“Genova-Rotterdam, una ferrovia sostenibile”

Un corridoio sostenibile per il trasporto delle merci dal sud al nord Europa e viceversa, che regge alla “prova del nome” delle previsioni di traffico previste e dei vantaggi ambientali.

 

La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e l’Ambasciata di Svizzera in Italia
Presentano
Genova-Rotterdam, un corridoio sostenibile 

Un corridoio sostenibile per il trasporto delle merci dal sud al nord Europa e viceversa, che regge alla “prova del nome” delle previsioni di traffico previste e dei vantaggi ambientali.
Questo è il corridoio ferroviario Genova-Rotterdam o “dei due mari”, che spicca tra i 10 corridoi europei definiti prioritari dall’UE, come risulta dallo studio realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in partenariato con l’ Ambasciata di Svizzera in Italia, che ha preso in esame i tre aspetti della sostenibilità: economico, ambientale, sociale.
Sull’asse nord-sud del corridoio si trovano regioni europee tra le più densamente popolate e a maggiore vocazione industriale: dalla Ruhr e lungo la Valle del Reno in Germania, collegata a distretti produttivi come quello di Francoforte e Stoccarda, alla Pianura padana, ai porti di Rotterdam, Anversa e Zeebrugge. Il corridoio è inserito nelle principali rotte del commercio mondiale ed ha visto aumentare la domanda di trasporto merci negli ultimi 4 anni, in controtendenza rispetto al resto d’Europa e ad altri corridoi europei.
“In questi tempi di crisi economica e climatica –ha osservato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile- è necessario ripensare il sistema dei trasporti quasi essenzialmente fondato sulla strada che causa livelli di emissioni atmosferiche, di incidentalità e di congestione insostenibili. L’Italia trasporta oggi solo il 7% di merci su ferro, e questo corridoio che ha come suoi punti di sbocco sul mare proprio i porti italiani di Genova, Savona e La Spezia, ha tutte le caratteristiche di un corridoio sostenibile e ad alte potenzialità di sviluppo”.
Il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia è un passo decisivo verso un trasporto compatibile con l’ambiente e sopportabile da punto di vista sociale e più efficiente dal punto di vista economico.
“I cittadini svizzeri – ricorda l’Ambasciatore di Svizzera Bernardino Regazzoni- impartirono questa linea politica con un referendum propositivo approvato dalla maggioranza del popolo e dei Cantoni. Dal 2001 è riscossa una tassa disincentivante sul traffico pesante applicata a tutti veicoli destinati al trasporto di merci che circolano sull’intera rete stradale svizzera e calcolata in base alle classi d’emissione, al tonnellaggio e ai chilometri percorsi. Le entrate sono state dedicate al finanziamento delle opere ferroviarie. A dieci anni dalla sua introduzione, la misura è valutata positivamente dal punto di vista ambientale e quale stimolo per il trasporto combinato e la logistica integrata. Ora attendiamo la nuova galleria ferroviaria del San Gottardo, che sarà messa in esercizio fra 4 anni nel dicembre 2016. Con i suoi 57 chilometri di lunghezza attraverserà completamente le Alpi e sarà il tunnel ferroviario più lungo del mondo.”
“E’ necessario che l’Italia si doti di una politica di trasporto delle merci di livello europeo -ha detto l’AD di FSI Mauro Moretti-, superando errori strategici che ne fanno l’unico paese europeo che incentiva i TIR invece di supportare il trasporto di merci su ferrovia. Puntare sull’asse ferroviario merci nord-sud significa non solo dare risposta sostenibile ad una domanda di trasporto merci in continua crescita, ma anche aiutare lo sviluppo dei nodi di Genova e Milano in un’ottica di potenziamento dei trasporti e della logistica, con un vantaggio importante in termini di capacità e competitività del nostro Paese”.
In un momento come questo di forte attenzione alle valutazioni strategiche sulle grandi infrastrutture, tutti i dati sulla domanda di trasporto merci e sulla diminuzione dell’impatto ambientale sono dalla parte del Corridoio Genova-Rotterdam. Dall’analisi compiuta nello studio risulta, infatti, che il traffico merci che, lungo la direttrice Genova-Rotterdam, ha attraversato le Alpi Svizzere è in continua crescita dagli anni ’80: le tonnellate trasportate su strada erano 8,9 milioni nel 2000 e sono diventate 14,3 nel 2010; quelle trasportate su ferro erano 20,6 milioni nel 2000 e sono 24 milioni nel 2010. Ed anche i due estremi del corridoio hanno visto aumentare, tra il 2005 e 2010, il traffico containerizzato: Rotterdam ed Anversa del 31% e 20% rispettivamente; La Spezia e Genova rispettivamente del 25% e dell’8%.
Ai valichi stradali tra Italia e Svizzera sono stati inoltre rilevati, nel 2009, circa 850.000 veicoli pesanti con origine o destinazione Italia con la Lombardia in testa come generatore di traffico da e verso l’Italia, veicoli stradali che diventeranno 1.171.000 nel 2030.
Se una buona parte di questi veicoli che viaggiano da e verso l’Italia venissero spostati da strada a ferrovia l’ambiente ne potrebbe trarre un gran beneficio: si assisterebbe infatti a una diminuzione annua delle emissioni di CO2 di 0,3 milioni di tonnellate, di NOX di 1000 tonnellate, di PM di 7 tonnellate e un risparmio energetico di 100.000 TEP.
E, aspetto socialmente e ambientalmente significativo, il trasferimento modale da strada a ferrovia di tutto il traffico merci generato e diretto in Italia, permetterebbe una drastica riduzione dei costi esterni per il nostro paese (emissioni atmosferiche, rumore, incidenti, congestione ecc) fino a 268 Milioni di Euro l’anno al 2030.

www.fondazionesvilupposostenibile.org
www.susdef.org
 

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