Ciò che oggi compare sulla stampa conferma, se mai ce n’è stato bisogno, la validità della richiesta di accorpamento del referendum con le elezioni politiche.
Accorpamento = risparmio di almeno 400mila euro. E il Comune che fa?
Ciò che oggi compare sulla stampa conferma, se mai ce n’è stato bisogno, la validità della richiesta di accorpamento del referendum con le elezioni politiche. Il materiale elettorale per il referendum, infatti, secondo quanto riferito da alcuni dirigenti comunali e rilanciato dalla stampa, costerebbe all’incirca 160mila euro. Questo sarebbe il costo del referendum in caso di accorpamento, mentre in caso contrario i costi sarebbero di almeno 550mila euro, fino a più di 800mila stando alle stime di cui sopra. Cosa sceglie la politica? Sceglie di farci risparmiare centinaia di migliaia di euro, e di non farci pagare due volte i costi fissi che già pagheremo noi cittadini per le elezioni politiche? Accetta di accorpare referendum e politiche, consentendo alla collettività un risparmio di almeno 400mila euro?
La richiesta di accorpamento rimane valida e forte, allo scopo sia di risparmiare che di favorire la partecipazione dei cittadini. I costi verrebbero abbattuti di almeno due terzi delle cifre preventivate. Un grandissimo e prezioso risparmio. La politica ha la possibilità, in tempi di crisi, di abbattere i costi senza intaccare la partecipazione, anzi favorendola. Rifiuterà di farlo? Rimarrà sorda alle buone ragioni? Sarebbe grave non ascoltare le voci di migliaia di bolognesi entusiasti di questa opportunità.
Per il Nuovo Comitato Articolo 33
la portavoce Francesca De Benedetti