Malagrotta, Legambiente aderisce a fiaccolata Valle Galeria

Malagrotta, Legambiente aderisce a fiaccolata Valle Galeria. Studio epidemiologico è chiaro su morti e ricoveri legati all’inquinamento. Mentre si perde tempo con nuova discarica, porta a porta dov’è finito?

 

 

Legambiente Lazio – Comunicato stampa

Roma, 3 settembre 2012

legambiente logoLegambiente aderisce e invita a partecipare alla fiaccolata contro la nuova ipotesi di discarica a Monti dell’Ortaccio a Malagrotta che domani, 4 Settembre, si terrà a partire dalle ore 20, con appuntamento alla Chiesa di Ponte Galeria, all’incrocio tra Via Portuense, Via della Magliana e Via di Ponte Galeria, in Largo Domus De Maria 7.

“ E’ sconcertante che il commissario di Governo proponga di chiudere Malagrotta aprendo una nuova discarica affianco a quella esistente, e se non conosce motivi ambientali per evitare quella localizzazione significa che è quantomeno molto disattento -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Lo stato di salute dei cittadini dell’area di Malagrotta è critico, come confermano le evidenze del recente studio realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio con l’Arpa Lazio. Attraverso dei precisi inquinanti, presi come marcatori, sono stati riscontrati eccessi di rischio per malattie respiratorie, cardiovascolari e per alcune forme tumorali, per la mortalità e soprattutto per le ospedalizzazioni. Cos’altro c’è da sapere? E basta anche con il gioco delle tre carte, se il Sindaco Alemanno è davvero contrario basta che invii al Prefetto un formale parere negativo, senza troppe chiacchiere.”

Lo studio realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio con l’Arpa Lazio ha correlato le residenze dei cittadini con gli impianti inquinanti per la componente aria, identificando alcuni inquinanti marcatori come l’idrogeno solforato potenzialmente attribuibile alle emissioni della discarica, gli ossidi di zolfo a quelle della raffineria e le polveri sottili a quelle dell’inceneritore dei rifiuti ospedalieri. Nello studio si legge che “Coloro che vivono in prossimità degli impianti presentano (sia tra gli uomini che tra le donne) un quadro di mortalità generale relativamente simile a quello della popolazione di riferimento. Fanno tuttavia eccezione le patologie dell’apparato cardiovascolare (donne) e respiratorio (uomini) sono aumentate tra i residenti nell’area più prossima agli impianti. Per le patologie tumorali, si osserva tra le donne un eccesso di tumore della laringe e della mammella mentre gli uomini non hanno particolari variazioni rispetto al riferimento. I residenti (uomini e donne) più prossimi agli impianti ricorrono più frequentemente alle cure ospedaliere (+8%), in particolare per malattie circolatorie, urinarie e dell’apparato digerente. Solo tra gli uomini si è osservato un aumento dei ricoveri per patologie della tiroide. Per quanto riguarda i risultati relativi alle concentrazioni dei singoli inquinanti, si è riscontrata nei gruppi più esposti un’associazione tra H2 S (discarica) e SOX (raffineria) e tumori della laringe e della vescica (mortalità e ricoveri) solo nelle donne residenti. Limitatamente ai ricoveri, si è osservata un’associazione tra H2 S e malattie dell’apparato circolatorio (donne), SOX e malattie dell’apparato respiratorio (uomini), SOX e tumore del pancreas tra le donne. L’esposizione a PM10 (inceneritore) è risultata associata a patologie dell’apparato respiratorio e a tumore del pancreas (uomini) e a tumore della laringe, del fegato, e della mammella (donne). Lo studio ha considerato una coorte di popolazione molto numerosa, con ben 85.559 persone, seguite per dieci anni e un esposizione valutata con tecniche modellistiche avanzate, tenendo anche conto dello stato socioeconomico e di eventuali altre altre esposizioni ambientali concomitanti.

“ Basta con le parole al vento sulla discarica, è uno scandalo addirittura rilanciare un sito a poche decine di metri da quello attuale di Malagrotta. Dove è finito il piano per il porta a porta? La raccolta differenziata è ferma agli annunci, non sono state nemmeno ancora convocate le associazioni e le parti sociali nonostante il Comune aveva annunciato l’incontro per lo scorso giugno -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Da oltre un anno si continua a discutere solo di discarica, inceneritori e inutili altri impianti, quando la ricetta è talmente semplice. Regione e Ministero hanno stanziato i fondi per la differenziata ma il patto per Roma per ora è rimasto solo un annuncio, per la lentezza e l’incapacità del Comune di Roma ad avviarlo. Anche sulle famose 1.200 tonnellate da trattare, non serve portare nulla scandalosamente all’estero, anzi, bisogna convertire subito anche gli altri impianti di TMB al massimo recupero di materia per il riciclaggio piuttosto che alla produzione di CDR, così da togliere subito il tal quale dalla discarica.

L’Ufficio stampa Legambiente Lazio
www.legambientelazio.it

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