La crisi italiana e gli sbocchi possibili

“I dati essenziali che caratterizzano la situazione sono la crisi della destra e più in generale una crisi dell’equilibrio del sistema che ha caratterizzato l’era berlusconiana”.

 

 

La crisi italiana e gli sbocchi possibili

 

Anche se è necessario capire i prossimi passaggi della situazione italiana in un quadro internazionale in continua evoluzione, sia sul piano economico-finanziario che militare, bisogna nel contempo e nel breve periodo capire dove va a parare la babele post-elettorale. Non per aggiungersi alle previsioni degli esperti e fare concorrenza ai politologi, ma per individuare le manovre che sono in atto e le scelte da fare.

I dati essenziali che caratterizzano la situazione sono la crisi della destra e più in generale una crisi dell’equilibrio del sistema che ha caratterizzato l’era berlusconiana. L’irrompere impetuoso del grillismo, in questo contesto, ha aperto crepe che, dato sistema politico di cui la foto ABC è l’immagine, sono difficilmente risanabili. Il discredito delle forme politiche istituzionali è arrivato ad un livello di guardia oltre il quale si aprirebbe una crisi irreversibile e un salto di qualità nel livello delle contraddizioni.

Tuttavia i tentativi di ricucire la situazione sono in pieno svolgimento. Il partito della nuova destra, dei cosidetti moderati, è però rimasto al palo. La ricomposizione della destra non può avvenire rimettendo assieme i cocci di tutte le avventure di un ceto politico screditato. La destra ha avuto un ruolo, fino alla caduta di Berlusconi, perchè aveva un retroterra sociale di tipo reazionario e populista che ora invece si sta disgregando. Con le trovate non si va da nessuna parte. Le cialtronerie dei vari capataz hanno una possibilità di presa in un contesto di euforia del potere che ora non trova più motivazioni concrete.

E allora cerchiamo di individuare dove puntano i nuovi manovratori. Il primo gruppo è una amalgama di personalità, che si definiscono società civile, alla Montezemolo per intenderci, che cerca di mettere assieme un’area liberal che prenda il posto del fallito terzo polo. Un settore della borghesia che conta si rende conto del fallimento berlusconiano e dei pericoli che l’equilibrio del sistema sta correndo per cui cerca di correre ai ripari e di compattare un’area moderata.

Il centro della manovra però è ancora il PD che anche dopo la “non vittoria” di Parma ritiene che la situazione sia matura perchè i poteri che contano gli consegnino la vittoria. La questione è però complessa perchè anche a sinistra le acque sono agitate e aleggia, oltre allo spettro di Grillo, anche quello dell’astensionismo.

Bersani che non è certamente uno sciocco, sta concependo anche alleanze collaterali con la sua ‘società civile’ e cerca il modo di dirigere anche i rapporti con la sinistra ‘radicale’. Non è un caso che si stia facendo crescere nell’opinione pubblica anche la credibilità della Federazione della Sinistra. Con queste manovre a ‘sinistra’, se rimane in piedi il sistema tolemaico che vede il PD al centro ci troveremo un governo che accetta le guerre, è subordinato alla finanza mondiale e governa per conto della borghesia italiana. Questo aldilà delle chiacchiere.

Landini e soci si stanno preparando a tirare la giacca a Bersani, ma quale potrà essere il risultato pratico? A nostro parere all’orizzonte non c’è nessuna alternativa credibile e nessuna forza strutturata che possa guidare il cambiamento. Il passaggio dell’astensionismo politico rimane dunque una necessità.

 

Erregi

3 giugno 2012

 

 

http://www.aginform.org/index.html

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