“Fermate la polizia di Durban”, un appello da firmare subito

La morte di Nqobile Nzuza, uccisa il 30 settembre dalla polizia di Durban, e l’arresto di Bandile Mdlalose, ha provocato un’ondata di proteste in tutto il Sud Africa e in diverse città del mondo.

 

 

Lampedusa e Durban

Ricordate quanto scriveva don Lorenzo Milani nel 1965 in “L’obbedienza non è più una virtù”: “Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”. Questa settimana abbiamo letto e pubblicato quelle parole per utilizzarle come un megafono, per gridare “ora, basta!” dopo la strage di Lampedusa, ma anche  per raccontare la ribellione di altri oppressi invisibili, come lo straordinario movimento Abahlali baseMjondolo (“quelli che vivono nelle baracche”) della periferia di Durban, nel Sud Africa di Mandela. Per questo trovate on line un dossier dedicato a Lampedusa (con l’appello di Melting pot per pretendere diritto di asilo europeo e missioni interforze di salvataggio, ma anche articoli di Andrea Segre, Annamaria Rivera, Giacomo Sferlazzo, Fulvio Vassallo Paleologo) e la lettera/appello firmata da Noam Chomsky, John Holloway, Slavoj Zizek, Silvia Federici, Raj Patel per denunciare e fermare la guerra dichiarata dalla polizia di Durban contro Abahlali, costata la vita a tre persone, tra cui Nqobile, una ragazza di diciassette anni.

***************

 Fermate la polizia di Durban. Un appello da firmare subito

La morte di Nqobile Nzuza, uccisa il 30 settembre dalla polizia di Durban, e l’arresto di Bandile Mdlalose, ha provocato un’ondata di proteste in tutto il Sud Africa e in diverse città del mondo. Nqobile aveva diciassette anni, prima di lei altre due persone del movimento dei baraccati Abahlali baseMjondolo sono state uccise negli ultimi mesi nelle periferie di Durban. Una lettera aperta di Noam Chomsky, John Holloway, Slavoj Zizek, Silvia Federici, Raj Patel e altri denuncia a livello internazionale le violenze contro uno dei più straordinari movimenti sociali del mondo, “violenze che includono l’assassinio, la tortura, la sfratto dalle proprie case, l’arresto”. La lettera chiede di fermare subito il massacro e la liberazione immediata di Bandile Mdlalose. Abahlali ha proposto a Comune-info e ad alcune persone da sempre vicine alle lotte del movimento Abahlali di rilanciare questa denuncia in Italia: è possibile firmare la lettera in fondo nello spazio “commenti”. Per favore, fatela rimbalzare in rete

Lampedusa

Le parole non bastano più. Ma dobbiamo trovarle per gridare vigliacchi a coloro che hanno approvato le politiche di contrasto dell’immigrazione, a causa delle quali il 3 ottobre si è compiuta l’ennesima strage. Dobbiamo trovarle per pretendere diritto di asilo europeo e missioni interforze di salvataggio, come chiede un appello. E dobbiamo trovarle, infine, per resistere con forza a tutte le forme di razzismo istituzionale e non

Riprendere il cammino

Chiusi nelle auto, sempre più bloccate nel traffico, non ci si accorge di ciò che ci circonda e dei mutamenti che i nostri territori producono o subiscono, di come popolazioni e comunità organizzino le loro relazioni all’interno e fuori. Camminare è un esercizio di libertà

Dieci anni dopo la presa di possesso

Nonostante l’economia argentina sia di nuovo “poco affidabile”, le imprese autogestite dai lavoratori fioriscono ovunque. Il movimento non è privo di contraddizioni, perché naturalmente resta all’interno del sistema capitalista, ma è un vero motivo di speranza per molti

► Dossier fabbriche autogestite: “Reinventare la vita dal lavoro”

Libere e belle: un taglio alla violenza (Monica Di Sisto)

Un taglio alla crisi e alla violenza, non alla bellezza. Torna a Roma l’iniziativa anti-crisi Un-taglio-solidale, promossa da RiccioCapriccio Eco-parrucchieri con una sorpresa: è diventata una rete di solidarietà tra donne. Con un appuntamento: il 4 dicembre all’Auditorium gli uomini prendono parola contro la violenza

Italia senza limiti

– Buongiorno! – Esordisce garrula la voce al telefono – Vorrei proporle l’offerta IllimItalia.
► No, grazie, non cambio gestore.
– Ma quest’offerta non riguarda solo la telefonia. Se lei sceglie di collocare la sua impresa in Italia, potrà inquinare l’ambiente, devastare il territorio, abbattere i monumenti, frodare il fisco, truccare il bilancio, corrompere i funzionari, truffare i clienti, sfruttare gli operai, intossicarli, ricattarli, e licenziarli in massa. Illimitatamente! Se poi decidesse di entrare in politica, potrà riempire il parlamento di suoi dipendenti, rovesciare i governi, e cambiare tutte le leggi nell’interesse suo, e delle sue aziende.
► Io non ho aziende.
– Neanche una?
► No.
– Capitali da investire o riciclare?
► Nemmeno.
– Allora mi permetta di proporle l’offerta Quiri-Line. Se il presidente Napolitano non riuscirà a reinstallare Letta, gli servirà un’altra app che esegua gli ordini della BCE……. [CONTINUA QUI]

250 varietà di mele su un solo albero

Accande vicino Londra: la maturazione delle mele è un vero spettacolo. L’albero della biodiversità è un brutto scherzo per l’agricoltura industriale e per chi pensa che la natura sia merce

L’industria e i veleni nel piatto

Un arguto detto attribuito alla saggezza popolare spiega che una parte di quel che mangiamo serve a farci vivere, il resto serve a far vivere i medici. La parte che nuoce particolarmente alla salute delle persone e del pianeta, come dimostra la preziosa sintesi di centinaia di documenti scientifici resa pubblica di recente dai ricercatori dell’Etc Group, è di certo legata al cibo industriale. Silvia Ribeiro, che dirige lo staff di Etc in America latina, analizza la situazione messicana, dove gli appetiti commerciali delle lobby ogm su milioni di ettari di terra minacciano altre migliaia di famiglie contadine e un patrimonio genetico di colossale importanza

Generazione ZetaScrive Emily, quindici anni:
“Wow, guarda che corpicino sexy!”.
“Ha un altro ragazzo, adesso? Che troia”.
“Ehi, andiamo a dirle quanto porca sembra oggi”.
Questo linguaggio sessista vi suona terribilmente familiare, non è vero? Lo si usa ogni giorno, nelle scuole, nei luoghi pubblici, per le strade. E non viene solo da compagni di classe o passanti maleducati: può essere usato da insegnanti, familiari, amici intimi. Persino tu che leggi potresti diffondere sessismo senza capire che messaggi stai mandando all’esterno….. [CONTINUA QUI]

La strada dei bambini e delle bambine

Avete mai progettato e realizzato un “woonerf”? E’ quella “strada condivisa”, nella quale pedoni e ciclisti non hanno bisogno di chiedere “permesso, vorrei passare” o “sarebbe così gentile da spostare quell’agglomerato di metallo che uccide e inquina?”. Bene, leggete cosa è accaduto a Terni dove un gruppo di cittadini ha sperimentato questa autogestione, trasformando improvvisamente una strada in una “Zona 30″ (cioè dove il limite di velocità è di 30 km/h) e un’altra (restringendo la carreggiata e intervendendo sull’arredo urbano di recupero), in una “Zona 10″. Il risultato è stato straordinario…

Il mestiere del contadino

Claudio mentre lavora ragiona di meteorologia, di alimentazione, di prevenzione, delle colture, del significato del benessere e del condividere. Claudio, coltivatore “atipico” della Valle Camonica (Brescia), che attua un’agricoltura senza mezzi meccanici, è il protagonista, di un docunentario

Le cicliste della luna

La brigata Ovarian Psyco Cycles di Los Angeles ha un appuntamento fisso mensile, il “Luna Ride”, durante il quale le cicliste sciamano per le strade sotto la luna piena, e spesso usano i loro giri per sostenere o promuovere campagne politiche, ambientaliste, sociali. La brigata è composta da donne, in maggioranza di origine latino-americana, a cui avevano spiegato che le bici e le città sono per gli uomini e che i ricchi sono più importanti dei poveri, che non possono permettersi neanche una bicicletta. Hanno cominciato a ribellarsi pedalando

Fiocco verde:è nato un altro Des

Nei Distretti di economia solidale (Des) non ci sono “consumatori” e “clienti” ma cittadini che determinano la qualità, la quantità e la modalità delle relazioni e dunque delle produzioni. Il mercato, il luogo centrale del conflitto tra interessi contrapposti, si rovescia così nel luogo della relazione cooperante e competente tra produttori e consumatori. Nessuno tenta più di “fregare l’altro”, ma di aiutarsi reciprocamente. Alla Cascina Giappone a Torbole Casaglia, è nato il Des Brescia: produttori locali, aziende agricole e contadini biologici, consumatori associati nei Gas, cooperative sociali, botteghe del commercio equo, strumenti di finanza etica, associazioni culturali hanno deciso di “mettersi in rete”, di autorganizzarsi dal basso

Quelli che racconta il maciapiede

Nel libro “La criminalità oltre il crimine” si racconta come la teoria sociale e la pratica investigativa possono esser elementi chiave per comprendere l’insicurezza e le trasformazioni urbane. °Delinquenti non si è, si diventa; tra bene e male non c’è una netta linea di separazione – dice l’autore – Il problema? Si è accentuata la diseguaglianza sociale, ampliata la massa degli esclusi, si sono disgregate le reti di comunità imperniate sul lavoro sicuro e sul Welfare, ha prevalso la competizione individuale. Per questo si moltiplicano più facilmente “sistemi chiusi” che non offrono alternative se non quella di aderire alle leggi della strada. Si creano sistemi sociali dotati di propri schemi e standard normativi che non contemplano, se non preventivamente autorizzate e stabilite, decisioni individuali. E il marciapiede è il palcoscenico di questa azione quotidiana, dove gli attori per avere visibilità e riconoscimento devono agire secondo criteri rigidamente codificati. Si forma dunque un intreccio di reti sociali criminali di varia natura, formali e informali, di tipo personale o familiare, di amicizia o di vicinato, nazionali e internazionali”. Sorprende sapere che l’autore di questa coraggiosa analisi è un maresciallo dei carabinieri

Le città del Park(ing) Day

Recuperate diverse piante, una pachina e un paio di sedie, magari anche un ombrellone e gli immancabili pallet dai mille ricicli. Poi occupate almeno un paio di parcheggi auto in strada e piantate un bel cartello che dica più o meno “Benvenuto al Park(ing) Day”. Azioni di questo tipo, sempre più diffuse, soprattutto negli Stati uniti, infondono ispirazione e speranza alle città, di certo mettono in discussione la dittatura dell’auto. E celebrano lo spazio pubblico Comune

Rammendare il mondo

Noi amiamo molto le indagini tradizionali nè il mondo degli imprenditori. Tuttavia, alcuni dati raccolti ad esempio dalla Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, meritano qualche attenzione, come quelli che dimostrano la riscoperta delle riparazioni sartoriali piuttosto che il fai-da-te in casa per recuperare oggetti. La cultura del rammendo, che significa riciclo, autonomia, condivisione, riduzione dei rifiuti, autoproduzione, valorizzazione di saperi manuali getta sabbia negli ingranaggi del dominio “consumo dunque sono”

C’è un cambiamento in Valle

Gli Stati generali del lavoro promossi in Val di Susa hanno aperto una fessura nel muro del “tanto non cambia mai nulla”: idee e pratiche del cambiamento sono state raccontate, intrecciate e progettate: dalle nuove possibilità in materia di risparmio energetico agli ecovillaggi, dalle banche e monete alternative alla ristrutturazione del tempo di vita e di lavoro, dall’educazione al consumo ai “luoghi dove si impara con diletto”. Il cambiamento, hanno detto a Veie, non cerca delegati

Alimentare la memoria della Resistenza

La prima storia della resistenza nonviolenta in Italia, curata da Emanuele Ongaro, si propone di “alimentare la memoria fertile della Resistenza, quella che può ispirare ancora l’agire nel presente”. Le forme di resistenza ricostruite comprendono otto categorie: l’aiuto (ai soldati in fuga dopo l’8 settembre, agli ex-prigionieri alleati, agli ebrei); le lotte nelle fabbriche, nelle campagne, nelle scuole; gli internati militari; i deportati razziali e politici; i renitenti alla leva; la resistenza delle donne; la stampa clandestina; l’azione condotta dai Comitati di Liberazione Nazionale. E’ una gamma molto vasta che mette in evidenza come la resistenza nonviolenta abbia coinvolto i principali settori della società

Studenti di una scuola diversa

Scuole pericolanti, docenti precari, libri di testo insostenibili: gli studenti medi sono consapevoli dell’aggressione in atto da diversi anni contro la scuola di tutti e di tutte. Venerdì 4 ottobre sono tornati a manifestare in molte città. A Roma il Coordinamento Scuole – Studenti Medi ha promosso un corteo da Piramide a Termini. Le iniziative di protesta proseguiranno anche nelle prossime settimane e culmineranno il 18 e 19 ottobre. FOTO DEL CORTEO

Se l’Iraq torna in prima pagina

Le scarsissime notizie che riguardano Baghdad, come dimostra il terribile attentato kamikaze che ha colpito una scuola elementare vicino a Mosul, nel nord dell’Iraq uccidendo 12 alunni, sono un tetro conteggio di morti e feriti per gli attentati che continuano a colpire la città. Pochi sanno che a dieci anni dalla guerra è ridiventata per qualche giorno “città della pace”, suo antico epiteto. La scorsa settimana oltre tre mila persone hanno partecipato al primo Forum sociale iracheno. C’erano Shatha di Women for Peace, comunista e musulmana, dedita a lottare contro la violenza sulla donne; Adnan, sindacalista della Federazione Generale dei Sindacati Iracheni, in lotta contro il nuovo Codice del lavoro liberticida; Zaid, docente universitario e promotore con altri di un movimento nonviolento in Iraq, che si ostina ad andare all’università in bici anche se ai check-point le bici non possono passare… E’ l’Iraq delle persone comuni e della società civile che resiste a tutte le forme di dominio e violenza

La resistenza degli ulivi

Volontari internazionali si autorganizzano con i contadini palestinesi per la raccolta delle olive. In Palestina la stagione della raccolta è cominciata. Un evento che mobilita migliaia di palestinesi per raccogliere i frutti della terra per poi ricavarne olio, sapone e conserve. Le notizie sullo stato di salute degli uliveti non sono confortanti: dall’inizio di quest’anno, nella sola Cisgiordania, oltre sette mila ulivi sono stati divelti, danneggiati e bruciati dai coloni, protetti dall’esercito israeliano. Una campagna di sostegno e condivisione del lavoro dei contadini palestinesi

Da dove viene il cibo dei nostri piatti?

Quindici video che tutti dovremmo vedere almeno una volta nella vita

Severino coi giusti, clementino con gli squali

Il Tar ha respinto il ricorso di Andrea Alzetta, che eletto consigliere comunale a Roma, è stato estromesso in nome della legge Severino, perché ha una condanna definitiva. Ma il Tar ha detto no perché è giusto o perché Alzetta ha dato filo da torcere al prefetto Pecoraro (quello favorevole a fare una discarica a villa Adriana per capirci), a Caltagirone e ha messo i bastoni nelle ruote a quelli che quasi ce l’avevano fatta a privatizzare l’acqua, in barba al referendum? Qualcuno, che invece per la Costituzione, in parlamento non sarebbe mai potuto entrare, è ancora lì e ci costringe a occuparci delle sue miserie umane e dei suoi capitali disumani, tutti i giorni

http://comune-info.net/2013/10/il-popolo-ha-fame-dategli-buono/“> Il popolo ha fame? Dategli un buono, anzi no

Il Bilancio federale Usa è congelato. E con esso molte misure per i 47 milioni di cittadini impoveriti. I Repubblicani accusano i Democratici di avere le mani bucate con i “perdenti”, e tagliano persino i buoni-pasto. Peccato che gran parte della spesa continui a finire nelle tasche delle corporations

Una richiesta al sindaco di Pisa

Il Municipio dei Beni Comuni chiede al Comune di Pisa di dichiararsi contrario alla variante di destinazione d’uso dei terreni dell’ex-Colorificio per evitare speculazioni edilizie. Nonostante gli appelli e la partecipazione dei cittadini (foto, street parade del 29 settembre) in difesa di questo spazio sociale recuperato dal basso, lo sgombero sembra vicino. Ma ormai è chiaro a molti: quella dell’ex Colorificio non è un problema solo di Pisa

Il capitale e la caccia alle streghe

Qualche secolo fa, l’avrebbero bruciata sul rogo. Femminista instancabile, storica e autrice di uno dei libri più scaricati della rete, “Calibano e la Strega. Donne, corpo e accumulazione primitiva”, Silvia Federici parla con la rivista Numeros Rojos per spiegare le ragioni politiche ed economiche occultate dalla caccia alle streghe. A cominciare dalla fondamentale relazione con la nascita del capitalismo moderno. Il corpo come non-valore, come macchina “naturale” per eccellenza, che deve lavorare a tempo pieno per produrre nuova forza-lavoro anche ad insaputa o contro la volontà delle donne. Il suo ultimo libro, “Il punto zero della rivoluzione”, è una collezione di articoli indispensabili a conoscere un grande percorso intellettuale

 Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui 

(ricodatatevi di mettere il flag sul pulsante ”Mi Piace” per ricevere gli aggiornamenti )

 

Seguiteci anche su twitter.

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *