A Gaza difficoltà peri sanitari che si trovano ad affrontare curando i feriti sotto il fuoco dei bombardamenti e per il costo della violenza e della mancanza di un orizzonte politico pacifico.
Testimonianze da Gaza e Israele: i medici sotto il fuoco e la neutralità dell’assistenza sanitaria
18 Novembre 2012
Physicians for Human Rights Israele (Medici per i Diritti Umani Israele) raccoglie testimonianze del personale medico sia dalla Striscia di Gaza sia dal Sud di Israele da cui emergono le difficoltà che i sanitari si trovano ad affrontare curando i feriti sotto il fuoco dei bombardamenti e il costo della violenza e della mancanza di un orizzonte politico pacifico. Physicians for Human Rights Israele continua a sostenere la non-violenza e la salvaguardia della vita umana.
Medico senior presso l’ospedale Al-Shifa’ di Gaza: “Ieri, abbiamo ricevuto due feriti gravemente ustionati. Un bambino di sette anni e mezzo aveva il corpo quasi interamente coperto di ustioni ed è morto circa un’ora dopo l’arrivo nel reparto di emergenza. Suo zio, un giovane, soffre di ustioni di terzo e primo grado su oltre il 65 per cento del corpo ed è attualmente in terapia intensiva. Un terzo paziente è appena giunto in gravi condizioni essendo affetto da ustioni su oltre l’80 per cento del corpo. A causa della carenza di antibiotici e di farmaci essenziali salva-vita, stiamo prendendo in considerazione la possibilità di trasferire questi pazienti in un ospedale in Egitto. La nostra terapia intensiva e il pronto soccorso sono completamente pieni, e se gli attacchi continuano dovremo iniziare ad evacuare i feriti dalla Striscia di Gaza.”
Un medico di un’Unità Operativa di Medicina Interna presso il Soroka Hospital di Be’er-Sheva (Israele): “In ospedale c’è uno stato d’animo non certo piacevole. Le attività ambulatoriali sono state annullate e i servizi ubicati in edifici sprovvisti di difese contro il fuoco dei razzi sono stati trasferiti. Le scuole sono state chiuse e in seguito agli allarmi dobbiamo continuamente rifugiarci in locali protetti, della cui efficacia peraltro dubito. E’ una situazione di forte disagio. Ho tre figli, di 3, 11 e 15 anni ed è difficile spiegare loro quello che sta accadendo. L’ansia è qualcosa che non puoi controllare. Questi momenti sono molto difficili.”
Medici per i Diritti Umani Israele è inoltre in contatto costante con la popolazione civile per raccogliere le voci dei civili di entrambi i lati del confine.
Un paziente palestinese assistito da Physicians for Human Rights Israele nell’iter per accedere ad assistenza specialistica non disponibile a Gaza racconta: “la casa dei nostri vicini è stata bombardata di mattina presto, mentre stavano ancora dormendo. Si tratta di 9 persone, e ora si sta cercando di evacuarli dalle macerie. Sappiamo di feriti, non di morti. Siamo nel campo profughi di Jabalia.”
Un volontario di Physicians for Human Rights Israele a Be’er-Sheva (Israele) racconta: “ogni 5 minuti c’è un bombardamento, non riusciamo a dormire. C’è confusione, non mi sento bene. Oggi il trattamento a cui dovevo essere sottoposto in ospedale è stato annullato, perché il Soroka Hospital è in allarme, e così è stato anche per il trattamento di mia madre. I negozi di generi alimentari sono chiusi, i bambini non vanno a scuola, e abbiamo bisogno di portarli vicino alle scale (lo spazio sicuro) ogni 2 minuti …. Viviamo nell’insicurezza e nell’incertezza.”
Difendere la neutralità medica
La salvaguardia dei principi di neutralità medica è determinante sulla capacità di assistere ed evacuare i feriti in modo tempestivo, e salvare vite umane.
Gaza: La sera del terzo giorno dell’attacco alla Striscia di Gaza, 16.11.12, il dottor Murad Bashar, direttore dei servizi di emergenza e di soccorso della Mezzaluna Rossa a Gaza, ha riferito a Medici per i Diritti Umani Israele che le squadre di soccorso affrontano rischi e difficoltà crescenti:
• “I servizi di emergenza e i centri medici non hanno subito colpi diretti, eppure la loro vicinanza alle zone bombardate… ha causato danni significativi …. Senza alcun preavviso, non vi è alcuna possibilità di evacuazione prima del bombardamento.”
• “La distruzione delle infrastrutture e delle strade sta causando difficoltà e ritardi nel raggiungere i feriti…. Gli operatori sanitari sono stati costretti a camminare e trasportare i feriti in spazi aperti, con grande rischio per la loro vita e quella dei feriti. In queste situazioni il tempo è fondamentale e potrebbe significare la differenza tra la vita e la morte.”
• “Una delle situazioni più a rischio si verifica quando un luogo viene bombardato per la seconda volta, dopo che le squadre di soccorso sono già arrivate sul posto. In un caso del genere, due operatori sanitari sono stati effettivamente feriti da schegge di bombe mentre evacuavano sotto il fuoco alcuni residenti feriti.”
West Bank: un’ambulanza palestinese è stata colpita da gas lacrimogeni e proiettili di gomma, mentre cercava di evacuare i dimostranti feriti durante una manifestazione davanti al carcere di Ofer, vicino Ramallah.
Physicians for Human Rights Israele desidera che la voce del personale sanitario sia ascoltata. È la voce di coloro che sono testimoni diretti negli ospedali, nelle cliniche, sul terreno delle vittime causate dalla violenza. Sulla base di queste evidenze Medici per i Diritti Umani chiede:
• Che venga salvaguardata la neutralità medica e favorita l’evacuazione rapida e sicura dei malati e dei feriti verso le strutture sanitarie.
• Che cessino immediatamente gli attacchi a Gaza e nel Sud di Israele, prima che altre vite siano perse.
“Una soluzione sostenibile del conflitto in corso si basa in primo luogo sulla consapevolezza che la libertà e la sicurezza dei residenti del Sud di Israele sono indissolubilmente legate a quelle degli abitanti di Gaza. Il passato ci ha insegnato che gli scontri militari di questo tipo portano solo a ulteriori devastazioni, e a impedire l’avanzamento significativo verso la pace. “
I comunicati e gli aggiornamenti in italiano di Medici per i Diritti Umani Israele (Physicians for Human Rights Israele) sulla situazione a Gaza e in Israele sono reperibili sul sito e sui social network di Medici per i Diritti Umani (MEDU).
“La violenza ha fallito in precedenza e fallirà di nuovo, così come continuerà a generare odio e spirito di vendetta. Come medici, la nostra prima responsabilità è quella di prevenire il danno. Come coloro che sono direttamente testimoni dei costi umani di questa violenza, chiediamo la massima considerazione per la vita, la salute e i diritti umani di tutte le persone, e lo facciamo con urgenza, prima che vi siano ancora più morti e feriti.”