Sembrava una cavalcata inarrestabile, quella del “modelo” estrattivo in América latina. Moderna, spietata, vigorosa. E invece alcune delle monumentali imprese che meglio la rappresentano cominciano a conoscere sorprendenti sconfitte
Come ribellarsi al saccheggio (Raúl Zibechi)
Trastevere, tempo di biblioteche condominiali
Una tecnologia alla portata di tutti, con un investimento di poco meno di 23 mila dollari, che la gente di Villa Talea de Castro si auto-restituirà a poco a poco. È nato in una piccola comunità indigena della Sierra Negra di Oaxaca, Messico, il primo sistema di telefonia cellulare realizzato e gestito con risorse e criteri comunitari. Un reportage di Comune-info racconta come, con l’aiuto di un ragazzo arrivato da Philadelphia e due sistemisti ventottenni di Genova, un villaggio zapoteco abbia cominciato a vivere in un mondo diverso. La legge messicana nega i ripetitori ai centri con meno di cinquemila abitanti, così a Villa talea de Castro hanno fatto da soli, senza aspettare i miracoli tecnologici delle imprese transnazionali e la beneficenza dello Stato. Loro sanno, spiega Valentina Valle Baroz, che nessun ultimo ritrovato della tecnica sarà mai abbastanza “ultimo” e abbastanza potente da riconnettere realmente chi ha perso la capacità di parlarsi e di ascoltarsi
C’è una Regione che sostiene finalmente il ritorno alla terra finanziando persone (purtroppo solo con meno di 40 anni) che scelgono il mondo agricolo. I finanziamenti vanno dai 15 mila ai 40 mila euro, tutti a fondo perduto. Un articolo a proposito di coltivare terre abbandonate, nei commenti la notizia sul finanziamento a fondo perduto
Milano: ecco il ristorante che serve prodotti bio dell’orto coltivato accanto e mette a disposizioni biciclette
La moneta greca che batte l’euro
Si chiama Tem ed è scambiata a un euro. Ne avevamo cominciato a parlare su Comune-info un anno fa (in un pezzo dal titolo “L’evoluzione del trueque”). Tra i mercati «alternativi» e la fabbrica recuperata Vio.Me, il paese riscopre l’autogestione contro l’austerity
Tanti passi per cambiare cammino
Più di centotrenta iniziative promosse in tutte le regioni. La Gionata nazionale del camminare ha coinvolto migliaia di persone, che si sono messe in cammino per mostrare una ribellione gentile, un modo per ripensare città, relazioni, mobilità FOTO E VIDEO-INTERVISTA
Voglio le arance di Rosarno (Paolo Cacciari)
Dopo la rivolta di Rosarno 2010 poco è cambiato. Un’alternativa c’è
I funerali di stato, di questo stato
Lampedusa. “Il braccio della gru meccanica con una bara pendente si scaglia nel cielo. Decine di gabbiani girano intorno, sembra un mostro pieno di pietà questa macchina che solleva bare per riporle su una nave da guerra a ricordarci che siamo in una guerra perenne….”
– Articoli, appelli e notizie nel DOSSIER LAMPEDUSA di Comune-info
La crisi di civiltà in corso riguarda il clima, l’energia e l’economia ma è anche un’opportunità senza precedenti. Le persone comuni ovunque hanno cominciato ad alzarsi e a dire “ora basta, non aspetto più che siano i miei rappresentanti a dire o fare qualcosa al posto mio”. In questa conversazione Nafeez Ahmed e Rob Hopkins spiegano come e perché sempre più pesone dicono “possiamo farlo anche da soli, possiamo iniziare a muoverci verso qualcosa di nuovo. Noi non vogliamo soltanto occupare uno spazio pubblico, vogliamo occuparlo per iniziare a coltivarci qualcosa, vogliamo creare un laboratorio che diffonda e dimostri quale sia una società alternativa e darle concretamente inizio, qui e ora. Come possiamo creare un nuovo metodo di scambio? Come possiamo cambiare la natura della nostra economia locale? Cosa possiamo fare per incoraggiare l’uso delle energie alternative per la nostra comunità locale”
Brescia alla diossina, il nostro Vietnam
Pochi lo sanno, ma a Brescia le diossine sono mille volte più alte (!) che nel cuore dell’Ilva di Taranto. Il veleno (ovvero il “Pcb”, sostanza incolore e inodore) è stato diffuso soprattutto dalla fabbrica chimica Caffaro, ospitata nel centro della città negli anni ’80, ed è entrato poco a poco nella catena alimentare, nel sangue della popolazione, nel latte materno. Naturalmente, per il quartiere avvelenato intorno alla fabbrica, in cui vivono almeno venticinque mila abitanti, non c’è ancora nemmeno un progetto di bonifica. Cos’hanno in comune quel sito inquinato e il delta del Mekong distrutto dalla guerra chimica? «I dati» risponde semplicemente lo storico dell’ambiente Marino Ruzzenenti, cui si deve la scoperta del «caso Caffaro» (ARTICOLO E VIDEO)
Non demolita la casa dei graffiti FOTO]
New York: a rischio 5Pointz, la più grande collezione al mondo di graffiti, arte e socialità di strada. Vogliono abbatterla per costuire nuove abitazioni
Buongiorno, sono un rifugiato cliamtico
A.F. vive sull’isola di Kiribati e ha chiesto al Tribunale per l’immigrazione di Auckland, Nuova Zelanda, lo status di rifugiato climatico. Milioni di persone potrebbero seguirlo: soltanto negli Usa 1.400 città stanno per finire sott’acqua. Verso la conferenza Onu sul clima
La pista da aerei da guerra chiamata Italia
Negli ultimi venti anni l’investimento militare degli Usa nelle basi militari in Italia è stato enorme: dal settembre 2001, le forze armate hanno spostato il loro centro di gravità a sud della Germania. Il Pentagono ha trasformato la penisola italiana in una rampa di lancio per le future guerre in Africa, Medio Oriente e oltre. Nelle basi di Napoli, di Aviano, della Sicilia, di Pisa, di Vicenza, tra le altre, hanno speso più di 2 miliardi di dollari soltanto di costruzioni fina dalla fine della Guerra Fredda, cifra che naturalmente non comprende altri milioni di progetti segreti di costruzioni e i costi operativi e del personale. Oltre che per la sua posizione, gli ufficiali statunitensi amano l’Italia, come ha spiegato un funzionario militare, perché è un “paese che offre sufficiente flessibilità operativa”. In altre parole, fornisce la libertà di fare quello che si vuole con restrizioni e seccature minime. Ma qualcuno si ribella
La gentrification non è inarrestabile
Non è un segreto: nelle grandi città di oggi impera la diseguaglianza, e la gentrification è il tipo prevalente di trasformazione locale. Funziona così: c’è un quartiere povero in cui si dice c’è bisogno di riqualificazione, di “rivitalizzazione”. Quindi un processo di esclusione viene ribattezzato creativamente come “rinnovo”. E l’obiettivo di “diversificare” si sfrutta in modo perverso come scusa per scacciare gente dalle proprie case, da quartieri. Tuttavia, la gentrification non è un processo inarrestabile: il contrario della gentrification non è il degrado urbano, ma la democratizzazione dello spazio urbano
I vagoni di testa dei treni della Roma-Lido, nelle domeniche del 13, 20 e 27 ottobre, saranno riservati ai passeggeri con bici che, a differenza di quanto accade normalmente per i non abbonati, non dovranno pagare il biglietto per il trasporto. Di seguito, un articolo su chi dal riciclo delle vecchie auto tira fuori biciclette, nello spazio commenti dettagli sulla notizia per i ciclisti in costume da bagno
Vescovo, la smetta di giocare con la guerra
Cattolici del dissenso: fuori i cappellani dall’esercito, strumento di guerra. Lettera aperta a monsignor Santo Marcianò, nuovo Ordinario militare
Gli studenti e le studentesse di licei e università sono stati chiari: «Non c’è più tempo». Questo lo slogan delle mobilitazioni di venerdì 11, in ottanta città, in difesa dell’istruzione pubblica. Il corteo romano è stato aperto da migranti e studenti con cartelli e striscioni contro la Boss-Fini. FOTORACCONTO
Ecco come Chevron ha ridotto l’Ecuador
E’ impressionante la documentazione sui ventisei anni di attività di Chevron-Texaco nel paese che l’Ecuador presenterà a fine anno alla Corte dell’Aia. E’ stato calcolato il danno all’ecosistema amazzonico a cominciare dallo sversamento di 680 mila barili di greggio nei fiumi e tra la flora e la fauna delle province amazzoniche. Lo sfruttamento di questi pozzi avveniva senza alcuna protezione per l’ambiente circostante malgrado la multinazionale avesse la tecnologia per evitarlo. La gente delle province di Orellana e Sucumbios si ammala di cancro tre volte più degli abitanti del resto del paese. Oltre 80 mila analisi rilevano prodotti tossici nel suolo e nell’acqua, regali della contaminazione proveniente dall’estrazione del petrolio
America latina: denunciamo il crescendo di violenza che colpisce chi difende i territori
Ogni giorno giungono notizie di violenze: omicidi di gruppi o di singoli di comunità indigene e campesine, di sindacalisti, di operatori della comunicazione, di esponenti di movimenti sociali, sparizioni di persone, esecuzioni extragiudiziali, espulsioni di intere comunità dai loro territori, repressione violenta di manifestazioni di protesta, criminalizzazione indiscriminata della protesta sociale con migliaia di persone arbitrariamente incarcerate. I casi più numerosi? Riguardano comunità o persone che difendono il proprio diritto alla vita resistendo a una crescente consegna dei territori e dei beni naturali in essi esistenti alle attività di grandi corporation transnazionali
Il 75 per cento del mercato delle sementi oggi è in mano a cinque multinazionali, le specie di piante coltivate sono poco più di 150 e la maggior parte dell’umanità si sfama con non più di dodici specie. Tuttavia, i contadini, veri custodi della biodiversità, non smettono di resistere, di scambiare semi, di prendersi cura della terra e di ribellarsi ai mercanti e all’Ue. Il nuovo testo approvato della Commissione europea, ad esempio, per la prima volta, dopo le proteste di contadini e cittadini, ha dovuto riconoscere che lo scambio di semi tra operatori non professionali, quindi agricoltori e hobbisti, è fuori dalla legislazione sementiera [a questi temi è dedicata la radiotrasmissione Terranave di Amisnet]
“Era il 7 novembre del 1943. Roma era stata appena occupata dai tedeschi… Io e altri due compagni, Renato Mordenti e Marcello Bollero, avevamo deciso con altri gruppi di antifascisti di fare delle scritte per inneggiare all’anniversario della Rivoluzione d’ottobre… Decidemmo di scrivere, a vernice rossa, oltre che “Viva il 7 novembre” anche “Viva Rosa Luxemburg”… A Roma cominciava il coprifuoco… Facemmo parecchie scritte, fino a risalire davanti a via Nazionale… Lì una pattuglia tedesca ci fermò e vide le nostre mani sporche di rosso. Si accorsero anche dei pennelli. Non sapevamo ancora delle deportazioni, ma sapevamo che rischiavamo arresti e torture. Col coraggio della disperazione facemmo un gesto disperato: avevamo tre mitra puntati e a mani nude li alzammo quasi sbattendoli in faccia. Questi rimasero allibiti e quadagnammo quei quattro secondi che ci permisero di correre in quattro direzioni diverse. Loro spararano ad altezza d’uomo….” (CONTINUA QUI: questo racconto di Carlo Lizzani è stato raccolto per la “Guida alla Roma Ribelle” di Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro che uscirà nel mese di novembre per le edizioni Voland)
Il casale della legettima illegalità Rischio sgombero per il casale Pachamama (Roma), spazio autogestito che si ostina a sperimentare diritto all’abitare e progetti di conversione ecologico-sociale
Forum mondiale della bicicletta