Casa, Roma: primo bilancio dei primi quattro mesi del bando casa popolari

Un quadro di crescente sofferenza delle famiglie romane, a dimostrazione dell’urgente necessità di un massiccio intervento pubblico a garanzia del diritto alla casa, emerge dati di un primo bilancio sul bando “case popolari”.

PRIMO BILANCIO DELL’UNIONE INQUILINI DI ROMA SUL BANDO PER LE “CASE POPOLARI. SUBITO UN PIANO STRAORDINARIO PER L’ERP”

A quattro mesi dalla pubblicazione del Bando per l’assegnazione di case popolari, i dati in possesso dell’Unione Inquilini offrono un quadro di crescente sofferenza delle famiglie romane, a dimostrazione dell’urgente necessità di un massiccio intervento pubblico a garanzia del diritto alla casa. L’Unione Inquilini di Roma descrive così quanto emerso dai primi dati raccolti:
“anzitutto, a distanza di 3 anni dalla chiusura del precedente bando, il numero di coloro che si rivolgono ai nostri sportelli per richiedere una casa popolare risulta proporzionalmente in aumento con il passare delle settimane, anche a dispetto della scarsa (o del tutto assente) pubblicità svolta dal Comune di Roma.
Siamo infatti passati dalle circa 120 domande raccolte tra gennaio e febbraio alle oltre 280 del periodo febbraio-aprile. Se a questi numeri, relativi soltanto a coloro che si sono affidati a noi per assistenza nella compilazione dei moduli, aggiungiamo anche quelli di tutti i cittadini che quotidianamente si rivolgono a noi per richiedere informazioni generali sulle modalità di partecipazione al bando, la cifra dei potenziali richiedenti passati attraverso le nostre sedi risulta non inferiore ai 1000/1200.
Un dato inquietante, anche in considerazione della limitatissima quantità di alloggi a disposizione del Comune di Roma. Su circa 400 richiedenti “ufficialmente” censiti, ben il 70% è composto da italiani e un altro 20% da cittadini stranieri appartenenti all’UE.
Il “punteggio medio” attribuito a ciascun dichiarante è di circa 39 punti, con un massimo finora riscontrato di 68 punti. I richiedenti hanno un’età media di circa 55 anni, a conferma del grave stato di difficoltà in cui versa quella parte di popolazione che magari non ha più un lavoro e non è ancora in età pensionabile. Nel 35% dei casi, i nuclei richiedenti risultano includere invalidi con handicap superiore al 66%. Nella stragrande maggioranza dei casi (70%), si tratta di famiglie monoreddito e comunque con reddito lordo inferiore a 10 mila euro annui: il reddito medio per nucleo/richiedente e di € 8.490,00. I nuclei con tre o più figli minori a carico sono circa il 20%, e di questi oltre il 90% è di origine straniera (a conferma di un progressivo “rimpicciolimento” delle famiglie italiane). L’80% restante di divide esattamente a metà (40% e 40%) tra persone sole o sposate ma con con meno di tre figli. Impressionante il numero di coloro costretti a una coabitazione forzata, che sono cioè attualmente costretti a condividere un alloggio con un altro nucleo familiare, cioè quasi la metà dei dichiaranti complessivi (43%). Dati alla mano, è opportuno che la prossima amministrazione promuovere un “piano straordinario per l’ERP”, per recupero al patrimonio pubblico almeno ventimila alloggi popolari e lanciare così un “salvagente” alle tantissime famiglie romane che quotidianamente rischiano sprofondare nell’emergenza abitativa. L’attuale situazione è inaccettabile ed è necessario un immediato cambio di rotta dopo anni di disattenzione e di colpevole letargo da parte delle istituzioni”.
La segreteria unione inquilini di Roma

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