“Monti svende i beni pubblici”, l’inchiesta di namir.it

Un governo tecnico puo’ mettere in vendita sicuramente i gioielli e quindi le aziende ancora controllate dallo stato, portando a compimento un processo cominciato il 2 giugno 1992?

 

 

CHI E’ MARIO MONTI ?

domanda errata – CHI RAPPRESENTA ? è quella giusta.


IL GOVERNO TECNICO prima di tutto la COSTITUZIONE NON LO PREVEDE. C’e’ da aggiungere poi che i tecnici puri in questo paese non ci sono. I cosi’ detti tecnici in questo paese sono incardinati in un sistema, politico e para-politico, o di poteri occulti, manifesti, o di pressioni o di lobby. L’unica differenza è che una volta, grazie anche a cuccia, erano nazionali, oggi sono internazionali.

CHI SONO I POTERI OSCURI E CHI LI RAPPRESENTA IN ITALIA ?

Possiamo sicuramente dire che un governo tecnico puo’ mettere in vendita sicuramente i gioielli e quindi le aziende ancora controllate dallo stato, portando a compimento un processo cominciato il 2 giugno 1992.

IL BRITANNIA un panfilo pieno di finanzieri internazionali, attracca proprio il 2 Giugno 1992 a Civitavecchia e ospita i vertici dell’industria e della politica italiana. In quel vertice c’erano anche Mario Draghi e Giulio Tremonti.

Cosa volevano i cosi’ detti INVISIBILI dall’Italia ? Volevano mettere le mani sulle banche, sull’Eni e sulla telefonia, cioe’ sui gioielli di casa. Il Britannia insomma era un lento panfilo che sembra tornare ora o meglio non è mai andato via. Cioe’ la politica passa in secondo piano, anche perche’ è vero che questa classe dirigente è stata incapace di proporla e domina l’economia e la finanza.

Infatti il sistema politico di questi ultimi 20 anni ha accettato l’idea di essere subalterno all’economia. Detto in altre parole, oggi non sarebbero i capitali nostrani ad entrare in possesso di questi GIOIELLI DI FAMIGLIA Eni Enel e Finmeccanica ma i finanzieri internazionali.

Soprattutto se lo spread continua a salire e l’Italia avra’ sempre piu’ difficolta’ a pagare stipendi e quindi dovra’ vendere come gia’ richiesto dalla banca centrale europea. I francesi e gli anglo americani sono interessati all’energia e alla finmeccanica, basta pensare alla guerra lampo per accaparrarsi i contratti in Libia e agli accordi con la Russia che tanto hanno fatto infuriare Obama.

I tedeschi invece puntano alle banche italiane. chi fa operazioni di compre, per vie di rapine, non lo dice mai chiaramente, sicuramente si sta creando una condizione psicologica e politica, favorevole quindi a questi scippi internazionali.

CHI SONO I RAPINATORI ? – poche settimane fa nel silenzio generale, le autorita’ bancarie europee hanno fissato nuovi criteri di valutazione del capitale delle banche e da questa svolta tecnica gli istituti piu’ penalizzati sono proprio le banche italiane.

MA ORA ALLA GUIDA DELLA BCE NON C’E’ UN ITALIANO ?

Mario Draghi non è un problema di per se, il problema è chi lo ha voluto guida in quel posto cosi’ importante. Qualcuno lo ha voluto quindi in punti e posizioni, da poter influire sull’ordine politico e sociale. E’ stato candidato dalla Germania, il paese che avrebbe avuto avere piu’ timore di collocare in quella posizione un italiano. Si vede che le valutazioni della signora Merkel fanno di Draghi un uomo che difendera’ gli interessi economici della Germania.

Si dice, perche’ di prove non ce ne sono che L’accordo preso sul panfilo Britannia il 2 giugno 1992 prevedeva anche l’eliminazione del giudice Paolo Borsellino, che seguendo i flussi dei danari aveva compreso dove si stava spostando la mafia e non solo quella,oltre alla svendita dell’Italia.

Dalla lettura di un articolo del Corriere la Goldman Sachs sarebbe sul punto di prendere il controllo della rete Wimax italiana; del resto non c’è nessuna sorpresa, visto il ruolo cruciale che la Goldman, azionista della Federal Reserve americana, ha svolto sin dall’inizio nella svendita dell’Italia, di cui si può ragionevolmente affermare che sia iniziata con esattezza il 2 giugno 1992 – nonostante alcuni precedenti inutili tentativi – con l’accordo preso sul panfilo Britannia, onori di casa fatti dalla Regina d’Inghilterra, al largo di Civitavecchia, tra Draghi, allora direttore generale del Tesoro, Azeglio Ciampi, in qualità di governatore della Banca d’Italia, e un centinaio tra rappresentanti della finanza anglosassone americana (Barclays, Warburg, azionista della Federal Reserve, PricewaterhouseCoopers – ex Coopers & Lybrand – Barings – oltre alla Goldman ecc.) e degli ambienti industriali e politici italiani.

Era presente anche anche Costamagna, che diventerà dirigente della Goldman quando sua moglie finanzierà l’ultima campagna elettorale di Prodi.

Lì gli angli dettarono le istruzioni su come privatizzare, per scelta obbligata, le industrie italiane statali. Con l’aiuto della stampa iniziò una campagna martellante per incutere il timore nel popolo italiano di “non entrare in Europa”.

E questa è oramai storia, tant’è vero che sull’episodio del “panfilo Britannia” vi furono le interrogazioni parlamentari di alcuni onorevoli come Raffaele Tiscar (DC), Pillitteri e Bottini (PSI) Antonio Parlato (MSI), autore di tre interrogazioni rimaste senza risposta e della senatrice Edda Fagni (PCI).

Fu l’inizio dell’era dei governi tecnici, dopo 40 anni di regime DC, con il “tecnico” Ciampi, il tecnico Amato, il tecnico Prodi. Il governo doveva, a tutti i costi essere “tecnico”.

Era la stagione dell’attentato a Falcone cosicché – guarda caso – la stampa non diede il dovuto risalto all’incontro, e da poco erano iniziate le indagini di Tangentopoli – nome in codice Manipulite – cosicché molti esponenti degli ambienti politico-economici si ritrovarono improvvisamente “minacciati” dall’insidia latente di potersi ritrovare nell’occhio del ciclone. Un modo per “ammorbidire” un ambiente, prima della grande “purga”?

Certo è che Manipulite sembra sia avvenuta proprio in un momento opportuno per fare “PiazzaPulita” di una classe politica con velleità italiote, e per ottenere le “ManiLibere” di fare entrare i governi dei “tecnici”, quelli che con i loro amici della Goldman e della Coopers ci avrebbero inculcato la “medicina” amara della svendita dell’IRI.

L’AMERICA infatti aveva decretato la fine del mandato di Enrico Cuccia come presidente di Mediobanca (di cui divenne però presidente onorario), perché si era opposto alla vendita dello SME, il complesso alimentare dell’IRI, negoziato direttamente dal suo presidente Romano Prodi ma smentita da una direttiva del Governo.


Mediobanca, secondo il sito e movimento internazionale Movisol (http://www.movisol.org/draghi4.htm ) “fu posta sotto il controllo di fatto della Lazard Frères [altra azionista della Fed Res] di Londra, una banca che è proprietà di un raggruppamento estremamente influente dell’establishment britannico, il Pearson Group PLC (…) che controlla anche la rivista “The Economist” e il quotidiano “Financial Times”. Nel piano di spartizione del bottino della seconda guerra mondiale “l’Italia, occupata dalle potenze occidentali, sarebbe diventata un’area in cui avrebbe predominato l’influenza USA – britannica”, influenza che nel frattempo è scesa a patti con la grandeur della Francia.

Ma tornando agli angli, era quindi chiaro che per potere procedere alle privatizzazioni bisognava togliere di torno una classe politica che mostrava i muscoli davanti a certe velleità statunitensi di comandare a casa nostra, e soprattutto che non voleva mollare l’osso – o il malloppo – per lasciare posto a una classe di tecnici, fedeli servitori delle banche e dei circoli finanziari angloamericani, il cui motto era “privatizzare per saccheggiare”. Quella della condizione di tecnicità per accedere al potere fu un imperativo talmente tassativo, da riuscire nell’intento di dividere il PCI, con una fetta che divenne sempre più “tecnica”, sempre più British, sempre più amica delle banche.

Il premio di tutta questa svendita, prevista per filo e per segno in tanto di Libri sulle privatizzazioni dai governi tecnici, o di sinistra che dir si voglia (a firma di Amato ) fu la nostra “entrata in Europa”, demagogicamente parlando, o la cessione della nostra già minata sovranità monetaria dalla Banca d’Italia alla Banca centrale europea SA per una moneta, l’euro che, con il tasso iniziale di cambio imposto euro-Lira troppo elevato fu penalizzante per le nostre esportazioni.

Senza più la possibilità di emettere moneta quando il governo lo reputi giusto, con la possibilità di vendere i titoli del debito pubblico in mani istituzionali estere e private (fino al 2006 il nostro debito doveva rimanere in mani pubbliche e nazionali), senza neanche un governo economico a livello europeo che possa controllare quella banda di imbroglioni, è come se ci avessero improvvisamente messo sulla piazza pubblica per venderci al mercato degli schiavi.

ANCHE SE POSSIAMO AGGIUNGERE che questa classe politica al governo ha davvero fatto soltanto interessi personali lasciando via libera quindi alle politiche internazionali di cui oggi sono non solo i maggiori responsabili ma soprattutto coloro che l’hanno subita.

E non c’è l’ombra di un dubbio che nel nostro indebitamento crescente vi sia la mano invisibile di qualche regia occulta, occulta ad esempio come i British Invisibles, che organizzarono appunto la riunione sul panfilo, occulta come alcuni azionisti che si nascondono nelle partecipazioni incrociate e a catena e di cui mai si riescono a scoprire i nomi. O come i mandanti di Soros che speculò sulla Lira per svalutarla, facendoci uscire dallo SME (Sistema monetario europeo) proprio per ostentare lo spauracchio del rischio di “non entrare in Europa”.


L’anno 1992 fu davvero un anno cruciale per il destino del nostro paese, tant’è vero che quando Amato divenne presidente del Consiglio qualche giorno dopo l’incontro sul panfilo, con il decreto 333 dell’11 luglio trasformò in SpA le aziende di Stato IRI, ENI, INA ed ENEL e mise in liquidazione l’Egam. In quell’anno, quando Amato dovette far fronte alla speculazione contro la Lira di Soros, utilizzò 48 milioni di dollari delle riserve della Banca d’Italia, dopo avere operato un prelievo forzoso dell’8 per mille dai conti correnti degli italiani. Sempre in quell’anno mise in liquidazione l’Efim, le cui controllate passarono all’IRI e trasformò le FS in SpA. Sempre nel 1992 Draghi, Direttore del Tesoro preparò la Legge Draghi che entrerà in vigore nel 1998 con il governo Prodi e si predispose una legge per permettere la trattativa privata nella cessione dei beni pubblici qualora fosse in gioco “l’interesse nazionale”. Quello che accade oggi.

Prodi, che dal 1990 al 1993 fu consulente della Unilever e della Goldman Sachs, quando nel maggio del 1993 ritornò a capo dell’IRI riuscì a svendere la Cirio Bertolli alla Unilever al quarto del suo prezzo e a collocare le azioni che le tre banche pubbliche, BNL (diventanta della BNP Paribas), Credito italiano e Comit detenevano in Banca d’Italia, privatizzando il 95% della stessa.

Indovinate chi scelse come “Advisor”?


Uomini della Goldman, nel senso che vi hanno lavorato sono, oltre a Costamagna e Prodi, Monti (catapultato alla carica di Commissario), Letta, Tononi e naturalmente Draghi. Sicuramente ce ne sono altri; molti nostri uomini politici se non lavorano per la Goldman, lavorano per l’FMI, come Padoa Schioppa, presidente della BEI, Banca europea per gli Investimenti.

C’e’ da aggiungere che se oggi siamo in mano a questi poteri occulti, non ci dimentichiamo che mai come in questo periodo abbiamo visto la corruzione dilagare nel nostro paese, come la P2 – P3 – e si ipotizza una P4 – la protezione civile che ha fatto quel che ha fatto e i discorsi pessimi che girano ancora sulla ricostruzione all’Aquila è colpa sicuramente di questo governo. L’Italia è messa proprio per questi signori in una posizione tremenda, la domanda non è quella di sapere chi è Mario Monti, la domanda è peggiore, dobbiamo chiederci se Mario Monti è sufficiente a risolvere questi problemi e bastera’ vedere i due ministeri chiavi a chi verranno affidati, Giustizia ed Economia per comprendere le sorti del nostro paese.

Sicuramente Mario Monti, piu’ sara’ al governo e piu’ rappresentera’ un nuovo sistema di potere. La finanza mondiale quindi arriva al governo degli stati europei, basta guardare lo scenario greco e quello italiano, da tutte e due le parti è stato inserito un governo tecnico con a capo un rappresentante dei poteri finanziari. Inoltre bisogna ricordare che il debito è stato costruito per una larga parte dalle classi dirigenti italiane che non hanno mai fatto pagare le tasse ai ricchi. Infatti del nostro debito, circa duemila miliardi, 750 di questi sono danari di banche estere investiti sui nostri bond e questa è evidente speculazione. Alle banche occidentali hanno dato quello che avevano speso e quindi sono state ricapitalizzate adesso lo stesso Monti ci dice di ricapitalizzare ancora le banche europee con altri 4 mila miliardi oltre i 16 mila miliardi di dollari regalati dal 2007 al 2010 dagli americani, e quindi anche da noi, a tutte le banche occidentali per tenere in piedi l’intero sistema finanziario dell’occidente a tasso zero.

TORNANDO INVECE a FALCONE E BORSELLINO – e le stragi del 1993. viene fuori dalle recenti inchieste che alcuni pentiti oggi stanno riscrivendo la storia dopo il depistaggio sicuramente avvenuto. ad esempio sull’ADDAURA, le bombe messe nella villa di FALCONE – un pentito ha svelato che vi era il coinvolgimento di alcuni criminali inseriti nella destra eversiva. il pentito ha fatto i nomi di questi esponenti di destra, coperti da segreto istruttorio. Per cui la domanda successiva da farsi è quella di, camorra, estremisti di destra e i mandanti come per Pasolini si trovano nello Stato e nelle logge Massoniche ?

Redazione namir. www.namir.it

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