Il blocco che si è realizzato col governo Letta tra PD e PDL ha finalmente tolto l’ultimo velo che impediva a molte anime belle di sinistra di fare sostanziali distinzioni tra i due partiti considerati ‘alternativi’.
La destra al potere
Il blocco che si è realizzato col governo Letta tra PD e PDL ha finalmente tolto l’ultimo velo che impediva a molte anime belle di sinistra di fare sostanziali distinzioni tra i due partiti considerati ‘alternativi’. Nella sostanza le differenze strategiche tra PD e PDL, aldilà dello stile berlusconiano, non hanno riguardato mai questioni centrali. Anzi, su alcune di queste il PD si è dimostrato molto più pericoloso di Berlusconi, almeno per quanto riguarda la politica estera, la guerra, il legame con l’europeismo della BCE e dei diktat della troika. Non dimentichiamoci che è stato Prodi a portarci nell’euro a condizioni di cambio capestro. E’ stato sempre Prodi a decidere il raddoppio della base USA di Vicenza e a mettere in piedi il progetto F35. E’ stato D’Alema a guidare la guerra contro la Jugoslavia. E’stato, infine, il PD di Bersani ad approvare senza riserve la politica di Monti. Nonostante tutto questo, Vendola complice, si è voluto accreditare l’idea che il partito democratico ci portasse a sinistra.
La scelta di dar vita a un governo Letta-Alfano ci fornisce però l’occasione non solo di promuovere una campagna di liquidazione di quel mostro politico putrescente che è il PD, ma di andare a fondo nel chiarimento verso tanti elettori di questo partito sulla sua vera natura.
Con il governo Letta-Alfano si chiude anche un’ epoca e ci si impone una riflessione molto impegnativa sul futuro. Il re è nudo e si mostra nella sua vera natura, una sorta di Giano bifronte che affonda le sue radici in un’unica concezione del potere e che annulla tutte le considerazioni tattiche che per molto tempo abbiamo fatto tra la destra berlusconiana e i cosiddetti democratici del PD. La vergognosa capitolazione di Bersani è la prova definitiva che il marcio e la corruzione politica sono la quintessenza di chi ha voluto far credere che in Italia esistesse una possibilità di alternativa alla destra. Ma il nemico non cede mai le armi spontaneamente e cercherà di recuperare sia con ragionamenti di realpolitik (l’interesse dell’Italia) sia manovrando personaggi critici a cui si assegna il compito di recuperare a sinistra per portare poi il bottino a servizio degli interessi della destra. E sembra che un’operazione in grande stile, in questo senso, sia già in gestazione.
Se così stanno le cose, si pone però l’interrogativo di chi potrà contrastare veramente il salto a destra che si è prodotto nella situazione italiana. I grillini dimostrano di non essere capaci di gestire politicamente la situazione e sembrano più proiettati sul mondo dei videogames. La sinistra alternativa, finalmente liquefatta, cerca di emettere qualche belato, ma senza credibilità.
Rimangono i milioni di persone che dimostrano ogni giorno la loro rabbia su mille cose e che molto spesso non votano, fortunatamente, non prestandosi al gioco istituzionale. E’ tra questi milioni di persone disoccupate, in povertà, umiliate nelle condizioni di lavoro, astensioniste, che bisogna trovare la forza di reagire. Liberandosi però da ogni suggestione di poter utilizzare a questo scopo il letamaio residuale di una sinistra che si contorce nel suo opportunismo all’unico scopo di poter risalire la china. Bisogna, finchè siamo in tempo, scagliare contro il governo della destra PDL-PD una forza di massa che ne sgretoli la certezza di poter gestire con le carte truccate la situazione.
Erregi
29 aprile 2013