IMU, Service Tax, Cedolare secca, dieci domande al presidente Letta

L’Unione Inquilini ha scritto ed inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio, on. Enrico letta, ponendo 10 questioni dirimenti che il governo deve chiarire.

 

 

IMU, SERVICE TAX, CEDOLARE SECCA

LE DIECI DOMANDE CHE INCHIODANO IL GOVERNO

 

L’Unione Inquilini, facendo seguito alle prese di posizioni sul decreto legge varato dal governo e l’annuncio dell’introduzione dal 2014 della service tax, ha scritto ed inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio, on. Enrico letta, ponendo 10 questioni dirimenti che il governo deve chiarire.

Di seguito il testo della lettera e delle relative domande poste, a nome dell’Unione Inquilini, dal segretario nazionale Walter De Cesaris:

 

“Sig. Presidente del Consiglio, Le poniamo le seguenti questioni su cui Le chiediamo di rispondere per chiarire le reali posizioni del governo sull’abolizione dell’IMU, l’introduzione della service tax, gli interventi sulla politica della casa.

 

  1. Il governo ha eliminato l’IMU sulle case invendute dei costruttori, non ponendo nessun vincolo. Non le sembra un inutile regalo alla rendita immobiliare, che droga il mercato per mantenere artatamente alti i prezzi, invece di spingere a un loro abbassamento o all’affitto a canoni moderati? Nel comunicato stampa sul sito del governo, si afferma che il costo della misura sarebbe di 38 milioni di euro l’anno. Quella cifra non è credibile e, anche prendendola per buona, il governo regala a pochi costruttori il doppio di quanto concede a decine di migliaia di sfrattati (20 milioni di euro per il 2014 e 2015). In Italia, le stime più prudenziali parlano di circa 200 mila alloggi invenduti per giungere fino a quasi 600 mila. Per un valore medio dell’IMU sulla seconda casa di circa 800 euro, arriviamo a un importo di minori entrate stimabili tra 160 e 300 milioni di euro.

E’ disponibile a cancellare o quantomeno rivedere questa misura, nel senso di vincolarla a un abbassamento dei prezzi di vendita o alla locazione a canoni moderati?

  1. Si interviene per esentare dall’IMU, come già accadeva in precedenza, gli Istituti Autonomi delle case Popolari (il prelievo oltreché ingiusto, sarebbe una inutile partita di giro perché trattasi di edilizia sovvenzionata). Se, le case popolari non pagano l’IMU, la misura si deve logicamente estendere anche agli assegnatari, rispetto alla futura service tax. Altrimenti, saremmo alla atroce beffa: le case popolari non pagano l’IMU e poi, una volta abolita questa tassa, chi vive in quelle case ci pagherebbe l’imposta che la sostituisce. Al contrario del regalo ai costruttori privati (che vale per sempre), sarebbe una finta cancellazione per quelle pubbliche.   

E’ disponibile a chiarire che gli assegnatari delle case popolari saranno esentati dalla futura service tax?

  1. Noi abbiamo denunciato che con la service tax, in pratica, si opera un trasferimento di tasse dalla proprietà verso gli inquilini. In pratica, anche ammettendo che sia vero quanto scritto da diversi quotidiani che solo il 20% sarà pagato dagli inquilini, il risultato sarà che  dovranno pagare l’affitto per 13 mesi: 12 per il proprietario e 1 per lo Stato. Lei è intervenuto, assieme con i suoi ministri, per rassicurare gli inquilini che non avranno aumenti di spesa.

E’ disponibile a metterlo nero su bianco e introdurre nel dispositivo della service tax una clausola di salvaguardia che affermi che gli inquilini non pagheranno per servzi e Tares un euro di più di quanto pagato nel 2013 ?

  1. Nel provvedimento si riduce al 15% la cedolare secca pagata dai proprietari che affittano a  canone concordato. Si dimentica, però, che anche i proprietari che affittano a libero mercato godono del beneficio fiscale di una cedolare secca al 21% (mentre un lavoratore che prende 1200 euro al mese è tassato almeno al 23%).  Questa misura favorisce evidentemente la speculazione immobiliare: se ne avvantaggiano proporzionalmente di più chi è più ricco e pratica un affitto da strozzinaggio. Se un proprietario vuole il massimo rendimento possibile del mercato libero, quale è la ragione economica (e morale) per cui lo Stato lo dovrebbe avvantaggiare?

E’ disponibile a modificare il provvedimento nel senso di eliminare la cedolare secca per i proprietari che vogliono il libero mercato degli affitti in modo che almeno paghino le tasse proporzionalmente al loro reale reddito ?

  1. Dal provvedimento è scomparsa la reintroduzione parziale dell’IRPEF sulle case sfitte. Evidentemente il potere di interdizione della lobbie immobiliarista è fortissimo. E’ noto che, almeno in parte considerevole, l’enorme quantità di patrimonio immobiliare ufficialmente vuoto (almeno 6 milioni di alloggi) copre il nero e l’evasione.

E’ disponibile a introdurre la penalizzazione delle case sfitte, rendendola effettivamente incisiva al fine di favorire la locazione e combattere l’elusione e l’evasione?

  1. Non siamo animanti dalla volontà di penalizzare la proprietà immobiliare in quanto tale. Le proponiamo di lasciare le risorse così reperite (dall’eliminazione della cedolare secca sul libero mercato, alla tassazione sulle case sfitte) alla proprietà, redistribuendo i benefici fiscali al fine di premiare i comportamenti sociali che favoriscono l’interesse collettivo.

E’ disposto a introdurre una modifica che abbatta (fino ad azzerarla) l’imposta ai proprietari che accettino un dimezzamento dei canoni attuali, eliminando alla radice la motivazione che causa un così alto numero di sfratti in Italia?

  1. Nelle norme che hanno introdotto nel 2011 la cedolare secca, ce ne è una che permette agli inquilini che sono costretti all’affitto in nero o irregolare di registrare autonomamente il contratto di locazione presso l’Agenzia delle Entrate con il beneficio di ottenere un contratto regolare e un affitto pari a 3 volte la rendita catastale dell’alloggio. Il governo non fa pubblicità a questa norma nascosta nelle pieghe della normativa e noi lottiamo con tutte le nostre forze per renderla attuabile. In poco più di un anno, siamo riusciti a regolarizzare migliaia di contratti, con benefici per l’inquilino e l’erario (e qualche malumore per il proprietario disonesto). Una goccia in mezzo al mare: la stima è di circa 1 milione di contratti in nero o irregolari. Su questa norma di civiltà pende un grave pericolo. Le associazioni della proprietà hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale che si pronuncerà fra pochissimi mesi. Se il pronunciamento fosse sul merito non avremmo problemi. Il fatto però è che si è cercato il cavillo di un vizio di forma: “eccesso di delega”. La soluzione c’è ed è a portata di mano: introdurre la norma in una legge ordinaria.

E’ disponibile a introdurre una modifica che riproponga la sostanza delle attuali norme che permettono all’inquilino che affitta al nero di emergere, con i benefici previsti ?

  1. Ammettiamo un errore nelle nostre precedenti denunce. Avevamo detto che avete reintrodotto il contributo affitto per le fasce sociali deboli con un importo 5 volte inferiore a quello di 15 anni fa. Abbiamo sbagliato perché avevamo preso per buono quanto scritto nel comunicato del governo che parlava di 60 milioni. Invece, sono la metà: 30 milioni per il 2014 e 30 nel 2015. Erano circa 400 mila le famiglie che hanno ricevuto nel passato il contributo: la media fa 75 euro l’anno a famiglia, una cifra irrisoria.

E’ disponibile ad incrementare il fondo sociale affitti, portandolo almeno alla cifra di 15 anni fa, ovvero 300 milioni di euro?

  1. Viene introdotto un fondo per la morosità incolpevole. Il titolo è una novità positiva (la realtà che fino ad oggi veniva negata, finalmente viene almeno pronunciata), il merito è ridicolo e sbagliato. Solo nel 2012 ci sono state 60 mila nuove sentenze di sfratto che si sommano alle 55 mila del 2011 e alle 50 mila del 2010 (come vede il trend è in costante aumento). La media, rispetto ai soli sfratti per morosità emessi negli ultimi tre anni, è di 10 euro al mese a famiglia. Le modalità sono poi assurde: solo ai comuni che hanno già fatto bandi in materia (si escludono città come Roma per fare un solo esempio). La finalità del fondo, poi, deve essere non un sussidio che, poi, per il veicolo dell’inquilino va nelle tasche del proprietario, ma la ricontrattazione di nuovi canoni a prezzi accessibili. Noi la proposta l’abbiamo: abbattimento dell’imposizione fiscale in cambio di un dimezzamento degli affitti attuali. Questa proposta può essere integrata anche da un fondo di garanzia, sulla linea delle esperienze più innovative in alcune regioni e comuni.

E’ disponibile ad aprire un tavolo di confronto con sindacati inquilini, regioni e comuni per formulare una proposta che affronti realmente la questione dello tsunami degli sfratti per morosità trasformandoli in nuovi contratti a prezzi compatibili? E’ disponibile, in questo frangente, ad emanare un provvedimento urgente per la sospensione di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole?

  1. Berlusconi, duranti i suoi governi, ha annunciato più volte piani casa e varato provvedimenti che, in realtà, erano sanatorie edilizie o norme di deregolazione urbanistica. Lei ha parlato di un piano casa che, in realtà è un trasferimento dell’imposta dall’abitazione all’abitare (usiamo l’illuminante definizione che abbiamo letto in un recente articolo sulla voce.info), che, senza modifiche, porterà pesanti ripercussioni sui più poveri e nuovi sfratti. In tutti i casi, la linea è dettata dal blocco immobiliare. Se sommiamo l’insieme delle risorse impegnate per la proprietà edilizia e le rapportiamo a quelle investite (in sussidi che poi finiscono sempre in mano alla proprietà) il rapporto è 99 a 1. Può parlarsi di “piano casa” senza affrontare il cuore del problema, ovvero da un lato la mancanza di abitazioni sociali (650 mila famiglie certificate dai comuni che avrebbero diritto alla casa popolare e che rimangono senza risposta) e dall’altro il caro affitti che causa il picco di sfratti più alto degli ultimi decenni?

E’ disponibile a un intervento immediato per rendere effettivamente disponibili le circa 40.000 case popolari oggi non assegnate perché hanno necessità di interventi di ristrutturazione? E’ disponibile a finanziare un piano di investimenti per 700 mila alloggi sociali da attuare prioritariamente attraverso il recupero e il riuso del patrimonio pubblico in disuso o da dismettere ?”

 

Cordiali saluti

 

Roma, 5 settembre 2013

 

                                                                                  IL SEGRETARIO NAZIONALE

                                                                                                Walter De Cesaris

 Unione Inquilini – Segreteria Nazionale

Via Cavour 101, Int. 4 –  00184 Roma – Tel. 0647.45.711 – Fax 06488.23.74

e mail:  unioneinquilini@libero.itsito internet: www.unioneinquilini.it

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