Potrebbe essere il giallo dell’estate. E’ un Thriller misterioso e a tratti indecifrabile. Forse inspiegabile. Con tutti gli ingredienti del delitto perfetto.
Coeclerici: omicidio sul BulkGulf
La scena del crimine è enigmatica e stipata di tracce. Noi però, come Sherlock Holmes siamo per l’analisi dei fatti. Che parlano da soli. Ma non è un romanzo di Agatha Christie od un film di Alfred Hitchcock. E’ tutto purtroppo tremendamente vero. Ed il delitto … è (quasi) perfetto.
Non so se sapete che il mare aperto è un luogo di non-diritto. Sulla terraferma ci sono Poirot, Jessica Fletcher, e CSI Miami che indagano a tutto campo, il colpevole non rimane mai impunito. Ma se l’omicidio viene commesso in mare aperto, la cosa è molto diversa (in mare è difficile investigare ‘a tutto campo’). Sulle navi gli uomini non sottostanno a leggi come tutti i comuni mortali. Vi son le competenze territoriali, e anche le acque internazionali. Lì, almeno in linea teorica, ognuno può fare tutto quello che vuole. E’ assai facile che un assassino possa farla franca. Come accade sulla nave M/V BulkGulf.
Bulkgulf era una nave portarinfuse della società maltese Affinity Company Ltd (società del Gruppo Coeclerici) adibita prevalentemente al trasporto di minerale di ferro e/o coke (ma anche bentonite ed altri composti). La società Coeclerici tutt’ora è uno dei principali fornitori di carbone delle centrali elettriche dell’Enel. Oggi la bulkcarrier BulkGulf si chiama Trans Gulf ed è in dotazione alla flotta della compagnia norvegese Torvald Klaverness & Co AS di Oslo (ceduta il 18 novembre 2002 da Coeclerici a Klaveness per 10.600.000$). Ma è un’imbarcazione un po’ misteriosa che ha cambiato nome decine di volte: Bandar , Red Ivy, Porto Ercole, Cetra Vega, Manga, Robert L.d., Purple Planet. Il BUlkGulf è non è proprio una nave normale come tutte le altre, è una self-discharging, un nave autoscaricante. Ovverossia fa tutto da sé. Ha in dotazione delle Gru a Cavalletto che la rendono autonoma al 100% permettendole di poter operare anche lontano dai porti (può compiere quindi operazioni anche in mare aperto – tra nave e nave – trasbordando i carichi lontano da occhi indiscreti).
Mentre tutti son in apprensione per il millenium bug dell’anno 2000 (il temuto tilt dei computer di mezzo mondo) il BulkGulf lascia il porto iraniano di Bandar Abbas. Il giorno 29 gennaio 2000 fa scalo nell’emirato del Bahrein. Miocic Zdravko è – o per meglio dire era – ingegnere capo sulla nave della flotta Coeclerici. Croato di 41 anni, proprio il giorno 29 gennaio 2000 il Miocic scompare dal BulkGulf, ma è più che certo che dalla nave non è mai sceso. Già durante le manovre di approdo nel porto di Manama non c’era più evidenza della sua presenza a bordo. Eppure fino al giorno prima – il 28 gennaio – era vivo e vegeto sul BulkGulf. Ha pranzato anche con il capitano della nave. Nessuno dunque, dalla mattina del 29 gennaio l’ avvista più (tranne l’assassino ovviamente). L’equipaggio della nave lo cerca nella sua cabina, in bagno, in ufficio, lo cercano in sala macchine, in ogni angolo della nave, in ogni anfratto, ma niente. E’ come sparito nel nulla. Dopo tutta la mattina di vana perlustrazione verso mezzogiorno viene diramato l’allarme e viene disposta una ricerca più approfondita in tutta l’unità navale. Dopo ulteriori e vane ricerche vien fatta la denuncia ufficiale di scomparsa. Il capitano della nave, il croato Ivica Ljuban comincia a preoccuparsi davvero. Allerta subito l’agenzia Intercol di Manama e la Società GIIC-Gulf Industrial Investments Company (la prima rappresenta la società Coeclerici in Bahrein la seconda è in rapporti di affari con la società armatrice genovese) contemporaneamente il capitano notizia della sparizione la Bahrein Port Authority e PL Ferrari (gli assicuratori della società armatrice). Anche tutto il pomeriggio del 29 gennaio trascorre infruttuosamente alla ricerca dell’ingegnere capo, tanto che alla fine tutti presumono che “ he was lost overboard”, ovverossia immaginano che Miocic si sia perso in mare prima dell’arrivo nel porto di Manama.
Sulla scena del crimine, pardon della sparizione, interviene il Capitano A. Aziz Ebrahim Al Ammadi, l’investigatore locale della Criminal Investigation Directorate di Manama. CSI Bahrein da fine segugio qual’è percepisce subito odor di delitto. Proibisce a tutto l’equipaggio di sbarcare a terra e sequestra i documenti della nave (in modo che non possa ripartire), contemporaneamente dispone una nuova minuziosa ispezione di tutta l’imbarcazione alla ricerca dell’ingegnere “scomparso”. Controllo che però dà nuovamente esito negativo. Ora tutto l’equipaggio è più che mai convinto che la nave rimarrà in ostaggio delle autorità saudite fin quando non si troverà il corpo del povero Miocic. In quest’ipotesi, i consulenti e legali della società Coeclerici consigliano di far rilasciare alle autorità del Bahrein delle dichiarazioni scritte da parte del personale di bordo in modo tale che questo possa servire ad agevolare le investigazioni e venga svincolata presto la bulkcarrier. Un fermo nave, come ben sapete, costa un mucchio di soldi e fare la fine della Enrika Lexie in India sarebbe una sfiga pazzesca. I marinai son come operai e la nave è come una fabbrica che deve sfornare profitti in continuazione senza mai fermarsi. Il ciclo del carbone inoltre è una catena di montaggio che non deve conoscere soste. Tante precauzioni comunque si rivelano quasi del tutto superflue. A queste latitudini sapete com’è, i diritti umani non son molto presi in considerazione (un emirato in cui si pratica ancora la tortura e l’omicidio di stato fate un po’ voi…) per una normale scomparsa -ma anche per un semplice omicidio – non si osa mettere sotto sequestro una nave. Queste cose qui le fanno solo alcune barbare popolazioni del Kerala. La scena del crimine che dovrebbe essere salvaguardata e protetta in maniera adeguata così leva le ancore. Secondo CSI Bahrein non c’è alcun cadavere e quindi non c’è nessuna scena del crimine. Motivatamente quindi il Tenente Colombo di Manama decide di dare semaforo verde al Bulk Gulf, che può ripartire tranquillamente.
Pochi giorni dopo, il 12 febbraio 2000 il BulkGulf è in acque iraniane. Dal Bahrein sta viaggiando alla volta del porto di Bandar Abbas (Iran). Durante l’ora di pranzo il secondo ufficiale avvisa il comandante che ci sono dei problemi in sala macchine. Qualcosa non và. Vien disposta una rapida ispezione per visionare il vano motori. Indovinate chi ci trovano dentro? Il corpo dello sventurato – e sino ad allora irreperibile – Miocic, con il petto squarciato da una coltellata. Il mistero si fa impenetrabile (i locali motori erano già stati ispezionati più volte). Inspiegabilmente, non si sa bene perché, il comandante decide di non allertare le autorità iraniane, come sarebbe invece logico (trattandosi dell’autorità territorialmente competente). La nave fa una rapida virata e si dirige velocemente in acque internazionali. Subito dopo il capitano opta per informare invece le autorità del Bahrein. Non si sa mai che gli iraniani alla vista del luogo del delitto, siano di manica più stretta dei fratelli sauditi. Tornati al Porto di Manama il corpo del povero Miocic vien preso in consegna dalle autorità locali e dopo i rilievi di rito spedito in Croazia ai suoi cari, come un pacco postale. Anche in questo frangente non vien operato alcun sequestro nave. Niente CSI Bahrein, come nei telefilm americani. La nave, e tutto il suo equipaggio (e probabilmente anche il killer di Miocic) è nuovamente libera di ripartire senza impedimenti di sorta. Il comandante del BulkGulf non crede ai suoi occhi. La società Coeclerici, armatrice della nave pure. E’ così commosso il capitano del BulkGulf che il 16 febbraio 2000, prima di mollare gli ormeggi e prendere il largo scrive a tutte le autorità del Paese arabo per ringraziarle sentitamente anche a nome della compagnia genovese: “hereby i take the opportunity, on behalf of the Owners, Managers, crew, officers and myself to express our deepest gratitude to all the Authorities and officials who offered their help and the assistance, to the vessel and her crew, during the most difficult days in the history of our vessel and unfortunate events with our late crew member…”.
Intanto un giornale locale, venuto a conoscenza del fattaccio decide di dare la notizia: “engineer is stabbed on cargo ship … decomposed body has been found in the engine room of a cargo ship with an apparently self-inflicted stab wound… a post-mortem revealed there was a deep stab wound on the chest” (“ingegnere viene accoltellato su una nave cargo … il corpo decomposto è stato trovato nella sala macchine di una nave cargo con apparente coltellata auto inflitta… il post-mortem ha rivelato che c’era una profonda coltellata al petto”). Il Death Certificate (certificato di morte) stilato il 16 febbraio 2000 dalle autorità del Bahrein è sconcertante, recita testualmente: “cut wound of the hearth stab wound of chest, suicide?”. ”Ferita da taglio al petto coltellata al cuore, suicidio?.
Se è vero il teorema investigativo che insegnano a scuola di detective (“nulla è mai ciò che sembra”) quello sul BulkGulf non dovrebbe essere affatto un suicidio. Probabilmente qualcuno voleva farlo apparire tale. Tanto più che tutti descrivono la vittima come persona mite e senza problemi, dal capitano della nave Ivica Ljuban sino all’ultimo uomo dell’equipaggio. Tutti assolutamente concordi nel dire che Miocic era un lavoratore tranquillissimo. L’hanno messo anche nero su bianco e sottoscritto: Agustin Balsamo (assistente tecnico), Dexter Cobarrubias (marinaio) Raucher Miljenco (ingegnere capo), Danilo Bontilao (ingegnere cadetto), Elmer Apines (marinaio). Darko Kucic, il capo elettricista a bordo, che conosceva bene Miocic aggiunge nella sua dichiarazione firmata che “was a nice, very quiet man and it was difficult to get words out of him, but, he was a specialist in computers, and he showed me many things about the computer operation of the ship’s conveyor system” ossia “Miocic era una bella persona, un uomo molto tranquillo … era uno specialista di computer, mi mostrò molte cose sul funzionamento del computer del sistema di trasporto della nave”. Sì era un soggetto un po’ introverso ma niente di che, per il resto era un tipo studioso e molto attaccato al suo lavoro. Assolutamente non dedito al bere, senza problemi di salute, senza nessun apparente problema personale.
Per pura curiosità abbiamo provato a girato il quesito ad un’esperta di “crime scenes”, nonchè grande sensitiva e paragnosta che chiameremo ALICE Four (non ama apparire). Dopo averle descritto il quadro in tutti i suoi dettagli e fatto visionarle i documenti del ns. cold case le domandiamo: “Alice secondo lei Miocic s’è suicidato oppure questo è un delitto?”. La nostra esperta investigatrice senza esitazione alcuna ci risponde: “E’ un delitto. Senza ombra di dubbio. 90 su 100 l’assassino era sulla nave”. Poi Alice Four fa un’altra serie di riflessioni (che v’esplichiamo qui di seguito). Non è necessario essere appassionati di storie criminali per capire che se questa è una morte volontaria, è un “suicidio” molto, ma molto strano. Le domande che si potrebbero porre poi son innumerevoli: intanto perché decidere di morire se non s’ha una valida ragione? La coltellata inferta è stata data con una ferocia inaudita (profonda ferita al cuore) com’è possibile uccidersi con tanto accanimento? Se davvero Miocic ha praticato il karakiri, come ha fatto a darsi una poderosa coltellata al cuore e poi togliersi il coltello dall’addome e buttarlo a terra lì vicino? Perché andare a morire in un anfratto così nascosto della nave? (più compatibile col fatto che qualcuno invece volesse occultare il corpo dopo l’omicido). Dal momento che i membri dell’equipaggio almeno quotidianamente accedono più volte alla sala macchine, come han fatto a non incrociare il cadavere per più di 2 settimane di fila? Ma dopo 2 settimane gli organismi in avanzato stato di decomposizione/putrefazione non emettono dei forti odori nauseabondi? Possibile che – specie in un ambiente molto ristretto come una nave – nessuno abbia mai avvertito alcun strano fetore? Probabilmente a Camilleri, Lucarelli e Perry Mason potrebbero venire in mente altre 1000 e più intriganti domande.
Il quadro però non sarebbe del tutto completo se non vi delineassimo, anche solo se sommariamente, il contesto generale anche della società, nel quale il delitto s’è consumato. Che ingiallisce ancor più il già ingiallito scenario. Quello della società Coeclerici è un background piuttosto complesso. Intanto è un’azienda armatrice che è stata attenzionata molto da vicino dal Sismi (Servizio Segreto Militare). Questo risulta per certo da copiosa documentazione di Coeclerici sequestrata ad uno strano 007 genovese dal pm Anna Canepa, tal Altana Pietro, e che noi maldestramente ci siamo permessi di prendere a prestito dandone pubblicazione in queste pagine. E’ stato spulciando tra le carte di una vicenda di spionaggio che casualmente ci siamo imbattuti nel dossier dell’omicidio di Miocic. Precisiamo per completezza che questa documentazione è già stata acquisita dalla Procura di Genova quindi in qualche modo trattasi di atti pubblici, ergo accessibili a tutti (puntualizziamo ciò a scanso di querele). v. documentazione qui allegata e riprodotta pdf. All’attivo di Coeclerici poi c’è anche una ben circostanziata denuncia di spionaggio industriale per vicende avvenute proprio nei paesi arabi, depositata alla Procura genovese dalla spia dell’intelligence militare (Vedi doc. pdf allegati su Hadeed case di Al Jubail). Da registrare inoltre anche un allarme bomba diramato all’Agenzia Ansa durante la cerimonia di presentazione della nave di Coeclerici a varie Autorità (telefonata guardacaso che risulta partita proprio sotto casa d’un agente segreto del Sismi). Un ulteriore dettaglio – per nulla secondario – è che la barba finta poc’anzi citata, oltre che Coeclerici risulta che ha indagato a lungo anche sugli iraniani della società Irasco (potente trading company iraniana con base a Genova messa in black list dal Governo USA per export illegali di alta tecnologia, armi e roba nucleare). Il Gruppo Coeclerici in quel periodo ha fatto guardacaso lucrosi affari proprio col paese degli ayatollah (come riporta l’agente Altana in diversi dettagliati rapporti con Forte Braschi). Tra Coeclerici Logistics e gli iraniani infatti era in fase avanzata una joint venture con la compagnia di navigazione iraniana IRISL-Islamic Republic of Shipping Lines (vedi documenti qui allegati e riprodotti pdf). Nelle trattative che seguirono presero parte attiva ai negoziati tre nostre vecchie conoscenze, all’epoca dirigenti della società Coeclerici Logistics, l’Ing. Ugo Salerno, Roberto Cavanna e Mario Terenzio (i primi due attualmente al RINA, Registro Italiano Navale, rispettivamente nel ruolo di Presidente/Amm. Del. e Direttore della Certificazione e Terenzio alla società Logmarin azienda del gruppo Rina). Si consideri inoltre che secondo un altro agente dell’intelligence militare (tal G-71 al secolo Nino Arconte) per lungo tempo Coeclerici e le sue navi sarebbero state utilizzate dai servizi segreti italiani per svariate attività nel Golfo di Guinea. Infine considerate che Coeclerici risulta inserita nella lista di aziende in odore di servizi segreti russi (il cd “Dossier Mitrokin” compilato da un ex agente del KGB). Grazie alle entrature di Coeclerici nella ex repubblica sovietica l’azienda armatrice ha aperto una succursale a Mosca (e anche in altre regioni della CSI) facendo affari d’oro (pare anche con aziende russe in odor di mafia).
Relativamente a quest’ultimo link abbiamo il dovere di avvertirvi che non avete il diritto di vedere i contenuti di questa pagina web perché il Tribunale di Milano ha oscurato il sito (Denuncia contro Indymedia della società Coeclerici). A qualcuno dà ancora fastidio sentire parlare di mafia. Come potete vedere anche in Italia – paese molto democratico – esiste un po’ di sana censura (il portale Indymedia comunque conserva copia di archivio dei due articoli qui e qui)
Domande d’obbligo: può essere che il “suicidio” di Miocic sia riconducibile e/o ricollegabile ad uno scenario di spie? C’è l’Irasco degli iraniani che ha base a Genova, idem pure la società Coeclerici, e poi è in essere una joint venture con gli iraniani di Irisl … domanda malvagia, l’Iran c’entra qualcosa con la morte di Miocic? Il Bulk Gulf portava qualcos’altro agli iraniani oltre al carbone? L’ingegnere croato ha visto qualcosa che non doveva vedere? S’è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato e qualcuno gli ha tappato la bocca per sempre? Perché il Sismi aveva i documenti di Coeclerici sul mistero della morte di Miocic? Forse lavoriamo troppo di fantasia vero?
Probabilmente la domanda più sensata sarebbe un’altra: perché voler parlare a tutti i costi di omicidio? Non potrebbe davvero trattarsi d’un normalissimo autoaccoltellamento in un momento di sconforto? Ne capitano tutti i giorni (c’è una casistica immensa). D’altronde ci son tanti modi strani di morire. Vedi quel colonnello (alto 1,80 cm) che s’è impiccato alla maniglia del suo bagno (caso archiviato appunto come suicidio) od altri che si sono “suicidati” sparandosi un colpo di rivoltella alla tempia (senza però lasciare nessuna impronta digitale sulla pistola e particelle di polvere da sparo sulle mani).
Visto che il reato di omicidio non si prescrive mai – perlomeno nel diritto italiano – se da qualche parte c’è un volonteroso studioso di cold case che ha voglia di scandagliare il caso noi naturalmente siamo a più completa disposizione per ulteriori dettagli. Potrebbe uscirne anche un bel giallo noir alla Andrea Pinketts. I morti non parlano ma i fatti sì e la verità potrebbe trovarsi molto molto vicino. Come dice Sir Arthur Conan Doyle: “When you have eliminated the impossible, whatever remains, however improbable, must be the truth.” “Quando hai eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità“. Come invece ama dire e Alice Four, la speranza vive sempre perché la verità non muore mai.
E state pur certi che il passato prima o poi bussa sempre alla porta per chiedere giustizia.
Non son perle di saggezza, ma lapislazzoli … (nonchè giade, malachiti e turchesi) di interceptor.
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Doc. pdf. (qui citati) sfogliabili e scaricabili online:
– Coeclerici Sismi Miocic Bahrein
– Querela Altana Coeclerici 14 agosto 1998
– Querela Altana Coeclerici 23 ottobre 1998
– Querela Altana Coeclerici Bonelli 4 ottobre 1996
– Querela Altana Coeclerici 13 dicembre 1995
– Querela Altana Coeclerici Repubblica 20 giugno 1997
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Dal portale Indymedia
https://london.indymedia.org/articles/12427
http://lombardia.indymedia.org/node/46390
http://italy.indymedia.org/n/6678/17-06-12/coeclerici-omicidio-sul-bulkgulf