Raza, 16 anni, uno dei tanti ragazzi curati da Emergency

 

Raza ha 16 anni, viene da Mazar-i Sharif, Afghanistan. Non era ancora nato quando i sovietici hanno lasciato l’Afghanistan, ma la guerra ha lasciato il segno e creato astio anche tra le nuove generazioni.

 

 

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RAZA, 16 ANNI
Siracusa, ex scuola Umberto I. Qui sono ospitati circa 250 migranti sbarcati sulle coste della Sicilia sudorientale, qui i nostri medici e i nostri mediatori lavorano da settimana scorsa per garantire le cure di base.

Raza ha 16 anni, viene da Mazar-i Sharif, Afghanistan. Si lamenta: vuole essere spostato per ritrovare gli amici che stanno in un’altra stanza. “Russa, russa…” dice scuotendo la testa. Pensiamo si riferisca a qualche compagno di camera troppo rumoroso, ma il problema è un altro: Raza dorme in una stanza con tre ragazzi ucraini. Raza non era ancora nato quando i sovietici hanno lasciato l’Afghanistan, ma la guerra ha lasciato il segno e creato astio anche tra le nuove generazioni.

Anna, la mediatrice culturale, raccoglie i suoi dati. Mara, il medico, lo visita. Raza lamenta dolore a entrambe le orecchie. Le otiti, così come le infezioni agli occhi e alla pelle, sono patologie frequenti tra i pazienti.

Raza è uno degli oltre 100 minori presenti nell’ex scuola in questi giorni. Molti sono qui senza i genitori, che li hanno “affidati” ad altri: conoscenti, altri ragazzi o semplicemente sconosciuti, a chiunque potesse accompagnarli nel viaggio oltre il mare, per farli fuggire dalla guerra e dalla povertà.

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