Napoli, Appello per sostenere l’ex Asilo Filangieri sotto sgombero

Napoli, Appello per sostenere l’ex Asilo Filangieri sotto sgombero

L’ex Asilo Filangieri, aperto nel marzo 2012 per sottrarlo ai rischi di privatizzazione e fallimento, è stato attraversato da oltre 200 iniziative artistiche culturali e sociali, tra le quali il Foro Sociale Urbano, diventando così un vero bene comune.

 

 

Napoli, Appello per sostenere l’ex Asilo Filangieri sotto sgombero

Napoli, Appello per sostenere l’ex Asilo Filangieri sotto sgombero

Sigilli posti il 5/1/13 sulla porta del teatro autogestito dal Collettivo La Balena,Ex Asilo Filangieri, Napoli

L’ex Asilo Filangieri, aperto nel marzo 2012 per sottrarlo ai rischi di privatizzazione e fallimento, è stato attraversato da oltre 200 iniziative artistiche culturali e sociali, tra le quali il Foro Sociale Urbano, diventando così un vero bene comune.

Invitiamo tutti a firmare l’appello contro le richieste di sgombero da parte del Comune di Napoli.

Firma l’Appello e sostieni l’Asilo!

Dal 2 marzo 2012 l’Ex Asilo Filangieri di Napoli è stato aperto dalla Comunità di Lavoratori e Lavoratrici dell’Immateriale, della Conoscenza e dello Spettacolo. L’edificio, che rischiava di diventare il simbolo dell’ennesimo fallimento clientelare della politica (il Forum delle Culture) è diventato un luogo di produzione e sperimentazione di pratiche di co-working e di autogoverno della Comunità. 

Ora questa esperienza viene messa in pericolo da una guerra a bassa intensità, fatta di denunce più o meno anonime, identificazioni della polizia, fino ad arrivare a richieste di sgombero da parte del Comune di Napoli (che invece in precedenza l’aveva destinato, con una delibera, alla sperimentazione di democrazia partecipata avviata nove mesi fa).

In questi mesi l’Ex Asilo Filangieri è stato attraversato da oltre 200 iniziative artistiche e culturali. È stato il luogo in cui compagnie, artisti e operatori della cultura hanno potuto sviluppare il proprio lavoro e condividerlo con la cittadinanza, in modo aperto e orizzontale (ad esempio attraverso le “prove aperte”); il luogo in cui si sono innescate pratiche condivise e collaborative che hanno costruito le premesse per lo sviluppo di una fucina culturale: un centro di produzione indipendente che metta a disposizione di tutta la comunità gli strumenti di produzione culturale (sala montaggio, palcoscenico, costumeria condivisa, biblioteca, per fare solo qualche esempio).

Queste pratiche di condivisione sono la nostra risposta alla crisi: come lavoratrici e lavoratori dell’immateriale e dello spettacolo subiamo sulla nostra pelle le politiche dei tagli alla cultura e alla ricerca e siamo consapevoli della necessità di inventare e far crescere processi innovativi di produzione culturale dal basso, in grado di liberare le forze creative e produttive. L’Asilo sta attivando un’altra economia fatta di scambi di saperi, pratiche e competenze in grado di innervare ed arricchire l’intero tessuto cittadino.

La comunità aperta dell’Ex Asilo Filangieri che ha innescato questo processo si è posta fin da subito il problema di ampliare il più possibile questa esperienza, elaborando, attraverso un tavolo di lavoro pubblico, un Regolamento per l’uso civico, con l’obiettivo di garantire delle regole chiare per una reale partecipazione democratica, attiva e propositiva. La figura giuridica che si è andata sperimentando è quella dell’uso civico di un bene comune da parte di una comunità di lavoratori (art. 43 Cost.), in questo caso i lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale: non un’assegnazione privatistica dello spazio a un soggetto fisso e determinato, ma a tutti quei soggetti – singoli lavoratori, gruppi, associazioni, cooperative, ecc. – che agiscono nei campi del lavoro immateriale, che per fruire dello spazio e per condividerne i mezzi di produzione di cui si sta dotando, si auto-governano in maniera partecipata attraverso un’assemblea pubblica di gestione. 

Oggi questa esperienza “rivoluzionaria” rischia di essere annullata da burocrati miopi, o, peggio, da palazzinari e affaristi senza scrupoli, che si nascondono dietro il paravento di regolamenti amministrativi.

Per questo facciamo appello ai cittadine/i, agli artisti e alle artiste, ai lavoratori e alle lavoratrici dell’immateriale, della conoscenza e dello spettacolo, al mondo della cultura e della ricerca affinché sostengano e difendano il processo in atto all’Ex-Asilo Filangieri.

Gli spazi in cui si osa fare cultura non possono essere trattati alla stregua di un qualsiasi bar o locale pubblico. La falsa sperimentazione chiusa nei limiti dei regolamenti del tutto inadatti a regolare il processo in atto è destinata a fallire.

Chiediamo alle istituzioni cittadine di mettersi in gioco fino in fondo per immaginare modelli di gestione innovativi (ed alternativi a quelli fallimentari messi in atto finora in Italia), e di non svilire questo processo schierandosi con chi non vuole rinunciare ai propri minuscoli privilegi e con chi ha tutto l’interesse a mantenere la gestione clientelare e parassitaria della cultura a Napoli e in Campania.

Invitiamo tutte/i a partecipare alla vita dell’Ex Asilo Filangieri e ad attraversare lo spazio con le proprie competenze e creatività.

Firma l’Appello e sostieni l’Asilo!

 

 

Scheda: Ex Asilo Filangieri, bene comune da difendere

Il Collettivo La Balena ha reso vivo socialmente l’Ex Asilo Filangieri durante i suoi nove mesi di vita. La Balena ha dato tantissimo alla città di Napoli, in un momento in cui la Cultura ed il Sociale sono stati tagliati fuori dal sistema produttivo della città. L’Ex Asilo Filangieri ha ospitato più di 200 artisti, ha dato spazio a più di 30 assemblee pubbliche e seminari. Ha ospitato 20 compagnie di teatro per bambini e 40 compagnie teatrali di ogni genere, per non contare 100 l’asilo ha offerto laboratori, formazione e molto altro ancora. Incluso l’ospitalità al Foro Sociale Urbano, alternativo al World Urban Forum di ONU-.Habitat, nel settembre 2012.

Tutto senza scopo di lucro, con il solo intento di creare socialità all’interno di uno spazio condiviso e di vivere quest’ultimo come un vero e proprio “bene comune”.

Il 5 gennaio 2013 la polizia giudiziaria ha apposto i sigilli della Procura della Repubblica sulla porta del teatro autocostruito ed autogestito dal Collettivo La Balena, tentando così di impedire la programmazione prevista di spettacoli teatrali, musicali e culturali di ogni genere. Il motivo è l’inagibilità dello spazio. Motivazione al quanto incoerente con l’operato dell’Amministrazione che ha speso 8 milioni di soldi pubblici per la messa in sicurezza dello stabile e prevede da qui a quattro mesi di svolgervi il Forum Internazionale delle Culture.

Ragioni di più per difendere questo bene comune.

Info:

http://labalena.wordpress.com/

 

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