Egitto, chiesta indagine su uccisione 51 persone al cairo

Amnesty International ha chiesto l’apertura di un’indagine urgente e indipendente sull’uccisione di almeno 51 persone, avvenuta l’8 luglio 2013 al Cairo, di fronte alla sede della Guardia repubblicana.

COMUNICATO STAMPA

EGITTO: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE INDAGINI URGENTI E IMPARZIALI SULL’UCCISIONE DI ALMENO 51 PERSONE AL CAIRO

 ‘Occorre un’indagine indipendente e imparziale, che abbia la fiducia di tutte le parti. Le autorita’ egiziane, in passato, hanno dimostrato assai poco di essere in grado di fornire verita’ e giustizia per le violazioni dei diritti umani’ – ha commentato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

 ‘In passato, le inchieste interne all’istituzione militare hanno assolto l’esercito da ogni violazione dei diritti umani e le autorita’ hanno cestinato le conclusioni delle commissioni d’inchiesta da loro stesse istituite, rifiutando di renderle pubbliche. I pubblici ministeri stanno investendo maggior tempo a incriminare chi critica le autorita’ invece di indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia e dalle forze armate’ – ha aggiunto Sahraoui.

 ‘Indagini efficaci sono fondamentali per impedire alle autorita’ di compiere ulteriori violazioni dei diritti umani. Il capo della Guardia repubblicana e’ lo stesso che ordino’ la repressione del dicembre 2011 di fronte alla sede del governo’ – ha commentato Sahraoui.

 ‘In un’atmosfera polarizzata e pregna di sfiducia, dev’essere fatto ogni sforzo per garantire che le indagini annunciate dalle autorita’ siano indipendenti, imparziali e approfondite e siano giudicate come tali. Decenni d’impunita’ hanno eroso lo stato di diritto in Egitto. Indagini efficaci e trasparenti, in grado di fornire giustizia alle vittime e ai loro familiari, potrebbero essere lo strumento per restituire fiducia e fare un passo avanti verso la riconciliazione nazionale. Qualunque forma l’indagine assumera’, dovra’ essere in linea con gli standard internazionali, che prevedono tra l’altro il potere di chiamare l’esercito o altre autorita’ a fornire prove sulla loro condotta’ – ha concluso Sahraoui.

 Roma, 9 luglio 2013

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