evasione fiscale. Su un valore 100 mila euro per alloggio, si tratta di una base imponibile potenziale di 50 miliardi di euro. Una maggiorazione dell’1% dell’imposizione renderebbero disponibili fino a 5 miliardi di euro.
– Portare per gli affitti alla tracciabilità dell’affitto pagato rappresenterebbe una misura fondamentale per combattere la piaga del canone nero che ammonta ad almeno 500 mila alloggi. Calcolando un canone medio di 500 euro, vengono sottratti al fisco cifre equivalenti a 30 miliardi l’anno per un importo per oltre 6 miliardi di euro.
– la caparra relativa al contratto di locazione potrebbe non essere più versata dall’inquilino al locatore ma a un fondo instituito presso le amministrazioni locali per finanziare programmi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale per le famiglie utilmente collocate nelle graduatorie per l’assegnazione di casa popolare. Secondo un calcolo prudenziale, sicuramente sottostimato, dell’importo delle caparre attualmente versate per il numero delle famiglie in locazione, si arriva a un importo di oltre 3 miliardi di euro che potrebbe essere messo nelle disponibilità di regioni ed enti locali. Con il nuovo meccanismo proposto, non ci sono conseguenze di sorta per inquilino o locatore: la caparra continuerà ad essere produttiva di interessi legali e verrà restituita al conduttore alla fine del contratto.
Con una vera lotta all’evasione e all’elusione fiscale e con il contrasto alla rendita immobiliare speculativa, si possono recuperare risorse enormi che, almeno in quota parte, potrebbero essere destinate alla politica sociale della casa.”
Roma 6 dicembre 2011
Unione Inquilini
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