Come Manuel Barroso, Mario Draghi, Christine Lagarde e la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti sponsorizzano in Grecia i nazisti di Alba Dorata.
3 ottobre 2013 – nono anniversario della fondazione del nuovo Partito comunista italiano
- Come Manuel Barroso (presidente della Commissione dell’UE), Mario Draghi (presidente della BCE), Christine Lagarde (direttrice del FMI) e la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti sponsorizzano in Grecia i nazisti di Alba Dorata.
- La risposta alla domanda di un lettore dei nostri Comunicati.
Come Manuel Barroso (presidente della Commissione dell’UE), Mario Draghi (presidente della BCE), Christine Lagarde (direttrice del FMI) e la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti sponsorizzano in Grecia i nazisti di Alba Dorata.
In Grecia sabato 28 settembre gli organi repressivi dello Stato hanno arrestato i capi del partito nazista Alba Dorata e una ventina di suoi deputati accusati di associazione a delinquere, reato per cui in Grecia i parlamentari non godono di immunità. Per il partito nazista è un enorme successo: è la consacrazione su grande scala, a livello nazionale e internazionale, fatta dalle autorità statali greche, del suo ruolo di oppositore principale alla politica di miseria e abbrutimento e di devastazione e svendita del paese che il governo Samaras (Nuova Democrazia) – Venizelos (Partito Socialista) sta imponendo alle masse popolari greche. Il governo Samaras-Venizelos è il governo di larghe intese imposto dalla Troika e dalla Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti alle masse popolari greche ed è il modello dei governi che Troika e CI cercano di imporre anche ad altri paesi dell’Unione Europea. Alba Dorata è il modello dei gruppi promotori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari che Troika e CI stanno suscitando e sponsorizzando in Italia e nel resto dei paesi europei. Non lasciamoci trarre in inganno dalla retata di arresti di sabato scorso. I nazisti di Alba Dorata già godono della connivenza e della collaborazione di parti importanti dell’apparato statale greco. Quanto alle classi dominanti greche, esse non ne sono entusiaste e aperte sostenitrici, ma vi sono tutte le premesse perché esse, la Troika e la CI cerchino di dare il potere ad Alba Dorata se non riusciranno a tenere la situazione in mano usando Alba Dorata solo come minaccia e spauracchio nell’ambito della propaganda contro gli “opposti estremismi” e della loro “lotta contro il terrorismo” (vedi già oggi da noi in Val di Susa): per ora lo lasciano prosperare e lo gonfiano dell’aura di oppositori radicali al corso delle cose, un corso che non lascia scampo alla massa della popolazione. I nazisti sono quelli che portano il corso attuale delle cose alle sue conseguenze estreme, sono gli equivalenti di Marchionne in politica (“siamo in guerra!”). Ma quando gli attuali oppressori delle masse popolari perseguitano i nazisti, l’idea che i nazisti forse sono effettivamente contro il corso attuale delle cose e che lo sono sul serio (a differenza degli equivalenti greci dei nostri Landini, Cremaschi, Rodotà, De Magistris & Co) entra nel senso comune della parte più abbrutita delle masse popolari le cui file sono costantemente ingrossate dalla crisi del capitalismo. Il governo di Alba Dorata diventerà ad un certo punto inevitabile, l’unica soluzione nazionale possibile per le classi dominanti, se tra le masse popolari greche la mobilitazione rivoluzionaria non avanzerà più rapidamente della mobilitazione reazionaria fino a imporsi.
Non facciamoci abbagliare dal carcere e dagli arresti: scioccano i perbenisti e i legalitari, ma agli occhi delle masse popolari disperate circondano di gloria capi arrestati e perseguitati (dai loro padrini: ma questo non si vede) che non fuggono di fronte alla repressione, che non si fermano di fronte alle intimidazioni. Il governo che imponeva la miseria al popolo tedesco, nel 1923 arrestò Hitler e i suoi soci dopo il fallito colpo di mano lanciato dai nazisti a Monaco. Ma essere arrestati da autorità che affamavano la popolazione fu la consacrazione di Hitler e dei suoi criminali seguaci come irriducibili oppositori del corso delle cose. Di fronte all’incapacità del Partito comunista tedesco di prendere in mano la situazione e portare alla vittoria la rivoluzione socialista, le file dei nazisti ingrossarono tra le masse popolari al punto che la borghesia e il clero nel 1933 posero nelle mani di Hitler il potere che non potevano tenere con altre mani.
Tutti i paesi europei, non solo la Grecia, si trovano di fronte a prospettive analoghe: dall’Austria alla Francia, dalla Germania alla Spagna, dal Portogallo all’Ungheria. Il nostro paese non sfugge alla regola. L’aiuto principale che noi possiamo dare oltre che a noi stessi anche ai compagni greci e a quelli degli altri paesi, è trovare la strada per sviluppare su grande scala, fino alla vittoria, la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari nel nostro paese. Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari del resto del mondo.
Tutto il mondo, ognuno dei nostri paesi è sconvolto e travolto dalla crisi generale del capitalismo: l’Italia non sfugge alla regola. Anche da noi le strade percorribili nei prossimi mesi sono solo due: mobilitazione rivoluzionaria o mobilitazione reazionaria. Gran parte delle masse popolari che si mobilitano nelle prossime settimane, si mobilitano ancora sotto la bandiera di lotte rivendicative e promotori di queste lotte sono esponenti della sinistra borghese e compagni influenzati da essa: dirigenti che non sanno dove andare. Dopo ogni manifestazione e protesta, si chiedono: e ora cosa facciamo? Facciamo un lista unitaria per le prossime elezioni (europee, politiche anticipate o amministrative) dicono alcuni, prepariamo una manifestazione più grande, più unitaria, con una piattaforma più radicale dicono altri.
La risposta alla domanda di un lettore dei nostri Comunicati.
Dopo la diffusione del Comunicato CC 37/2013 un lettore ci ha scritto:
Interessante quello che dite, ma cosa farete voi comunisti se i grandi personaggi e gli organismi della sinistra borghese,Beppe Grillo e il M5S, Maurizio Landini e la FIOM, Stefano Rodotà e gli altri promotori della “difesa e attuazione della Costituzione”, Giorgio Cremaschi e i dirigenti dei sindacati alternativi e di base, Giulietto Chiesa e simili non accoglieranno la vostra proposta di costituire un Governo di Salvezza Nazionale che promuova la moltiplicazione e il rafforzamento di OO e OP? In fondo sono tutte persone che un posticino nella società attuale ce l’hanno e che dovrebbero rischiarlo per salvare il paese da maggiori rovine che, almeno per ora, non li toccano personalmente: mica sono molti i tipi alla Piero Gobetti, Giovanni Amendola o Giacomo Matteotti!
È una domanda giusta. Cosa faremo noi comunisti?
Noi comunisti promuoviamo la mobilitazione delle masse popolari affinché esse, organizzate, costituiscano un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e lo facciano ingoiare anche ai vertici della Repubblica Pontificia (RP). Questa linea è giusta perché noi comunisti oggi non godiamo presso le masse popolari di un seguito e un prestigio tale che sia realistico mobilitarle direttamente per instaurare il socialismo. La storia che abbiamo alle spalle ci ha lasciato una situazione, quanto a coscienza e organizzazione delle masse popolari, con cui dobbiamo fare i conti. È quello che stiamo facendo. Siamo ben consapevoli che l’unica via d’uscita dalla crisi del capitalismo è l’instaurazione del socialismo, cioè l’imposizione del governo degli operai organizzati e guidati dal loro partito comunista e delle masse popolari organizzate strette attorno ad essi e l’instaurazione della produzione e distribuzione dei beni e servizi fatte da aziende pubbliche che lavorano secondo un piano unico nazionale e via via sempre più internazionale. Ma ci dobbiamo arrivare. Dobbiamo creare tra gli operai, le masse popolari e i comunisti organizzati nel Partito, relazioni che oggi non ci sono: una coscienza e una organizzazione che oggi non ci sono. Senza queste di socialismo possiamo solo parlare. Partiamo quindi dalle condizioni di coscienza e di organizzazione di oggi.
Dobbiamo condurre gli operai e la masse popolari a compiere un’impresa che possono iniziare nelle condizioni di coscienza e organizzazione in cui sono oggi, ma nel corso della quale impareranno principalmente dalla loro stessa esperienza (per le classi oppresse questa è la scuola principale) fino a diventare capaci di instaurare il socialismo. Questa impresa è la creazione delle condizioni necessarie per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, la sua costituzione, la difesa della sua esistenza e della sua opera dall’immancabile e multiforme aggressione della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. È anche l’impresa nel corso della quale avremo nel nostro paese la rinascita del movimento comunista: il socialismo e il comunismo diventeranno nuovamente popolari, senso comune, individui e gruppi si coalizzeranno attorno al partito comunista, i più generosi ne diventeranno membri.
Questa impresa è in corso, è alla sua fase iniziale. Siamo agli inizi della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, che oggi sono in larga misura ancora disorganizzate, conducono lotte principalmente rivendicative dirette da esponenti della sinistra borghese e da compagni sotto la loro influenza ma già con punte avanzate benché ancora non dirette da comunisti. La lotta dei NO TAV della Val di Susa è un modello avanzato e non è l’unica: ma non è ancora una prassi diffusa su larga scala in molte zone del paese e in molti campi della vita sociale.
Gli esponenti della sinistra borghese, personaggi e organismi che denunciano il corso delle cose ma non vedono oltre gli orizzonti della società borghese e molti francamente anticomunisti (pensano al modo di Bertinotti e di Ferrero che il movimento comunista quando era forte e avanzava in tutto il mondo è stato “una sequela di errori e orrori”), oggi hanno tra le masse popolari e tra i promotori delle loro lotte un seguito e un prestigio che noi comunisti non abbiamo. Basta seguire le riunioni, i convegni e le attività della FIOM, dei “la via maestra”, di Ross@, di Rete dei Comunisti, dell’USB, dei sindacati alternativi e di base, dei MeetUp del M5S, dei frammenti di PRC e di PdCI, di SEL, della sinistra sindacale, ecc. per rendersene conto.
Essi sono quindi in condizione di dare un contributo importante a far crescere e trasformare quegli inizi. È la proposta e l’indicazione che noi diamo, oramai da alcuni mesi, ai grandi personaggi e organismi della sinistra borghese: rompete chiaramente con i vertici della RP, dichiarate guerra ai loro governi e al loro sistema come il CLN nel 1943 dichiarò guerra ai fascisti e ai nazisti, mettetevi con tutte le vostre forze e risorse a mobilitare, organizzare e chiamare alla lotta gli operai e le masse popolari perché formino un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Questa rottura e questa attività sono la sostanza del ruolo che possono e devono svolgere un Governo di Salvezza Nazionale e i Comitati di Salvezza Nazionale. La loro costituzione accelererebbe la formazione di organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) dato il prestigio e il seguito che hanno i grandi personaggi e organismi della sinistra borghese e l’effetto che il loro gesto e la loro azione creerebbero anche nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni della RP scosse dalla crisi politica, dalla corruzione, dall’invadenza del clero e delle organizzazioni criminali (OC), dalla putrefazione della RP e dagli effetti della crisi del capitalismo.
Lo faranno? Oggi nessuno è in grado di dirlo. È certo che se vogliono sopravvivere lo dovranno fare. Perché se continuano nella prassi di oggi perdono seguito e prestigio, man mano che la loro azione si rivela inefficace. Essi oggi sono in definitiva ancora un’appendice dei vertici della RP e questi non possono fare niente contro la crisi. Continueranno a spremere soldi e a privatizzare, per soddisfare le banche e le società finanziarie, ma contro la decadenza dell’economia reale non faranno niente e continueranno a ridurre la spesa pubblica per servizi, sanità, istruzione, manutenzione del territorio e delle infrastrutture. Nuove grandi opere, spedizioni militari e acquisto di armi, nuove basi militari, privatizzazioni e speculazioni certo ne lanceranno, ma l’economia reale, i servizi e la manutenzione del territorio e delle infrastrutture continueranno a decadere.
Le agitazioni delle prossime settimane non concluderanno a nessun salto decisivo. Però, quanto maggiore sarà il successo delle mobilitazioni delle prossime settimane in termini di partecipazione e di combattività, tanta maggiore sarà l’indignazione di quelli che si mobiliteranno all’appello dei grandi personaggi e organismi della sinistra borghese, quando vedranno che le manifestazioni dell’ottobre non hanno seguito e risultato e tanto maggiore sarà l’imbarazzo dei promotori che non sapranno quale passo successivo fare. Perché più che manifestare e protestare non sanno fare e il GSN non hanno il coraggio di costituirlo. Hanno paura della galera e delle altre forme di intimidazione, dei trattamenti Boffo, ecc. Non hanno fiducia nello sviluppo a cui la costituzione del GSN darebbe luogo. Non osano pensare al GBP e allo scontro con la Comunità Internazionale, col Vaticano, con le OC, ecc. Il loro livello teorico, la loro comprensione del mondo e della storia è squallido. La relazione di Rino Malinconico al convegno meridionale di Ross@ di giovedì 26 settembre – La ricostruzione della sinistra di alternativa e le questioni teoriche che abbiamo davanti – è un campione esemplare del livello pietoso della coscienza degli esponenti della sinistra borghese. Dicono che bisogna andare oltre Marx e non l’hanno neanche sfogliato: hanno leggiucchiato le divagazione intellettualoidi e contemplative di Toni Negri sul general intellect e pensano che Marx sia quello; del metodo dialettico, della storia in forma logica, ecc. non sanno niente. Se Giulietto Chiesa è terrorizzato e terrorizza perché scambia la borghesia imperialista per l’umanità intera, non vede la lotta di classe (e quindi vede nero, alla Marcuse), Cremaschi, Vasapollo & C sono dei salottieri che in definitiva sperano in una soluzione che venga dalle istituzioni e dai politicanti della RP. Landini spera nella mobilitazione dei sindacalisti di regime e nei magistrati anziché impegnare la FIOM nella mobilitazione degli operai. Grillo si avviluppa nelle spire delle prassi raffinate e cortigiane della RP e scambia la denuncia con la lotta politica. Impossibile dire se nei prossimi mesi avranno il coraggio della disperazione e faranno il GSN. D’altra parte la costituzione del GSN riposa tutta sulla loro iniziativa.
Ma il GBP invece è un’altra cosa. La sua costituzione dipende principalmente da OO e OP, quindi anche da noi comunisti che lavoriamo alla creazione delle condizioni della sua costituzione direttamente tra gli operai e le masse popolari, indipendentemente dalla costituzione o meno di GSN e di CSN. Noi comunisti continueremo comunque, con tutte le forze che riusciamo a raccogliere, a promuovere direttamente la moltiplicazione di OO e OP e il loro rafforzamento (in termini delle iniziative che dispiegano e della determinazione che le anima a costituire un proprio governo d’emergenza). Continueremo anche a chiamare i grandi personaggi e gli organismi della sinistra borghese a fare quella parte che essi possono fare subito nella misura in cui godono già di un prestigio e di un seguito che noi comunisti non abbiamo ancora. Man mano che la crisi si aggraverà (e certamente si aggraverà: ne è certo chiunque conosce la natura della crisi in corso), se i grandi personaggi e gli organismi della sinistra borghese si ostineranno a non fare la loro parte, il loro prestigio e il loro seguito tra le masse popolari diminuiranno: quindi la costituzione del GBP uscirà dall’ordine del giorno. La lotta politica si ridurrà a una gara tra noi comunisti e i fautori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari: a chi mobilita su scala più larga e con maggiore forza. Se prevarremo noi (cioè se riusciremo a radunare su larga scala attorno al Partito comunista masse popolari decise a battersi) instaureremo il socialismo direttamente (cioè senza passare tramite il GBP e la sua difesa dalle aggressioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e dei loro affiliati italiani), sbaragliando i promotori della mobilitazione reazionaria e i loro padrini (la parte più criminale e reazionaria della borghesia imperialista e del clero). Se prevarranno i promotori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari, ne subiremo anche noi comunisti le conseguenze. Ma noi comunisti continueremo il nostro lavoro (siamo preparati e ci prepariamo anche per questa evenienza) e man mano che la mobilitazione reazionaria si rivelerà per le masse popolari una soluzione di oppressione, di guerra e di miseria (in proposito chiunque conosce la natura della crisi in corso e le leggi di sviluppo della società non ha dubbi: nemmeno Marchionne ne dubita), raduneremo le masse popolari attorno al Partito comunista fino ad avere la forza di prendere il sopravvento e instaurare il socialismo.
Ecco quello che faremo se i grandi personaggi e gli organismi della sinistra borghese non oseranno entrare nella lotta a fianco degli operai e delle masse popolari.
E in definitiva noi vinceremo perché il socialismo e il comunismo sono l’unico futuro possibile dell’umanità. I presupposti del comunismo sono già inscritti nel suo presente, nei risultati che essa ha già raggiunto nella sua storia: la potenza delle forze produttive materiali e intellettuali che ha accumulato, il carattere sociale nella produzione di beni e servizi fatta da aziende legate a formare reti nazionali connesse in una rete internazionale, il carattere proletario acquisito dall’enorme maggioranza dei lavoratori a livello mondiale. Questi diventeranno e costituiranno quell’associazione internazionale in cui l’emancipazione di ogni individuo dal bisogno e da classi dominanti sarà la condizione per l’emancipazione di tutti: l’associazione annunciata da Marx ed Engels nel Manifesto del partito comunista (1848) e che il movimento comunista ha perseguito guidato dalla concezione del mondo che via via ha elaborato e di cui Lenin, Stalin, Gramsci e Mao Tse-tung sono stati finora i massimi esponenti.