“Non è vero che con il digitale terrestre si liberano delle frequenze”

Espropriate alle TV Locali altre 6 frequenze dopo le 9 vendute nella gara del “dividendo esterno” assegnate alle Telecom per la banda larga in mobilità.

COMUNICATO STAMPA

Roma 21 dicembre 2011

Svelata la “bufala” : non è vero che, con il digitale terrestre, si liberano delle frequenze !

La notizia che il nuovo Governo potrebbe rivedere il bando “beauty contest” trasformandolo in una gara a pagamento , non sposta il problema alle TV Locali che perderebbero altre 6 frequenze dopo le 9 vendute nella gara del “dividendo esterno” assegnate alle Telecom per la banda larga in mobilità.

La verità è ben diversa da quella che il precedente governo, affamato di frequenze come lo è sempre stato il suo ex premier, ha fatto credere a tutti: con il digitale terrestre non si liberano le frequenze, si aumentano semplicemente i programmi trasmessi su ogni frequenza .

Tutte le frequenze televisive sono sempre occupate dalle Tv Locali e nazionali.

La differenza è che prima, con la vecchia tecnologia analogica, un’emittente televisiva poteva trasmettere sulla sua frequenza un solo programma, mentre poi, convertendo i trasmettitori nella nuova tecnologia di trasmissione digitale sulla propria frequenza, è scaturita l’opportunità di poter trasmettere diversi programmi.

Il motivo della diffusione della notizia bufala è sotto gli occhi di tutti: inventarsi dal “cappello magico”, alcune frequenze che si sarebbero liberate per poterle addirittura regalare a Mediaset o venderle alle amiche aziende di Telecomunicazione ( i migliori clienti pubblicitari di Mediaset sono proprio le Telecom con un fatturato complessivo attuale di circa 340 milioni di euro all’anno ).

A seguito di questo maldestro tentativo, alcune emittenti locali si sono viste addirittura assegnare le medesime frequenze per lo stesso bacino d’utenza.

Le 550 Emittenti Televisive Locali , che l’ex governo con le sue leggi di parte ha cercato di espropriare di gran parte delle loro frequenze, non ci stanno a consorziarsi per l’utilizzo condiviso delle risorse frequenziali.

E perché le emittenti nazionali non sarebbero soggetti allo stesso trattamento ? Chi dice che i “grandi supermercati” dell’etere devono godere di maggiori diritti rispetto alle “piccole boutique dell’informazione” delle TV locali ?

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